Nota dell'ASAS sul dimensionamento della rete scolastica della provincia di Catania
Data: Mercoledì, 07 febbraio 2007 ore 14:36:40 CET
Argomento: Comunicati


Il 9 febbraio 2007 il Consiglio Scolastico Provinciale è chiamato ad esprimersi sul piano di razionalizzazione della rete scolastica predisposto dagli Enti Locali comunali e provinciali dopo una lunga ed estenuante fase istruttoria alla ricerca di intese con le ISA. “Io non so se le cose andranno bene, quando andranno diversamente, ma una cosa è certa che le cose dovranno andare diversamente” – Questa espressione dello scienziato tedesco George Christopfh Licthenbergh, in tono interrogativo ed affermativo ha accompagnato e guidato la ricerca del nuovo e del positivo in tutte le innovazioni e riforme scolastiche, pensate bene, ma spesso presentate in modo confusionario, e non sempre coerenti e ben integrate tra loro. L’esperienza di questi anni, dopo la prima operazione di dimensionamento dell’anno 2000 ha evidenziato la difficoltà oggettiva di organizzazione e gestione di mega istituzioni con un elevato numero di alunni e di docenti, con Collegi docenti ingovernabili, con personale docente e non docente, portatore di mentalità, formazione e cultura diverse, ed ancor più la carenza di strutture edilizie, la frammentazione dei plessi che di “scolastico” hanno soltanto il nome, e addirittura con uffici di presidenza e segreteria distaccati dai plessi scolastici. A queste difficoltà oggettive si è aggiunta la non continuità progettuale della dirigenza, la precarietà dei presidi incaricati, la mobilità del personale, le trasformazioni sociali dei quartieri con flussi di migrazione e di immigrazione da una parte all’altra delle città, lo svuotamento dei centri storici e la disarmonia delle periferie. Ci si convince sempre più che non può prevalere solo la logica dei numeri ricavati dalla somma algebrica dell’esistente, né la tutela dei posti delle dirigenze, né l’arroccamento su posizioni di ciò che piace e dà sicurezza, ma occorre, a mio parere, entrare nella logica della progettualità della scuola a servizio del territorio e con la formule adeguate per rispondere alle richieste di formazione e di istruzione. Nel primo settore dell’istruzione con la l’abolizione degli esami di quinta elementare la continuità del curricolo scolastico dello studente è evidente e va sostenuta attraverso l’impianto organizzativo degli “istituti comprensivi” che accolgono i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria con passaggio interno alla scuola secondaria di primo , secondo una progettualità uniforme ed un continuità di evoluzione formativa ben inserita nello stesso Piano dell’Offerta Formativa. Tale prassi, denominato con il neologismo di “comprensivizzazione” già diffusa e consolidata nei piccoli centri, dovrebbe essere un dato acquisito e di normalità, anche nelle città più grandi, ma comunque costituisce un’ottica di indirizzo e di percorso. Per quanto riguarda l’assetto delle istituzioni scolastiche nella città di Catania, mentre nel precedente piano di razionalizzazione è prevalsa la logica delle garanzie di alcune “presidenze storiche” e intoccabili, e dando priorità ai numeri sono state operate della aggregazioni anomale di plessi scolastici anche lontani (scuola mare-monti), ci si rende conto che dovrebbe prevalere una nuova logica di dimensionamento progettuale nell’ottica di garantire oggi e nella prospettiva di un futuro la vitalità stabile dell’istituzione scolastica nel territorio. Quando il Duca di Camastra disegnò la città di Catania tracciò delle linee di demarcazione che ancora oggi costituiscono gli assi viari e di confine tra i diversi quartieri e municipalità. Senza voler stravolgere l’esistente si evidenzia la necessità di apportare alcune modificazioni all’assetto delle istituzioni scolastiche dei quartieri di Barriera, dove la presenza di due istituzioni anziché tre , garantisce un buon servizio di continuità e di progettualità formativa e tale criterio dovrebbe essere adottato anche per il quartiere di Picanello, nel quale i tre attuali istituti risultano sottodimensionati. La stessa logica di aggregazione e fusione delle istituzioni scolastiche del centro storico, va pensata non tanto a proposte tampone che mettono un trattino tra i nomi dei titolari delle istituzioni: “Mazzini-Di Bartolo”; “Capuana-Pirandello”, ma in un’ottica di territorio e di servizio. Nella logica del duca di Camastra la ripartizione territoriale del centro storico va da Porta Uzeda , zona pescheria a Piazza Stesicoro, dalla zona delle chiese Agatine, compresa S.Agata la Vetere ed il bastione degli infetti di Carlo V (Via Plebiscito , Torre del Vescovo, Ospedale “Santa Marta” I questo territorio dove un tempo il servizio scolastico richiedeva la presenza di ben sei istituzioni scolastiche, oggi , a causa delle mutate condizioni di presenza abitativa due istituzioni potranno ben svolgere un servizio di formazione per il territorio. Una saggia fruizione delle disponibilità delle sedi e dell’edilizia scolastica esistente dovrebbe consentire una positiva aggregazione tra i fruitori del servizio nei due poli del centro storico, (zona Sud pescheria Duomo e zona alta Stesicoro Via Plebiscito.) Tenendo conto dell’edilizia scolastica nell’ex sede della Scuola Pascoli alla Stazione , ora sede della scuola “Vespucci” e nella scuola “Sante Giuffrida” una migliore fruizione degli spazi potrà garantire la presenza di due istituzioni autonome e “comprensive”. Nelle scuole della zona di Cibali occorre pianificare una ridistribuzione dei plessi ed un’articolata e differenziata offerta dei servizi per un’utenza molto diversificata. Un’altra operazione di intervento di istituto comprensivo si potrà facilmente attuare tra gli istituti “Verga” e “Leopardi” e nella ripartizione dei plessi la scuola “Martoglio” potrebbe seguire la via del mare fino a Piazza del Tricolore A nord della città la circonvallazione segna una linea di demarcazione per cui le sedi scolastiche ad Ovest si aggregano all’Istituto “Petrarca” ad Est all’Istituto Scolastico “Parini" di Ognina e proseguendo verso lungomare fino a Piazza Europa all’istituto “Martoglio” Il piano di dimensionamento di una città non può non tenere conto della presenza di Istituti secondari di secondo grado sovraffollati e quindi ingestibili, e si propone che le sedei delle scuole “Grassi” e “Sammartino Pardo” che già ospitano alunni dei licei, possano diventare sedi autonome di scuola secondaria di secondo grado , così come si sollecita la presenza di una scuola superore, nel quartiere di Librino magari sotto forma di “polivalente” che attraverso una diversità di indirizzi e corsi (liceali e professionali) renda un servizio agli alunni della popolatissima “Catania 2”. La logica degli sbarramenti nel conteggio dei numeri delle presidenze o della compensazione tra le province non appare un criterio funzionale di buon governo, e pertanto si sottolinea l’esigenza di rispondere ai bisogni reali dell’utenza e del territorio. Tali bisogni non potranno essere legati alle persone, siano essi dirigenti o personale di segreteria, ma vanno formulati alla luce di un’attenta lettura d trasformazioni del territorio ed a garanzia di una continuità almeno quinquennale. Si è constatato nella gestione del precedente piano di razionalizzazione che certe aggregazioni “forzate” o di accomodo, non hanno dato alcun frutto, anzi hanno peggiorato la situazione a danno degli stessi alunni Pensare in grande e con lo sguardo al futuro, progettare il domani nell’ottica dell’efficienza, dovrebbe essere un obiettivo non soltanto delle aziende produttive, ma ancor più della scuola che offre un delicato ed importante servizio per il bene ed il progresso dell’intera comunità cittadina e provinciale e per una qualificata societas.

Giuseppe Adernò, ASAS Catania

 







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