QUAL E' L'ETIMOLOGIA DELLA PAROLA ''MASCHERA''?
Data: Domenica, 11 febbraio 2007 ore 00:05:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Maschera, masca

«L'invenzione delle maschere, anzi, la prima maschera che mai sia stata al mondo senza alcun dubbio fu l'angelo nero che, sotto il volto di malizioso serpe, suase alla prima madre l'orrido eccesso, onde ne son discese poi tante ruine al misero e sfortunato genere umano [...] Da esso hanno apparato gli ippocriti e simulatori d'immascherarsi [...] E questo istesso ha insegnato alle donne di farsi belle, di lisciarsi il viso [...] acciò, sotto quelle false e mentite bellezze, le persone restino illuse»: con una caratteristica commistione di notazioni aneddotiche e riflessioni morali Tommaso Garzoni apre il Discorso LXXXIV (De’ mascherari e delle maschere) della sua Piazza universale di tutte le professioni del mondo (1589).

Comune a tutte le culture, senza distinzioni spaziali o temporali, è il ricorso ai più disparati stratagemmi per nascondere o dissimulare il proprio reale aspetto. Molto frequente a questo scopo è l’uso della maschera, le cui diverse finalità d’impiego possono ben essere sintetizzate dalla definizione lessicografica del suo primo significato: «Finto volto, di cartapesta, plastica, legno o altro materiale, riproducente lineamenti umani, animali o del tutto immaginarî e generalmente fornito di fori per gli occhi e la bocca; può essere indossata a scopo magico-rituale (per es., per rappresentare con efficacia antropomorfica l'essenza divina o demoniaca), bellico (per incutere terrore al nemico), di spettacolo (per comunicare con immediatezza il carattere e la funzione di un personaggio), di divertimento (come le maschere dai tratti spesso grotteschi che si usano per il carnevale), o semplicemente per non farsi riconoscere (e in questo caso potrà avere forma molto semplice)» (Vocabolario Treccani).
 I tentativi di ricostruire la trafila etimologica di maschera non hanno finora prodotto risultati di assoluta certezza. Due le ipotesi principali, non del tutto reciprocamente incompatibili. La prima prospetta la derivazione da una forma preindoeuropea masca «fuliggine, fantasma nero». La seconda, invece, suggerisce la derivazione da masca «strega», voce regionale di area ligure e piemontese a cui appartengono anche i derivati mascaria «incantesimo, stregoneria, magia» e mascassa «stregona, stregaccia». Masca, a sua volta, deriva dal latino tardo masca(m), sostantivo femminile usato nel medesimo significato e attestato, fra l’altro, nell’Editto di Rotari («Si quis eam strigam, quod est Masca, clamaverit») e in Gervasius Tilleberiensis («Lamias, quas vulgo Mascas, aut in Gallica lingua strias, Physici dicunt nocturnas esse imagines, quae ex grossitie humorem animas dormientium perturbant, et pondus faciunt»). Secondo il DEI di Battisti-Alessio, da ultimo, il latino tardo masca(m) dovrebbe essere «probabilmente relitto del sostrato pregallico, alternante con *basca, cfr. fr. rabâcher dall’ant. fr. *rabaschier  far fracasso, detto degli spettri, col deverbale rabast strepito, da un verbo *bascare che corrisponde al gr. báskein glossato con légein, kakolegêin (Esichio), termine di magia come báscanos chi strega, báskanion amuleto, bascanìa fascino».
Che, assecondando le più intime inclinazioni della natura umana, la vera identità di ogni individuo sia sempre sotto una maschera celata può, forse, infine, sostenersi rammentando che il sostantivo italiano persona, usato per designare ogni «individuo della specie umana, senza distinzione di sesso, età, condizione sociale e sim.» (Vocabolario Treccani), deriva dal latino lat. pers_na, voce di origine probabilmente etrusca, che significava propriamente "maschera teatrale".

Luigi Romani






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