Cronache da Eurabia Dall'Olanda e dall'Inghilterra
Testata: La Repubblica
Data: 18 febbraio 2007
Pagina: 19
Autore: Alberto D'Argenio-Riccardo Staglianò
Titolo: «Mai in Olanda ministri musulmani-Non fidiamoci dell'Islam moderato»
Su REPUBBLICA di oggi, 18/02/2007, a pag.19, due corrispondenze. La prima
sull'Olanda, dove il paese dibatte questioni formali, dimenticando che ormai la
violenza dell'islam fondamentalista è penetrata fin nelle istituzioni. La
seconda, un'intervista ad Hanif Kureishi,che l'islam lo conosce bene essendo
musulmano, lucido osservatore dell'avanzata dell'ideologia islamista in
Inghilterra.
Riccardo Staglianò,
"The Black album" è ambientato nell´89, l´anno della fatwa a Salman Rushdie. E
descrive il giovane Shahid, diviso a metà tra edonismo occidentale e
sottomissione islamica. Non è iniziato tutto con l´11 settembre, quindi…
«A voler andare indietro è iniziato tutto con il colonialismo e il risentimento
che ciò ha provocato nei confronti dell´Impero britannico, tra gli altri. Poi
c´è stato il ‘79, l´anno della rivoluzione khomeinista che ha politicizzato
l´islam. E quindi l´anno della fatwa. Me lo ricordo benissimo: per la prima
volta, anche a Londra, si capì che per esprimere le proprie idee si poteva
morire. Fu terribile».
Da dove veniva fuori quel radicalismo?
«Gli anni ‘80 erano stati quelli del trionfo del consumismo, della "morte di
dio". E ogni eccesso crea la sua reazione. Nel consumismo tutti conoscevano il
prezzo delle cose ma non il loro valore. E l´islam, con la sua moralità e le sue
tante restrizioni, riempiva quel vuoto».
Il protagonista del "Budda delle periferie" e altri suoi personaggi musulmani
hanno però una gran voglia di vivere, di sperimentare il sesso e le droghe. Lo
riscriverebbe con quella libertà dopo quel che è successo con le vignette
danesi?
«Avrei più paura. E non per paranoia ma perché ora si rischia maggiormente che
un matto ti aspetti davanti casa e ti spari. Perché? La delusione è cresciuta,
molte vicende internazionali si sono cronicizzate: la questione palestinese,
l´assurdità delle guerre in Iraq e in Libano. E molti si sono stancati di
guardare e basta. In più, prima anche l´occidente sapeva esprimere valori
alternativi. Oggi da una parte ci sono gli islamici, con la loro fede profonda,
e dall´altra i liberali, devoti perlopiù alla religione dello shopping. Noi
sguazziamo nel dubbio, loro ne sono esenti».
Il padre del protagonista di un suo romanzo dice che la sua «religione è farsi
un culo così», che non ha tempo per pregare. Le generazioni successive diventano
più critiche perché hanno più tempo per pensare?
«La prima generazione è quella del sacrificio. C´è da portare il cibo in tavola,
pochi discorsi. I figli e i nipoti nascono in altre condizioni. E hanno visto i
loro padri, com´è successo a me, umiliati per un nonnulla o picchiati per puro
razzismo. Ciò provoca rabbia e senso di colpa per il sacrificio dei valori
originari sull´altare dell´integrazione. Una colpa alla quale tentato di
rimediare radicalizzandosi».
Lei si identifica con i musulmani, come suo padre, ma è molto critico con
l´islam. Cosa gli rimprovera?
«Sono un liberale e uno scrittore. E l´islam, come dimostra il caso di Nagib
Mahfouz accoltellato in Egitto, di Salman Rusdie e vari altri casi recenti, può
non essere amico degli scrittori. Mio padre era un ottimo uomo e un cattivo
musulmano: non mangiava maiale ma beveva e non andava in moschea. Io sono un
apostata: amo molti libri, non un Libro solo. La dimensione religiosa, in
generale, mi è totalmente aliena. Coltivo dubbi e scetticismo. Ma rispetto i
musulmani come gli altri fedeli».
Sostiene però una laicità alla francese, soprattutto per quanto riguarda la
scuola. Perché è così importante che sia non confessionale?
«Perché è lì che si formano le coscienze. Islam significa sottomissione mentre
quello che ci si aspetta da una scuola è imparare a pensare con la propria
testa, mettere tutto in discussione. E Blair, invece di introdurre scuole
islamiche, dovrebbe togliere anche quelle cristiane ed ebraiche. Devono essere
di stato, uguali per tutti».
Nel suo prossimo "Qualcosa che vorrei dirti" traccia l´evoluzione della comunità
asiatico-britannica dagli anni ‘70 agli attentati di due estati fa. Cos´è
cambiato?
«Le diverse comunità sono oggi ancora più distanti. E l´islam sta assumendo
caratteri ideologici più forti. Mi viene da dire che sarà, per il XXI secolo,
ciò che comunismo e fascismo sono stati per il XX. Rischia di diventare un´idea
molto pericolosa. E quella più insidiosa non è la sua versione radicale ma
moderata. Nessuno simpatizza per quelli che mettono le bombe. Mentre i moderati,
cooptati dai nostri governi, compiono quotidiane iniezioni di islam in posti
dove non se ne sente il bisogno: scuole, fabbriche, società civile. Non si
faranno convertire dalle società che li ospitano, cercheranno sempre di
convertirle. Convinti che gli infedeli siano gli altri e fiduciosi nel loro
paradiso. So di essere pessimista, e politicamente scorretto, ma credereste a un
nazismo moderato? Esistono molti musulmani moderati, sono la stragrande
maggioranza, li conosco e li rispetto. Ma non un islam, inteso come ideologia,
di quel tipo».
Ecco il primo articolo, di Alberto D'Argenio, " Mai in Olanda ministri
musulmani"
BRUXELLES - Quando Sietse Fritsma, uno dei nove deputati populisti olandesi, ha
preso la parola per chiedere che i due ministri con la doppia cittadinanza
fossero rimossi dall´incarico, la speaker della Camera gli ha tolto la parola.
Una reazione tempestiva che però non è bastata a spegnere sul nascere la
polemica. E l´Olanda si interroga: Ahmed Aboutaleb e Nebhat Albayrak - entrambi
musulmani e rispettivamente di origine marocchina e turca - potranno essere
segretario di Stato agli affari sociali e ministro della Giustizia del nuovo
governo di Jan Peter Balkenende?
Il caso è scoppiato giovedì scorso, quando il partito populista di estrema
destra (Pvv) ha presentato una mozione parlamentare affermando che Aboutaleb e
Albayrak non potevano ricoprire il ruolo assegnatogli nel nuovo governo
olandese. «La loro lealtà al Paese non può che essere messa in dubbio» dalla
doppia cittadinanza, hanno scritto gli onorevoli del Partito per la Libertà nel
testo depositato al Parlamento. E a buttare benzina sul fuoco ci ha pensato Rita
Verdonk, il ministro per l´Immigrazione uscente la cui intransigenza con gli
extracomunitari lo scorso autunno aveva fatto cadere il governo: «Se vogliono
dimostrare la loro fierezza di essere olandesi - ha detto "Rita di ferro" -
devono abbandonare i loro doppi passaporti».
Sdegnata la reazione dei due ministri designati. Aboutaleb, il più carismatico e
già famoso per avere lavorato a fianco del sindaco di Amsterdam nelle questioni
legate all´immigrazione - ha risposto ai populisti sventolando in televisione il
proprio passaporto olandese e affermando: «Alla mia morte voglio essere sepolto
su questo suolo». Anche la candidata al ministero della Giustizia, la Albayrak,
ha sottolineato con forza il suo radicamento nei Paesi Bassi e la totale lealtà
alle istituzioni pubbliche.
Difesi dalla maggioranza del Parlamento, il caso ha comunque scaldato gli animi
in una terra che non riesce a ritrovare la propria identità perduta di Paese
modello per l´integrazione, illusione frantumata dai colpi di pistola sparati
dal radicale musulmano che nel 2004 ha ucciso il regista Theo Van Gogh. La
questione è seria e lo dimostra l´acceso dibattito che sta spaccando la società
olandese nonostante il caso sia stato aperto da un partito da sempre sopra le
righe (basta pensare che il suo leader, Geert Wilders, martedì scorso ha
affermato che «se Maometto vivesse in Olanda proporrei di cacciarlo come un
estremista»). E come ormai avviene ogni volta che si parla di immigrazione e
Islam, il caso ha spaccato l´opinione pubblica di uno Stato dove più di un
milione di cittadini (uno su sedici) possiede un doppio passaporto. Il
principale quotidiano, De Telegraaf, pur definendo «idiota» la proposta dei
populisti, ha riconosciuto che la mozione «ha toccato una corda sensibile».
Analisi confermata da un sondaggio confezionato ad hoc dal quale è emerso che
per il 48% degli olandesi chi ricopre cariche istituzionali deve rinunciare alla
doppia nazionalità. Ma la legge parla chiaro e obbliga i parlamentari ad essere
cittadini dei Paesi Bassi, senza proibire il doppio passaporto. Una norma da
sempre sgradita al Pvv, che dopo le elezioni di novembre aveva chiesto di
modificarla. Vedendo respinta la proposta, i populisti hanno deciso di attaccare
direttamente i due futuri ministri, dando la prima gatta da pelare a Jan Peter
Balkenende, che giovedì prossimo presenterà ufficialmente il suo quarto governo,
questa volta retto dalla coalizione tra liberali e cristiano-democratici.