06.02.07.
Il consiglio scolastico provinciale eletto nel
1996, cioè undici anni addietro, venerdì
prossimo dovrà esprimere il parere definitivo
sul dimensionamento della rete scolastica.
È assurdo che un "parlamentino" così
importante per i problemi della scuola e
che avrebbe dovuto avere una durata triennale
resti in vita per undici anni e chissà
quando sarà rinnovato.
Sono anni, infatti, che si attende l’approvazione
della legge di modifica degli organi
collegiali della scuola, cambiamento che
tarda a venire per cui organismi arcaici
continuano ad essere tenuti in vita. Intanto,
come abbiamo pubblicato, stamane la
sezione verticale del consiglio scolastico
provinciale esaminerà le proposte di dimensionamento
in vista della seduta plenaria
di tutto il consiglio di venerdì prossimo.
Oltre la Uil Scuola, anche lo Snals, che
in seno al consiglio scolastico provinciale
ha 12 componenti, seguito dalla Cisl, giudica
negativamente il piano di dimensionamento.
«È necessario - ha rilevato il segretario
provinciale dello Snals prof. Tempera -
costruire una progettualità territoriale che
tenga conto, per esempio, delle difficoltà
della coesistenza, in uno stesso Comune, di
istituti di base comprensivi, di circoli didattici
e di scuole medie. Tale situazione determina
l’accaparramento degli alunni da parte
di alcune scuole, a discapito di altre. Occorre
inoltre evidenziare - ha continuato
Tempera - che il Comune di Catania non
può penalizzare alcuni istituti comprensivi
solo perché ha bisogno di locali, quando
il numero degli alunni di tale istituti corrisponde
grosso modo a quello di altri istituti
che, invece, non vengono toccati. Sulla
base di dati numerici riferiti agli alunni di
tutti gli istituti scolastici di Catania, vi sono
le condizioni per confermare i 55 istituti di
base poiché il totale degli alunni, pari a
35.129 ragazzi, consente con la media di
638, tale mantenimento. Nella secondaria
di secondo grado esistono situazioni particolari
in cui delle sezioni staccate hanno un
numero di alunni superiore alla sede centrale,
magari ubicata in Comune diverso
rispetto alle sezioni stesse. Resta grave la situazione
della media superiore nel Comune
di Catania dal momento che esistono
istituti altamente sovradimensionati ed altri
sottodimensionati. Pertanto anche in
questo settore occorre predisporre un piano
di interventi capace di assicurare agli
alunni il diritto allo studio e la possibilità di
frequentare un istituto scolastico vicino alla
propria abitazione. Il coinvolgimento del
consiglio scolastico provinciale - ha concluso
Tempera - è fondamentale per costruire
un percorso condivisibile con Enti locali,
Comune e Provincia, preposti dalla legge
regionale n.6 del 2000 alla stesura delle
proposte di piano da inviare all’ufficio scolastico
provinciale. Sarà poi l’assessore regionale
a dire l’ultima parola prima dell’approvazione
definitiva». Intanto, come abbiamo
detto in altre occasioni, il piano dovrà
essere trasmesso a Palermo entro il 15,
cioè fra dieci giorni.
Sul piano comunale di edilizia scolastica
si è espressa, con una nota, Cristina Cascio,
presidente dello Snadis, il Sindacato nazionale
dei dirigenti scolastici che ha parlato
di «inadeguatezza dell’edilizia scolastica
urbana, sia sotto il profilo quantitativo che
qualitativo. In genere gli edifici scolastici
non rispondono alle prescrizioni della Legge
n. 23 del ’96 che prevede, tra l’altro, ampi
spazi attrezzati all’aperto, per l’espletamento
dell’attività educativa delle istituzioni
scolastiche».
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)