E IL CANCELLINO CANCELLO' L'ECCELLENZA NELLA SCUOLA...
Data: Venerd́, 16 febbraio 2007 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


E IL CANCELLINO CANCELLO’ L’ECCELLENZA A SCUOLA…


Una volta c’erano le medaglie. Le medaglie sì, non si scherza. Venivano consegnate dal preside, in una bella cerimonia, dopo un anno scolastico segnato da minuziosi bollettini quindicinali sul rendimento di ogni singolo alunno, scandito da graduatorie in cui c’era il primo, il più bravo della classe, poi c’era il secondo, emulo del primo, poi il terzo, e via dicendo, in un gioco competitivo che tutto sommato funzionava. Si studiava per migliorarsi, si faticava per non ripetere l'esistenza dei propri genitori, per garantirsi un futuro migliore. Questa era la vita delle scuole italiane negli anni Cinquanta.
Nostalgia? No, ci mancherebbe. Oggi questa parata sarebbe improponibile e nessuno si sognerebbe di avanzare proposte di questo tipo. La scuola di oggi è una scuola orgogliosamente di massa, con tutti e per tutti, uno strano miscuglio di socializzazione e pillole di cultura liofilizzate, da ingurgitare velocemente e sciogliere poi in abbondante acqua, sperando che miracolosamente rinvengano nozioni e contenuti.
Ma gli alunni bravi, in questo mare, ci spiace dirlo, di mediocrità, che fine hanno fatto? Ci sono ancora o sono irrimediabilmente finiti? Certo che ci sono. Ci sono, ci sono. E che fanno? Si annoiano un po’, forse, mentre l’insegnante resta mesi e mesi sugli argomenti, nel lodevole e sacrosanto tentativo di fare capire tutto a tutti. Poi si sentono isolati, una rara avis che vola in un’atmosfera che nessuno frequenta e che tutti snobbano.
E infine vengono contagiati dall’andazzo generale. Ne ho un testimonianza fresca fresca, recente recente. A un gruppo di alunni bravi bravissimi in matematica viene proposto nientemeno che dalla loro insegnante di partecipare nientemeno che ai Giochi matematici della Bocconi di Milano. Un tempo i loro petti si sarebbero gonfiati di orgoglio, che poi si sarebbe innalzato alle stelle, spingendoli alla ricerca di sempiterna gloria.
I bravi di oggi invece, che ti vanno a fare? Visti i loro nomi sul foglio, lungi dal bearsi della elezione a matematici della scuola, si guardano negli occhi, si fanno un cenno d’intesa, poi lo afferrano. Lui, il fatidico cancellino, il compagno di tanti compiti e compitini.
Ma stavolta servirà a ben altro. Prima pennellata: via il primo nome, e che m’importa se son bravo? Seconda pennellata: via il secondo, e che me ne frega della Bocconi? Terza pennellata: via il terzo nome, e chi se ne impipa dell’eccellenza?
E speriamo che la prof dimentichi che esistiamo. Ci secchiamo a partecipare, siamo bravi, ma così senza pretese, senza ambizioni. Siamo bravi. Ma come si può essere bravi in questa monotona e piatta scuola di oggi.

SILVANA LA PORTA






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