«Scuola e famiglia veri educatori»
Data: Sabato, 10 febbraio 2007 ore 12:33:56 CET
Argomento: Rassegna stampa


Progetto sperimentale. Presentato alla Provincia «Sembrava fosse amore, invece...»  «L’obiettivo - ha spiegato l’assessore Ferro - è diffondere nei giovani la cultura dei valori».

Televisione ancora sotto accusa. Ma stavolta per ragioni serie e allo stesso tempo preoccupanti. Ma non sono esenti da “responsabilità” la famiglia e, soprattutto, la scuola. E’ un grido d’allarme, mai come in questo momento d’attualità. «Cominciamo col dire no al nuovo modello educatore: la televisione infatti ha realmente sostituito in talune circostanze la funzione genitoriale. Cominciamo noi educatori un percorso diverso, insegnando ai ragazzi a guardare alla vita vera e non alla finzione che ci viene proposta dalla tv spazzatura, che insegna loro violenza e falsità e dispensa modelli di vita quanto mai banali». Lancia un messaggio chiaro e diretto Margherita Ferro, assessore provinciale alla Pubblica istruzione e alle Pari opportunità. Sguardo fisso e voce ferma, l’assessore Ferro chiede innanzitutto agli educatori di agire attraverso l’insegnamento, per veicolare valori importanti come quello delle regole e della libertà. Niente male il titolo del progetto: “Sembrava fosse amore, invece...”. Si tratta di percorsi di prevenzione sul fenomeno della violenza di genere, che partirà a breve e vedrà coinvolti diversi istituti della provincia. Questo l’elenco: l’istituto professionale industriale e artigianato di Acireale, l’istituto magistrale “Regina Elena” di Acireale, il liceo scientifico “Archimede” sempre di Acireale, l’istituto professionale Industriale e artigianato “Enrico Fermi” di Catania, l’istituto professionale servizio sociali “Lucia Mangano” di Catania, l’istituto statale d’arte di Catania, il liceo classico “Mario Cutelli” di Catania, l’istituto professionale Alberghiero “Giovanni Falcone” di Giarre; e ancora, l’istituto tecnico industriale “Enrico Fermi” di Giarre, il liceo classico, scientifico, magistrale “Michele Amari” di Giarre, l’istituto tecnico commerciale, liceo Scientifico “G. Russo” di Paternò e il liceo scientifico di Linguaglossa. Le attività del progetto dureranno 4 mesi e prevedono la partecipazione delle terze classi degli istituti di scuola superiore e saranno realizzati attraverso seminari di informazione e sensibilizzazione sulla violenza in genere; sul come acquisire le informazioni per essere in grado di fronteggiare situazioni di violenza e di conoscere i servizi e le risorse che offre il territorio d’appartenenza. «I recenti fatti accaduti a Catania - sottolinea Margherita Ferro - ci coinvolgono come rappresentanti delle istituzioni e come operatori scolastici, perché impegnati quotidianamente nella crescita umana e culturale delle nuove generazioni, un compito assai delicato. La società tutta affida e demanda alla scuola il compito del recupero morale di questi giovani. Ma qualcuno dimentica che la scuola, da sola, non può assolvere pienamente questo gravoso compito. La società sta modificando le sue ragioni etiche con un taglio netto rispetto ai valori che ci sono stati consegnati dalla tradizione. E così la legge della violenza e dell’egoismo prende il posto della legge codificata dalla storia. E, anche in questi casi, come succede purtroppo per tanti altri fatti, la vuota e pomposa retorica delle frasi fatte fritte e rifritte, prende il sopravvento». Ferro avverte: «La scuola deve sentire il bisogno di costruire, realizzare e allestire progetti formativi ancorati alla realtà che ci circonda: a partire dal rispetto delle aule scolastiche, dal rispetto della personalità degli altri, e così via salendo verso i problemi più importanti. E in tutto questo, la scuola deve chiamare accanto a sé le famiglie, consapevole che senza il loro contributo poco o nulla essa potrà fare».

LUCY GULLOTTA (da www.lasicilia.it)







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