Dal Programma dell’Unione, pagine 227/232 ... Tale insieme di misure richiederà un serio investimento nell’istruzione... ... devono esser garantiti gli organici funzionali... ... la formazione professionale si configura come un sistema distinto da quello dell’istruzione... ... la scuola è una macchina complessa che ha bisogno di un progetto condiviso... ... non sono possibili riforme senza che i destinatari ne siano anche protagonisti... ... abolendo la norma sugli anticipi per le iscrizioni in scuola dell’infanzia ed elementare. ... Deve essere garantito più tempo scuola e vanno eliminate le riduzioni dell’orario di tutti apportate dalla Moratti. Puntiamo alla valorizzazione del tempo pieno e del tempo prolungato, ripristinandone la normativa nazionale. Vogliamo segnare una netta discontinuità con quanto fatto dal centrodestra in questi cinque anni... Con gli atti dei primi mesi di governo... abrogheremo la legislazione vigente in contrasto con il nostro programma.
E INVECE…
Confermata la linea dei tagli seguita per cinque anni dal Governo Berlusconi. La Finanziaria 2007 prevede la riduzione, tra personale docente e ATA, di 50.000 posti e l’innalzamento del rapporto alunni/classi dello 0,4. La Finanziaria 2007 prevede, invece, 100 milioni di finanziamento per le scuole paritarie. Il doppio canale della Moratti è stato completamente sdoganato. L’obbligo di istruzione per dieci anni previsto dalla Finanziaria 2007 può essere assolto dopo la terza media sia a scuola che nella formazione professionale. Il Ministero ha svolto il 25 e 26 gennaio un’indagine campionaria in diverse scuole dal nome “Progetto ascolto”. I questionari somministrati sono rimasti segreti. Ignoti sono i criteri utilizzati nella scelta del campione. È questo il protagonismo della scuola? Fioroni ha confermati gli anticipi sia nella scuola dell’infanzia che nella scuola elementare in continuità con la “riforma” Moratti. Confermato il tempo scuola “spezzatino” della Moratti. Tempo pieno e tempo prolungato rimangono abrogati. Le “Indicazioni Nazionali”, cioè i programmi di insegnamento della Moratti, sono ancora in vigore. La “riforma Moratti” continua ad essere l’unico riferimento legislativo per questo Governo in materia di scuola. Pertanto di abrogarla non se ne parla affatto.
QUESTI, INFINE, I PROVVEDIMENTI PIU’ RECENTI: Per effetto del Dec. Legge approvato il 25 gennaio le Scuole, sia Statali che parificate potranno ricevere donazioni come le Fondazioni. Le minori entrate per lo Stato derivanti dagli sgravi fiscali verranno compensate da futuri tagli alla scuola statale che si troverà così a finanziare quelle private per le quali non è previsto alcun taglio. Le scuole-fondazioni aprono la strada alla privatizzazione della scuola pubblica statale. Gli Organi Collegiali verranno riformati con un Decreto Legge: dove sono finiti partecipazione e ascolto? Così come previsto dalla Moratti, su suggerimento di Confindustria, sotto uno stesso tetto potranno andare a finire Istituti Tecnici, Istituti Professionali, corsi regionali triennali di qualifica, Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, tutti “governati” anche da rappresentanti delle imprese che potranno entrare a far parte dei Consigli di Istituto. Non è questa la scuola che ci avevano promesso, non è questa la scuola di cui ha bisogno il Paese. Perché si continuano ad affrontare i problemi della scuola in ambiti impropri (finanziaria, decreti sulle liberalizzazioni)? SCUOLA PUBBLICA: NON CI SIAMO! Per quattro anni ci siamo battuti contro la “riforma” Moratti; con un percorso condiviso e partecipato abbiamo raccolto nella Legge di Iniziativa Popolare per una Buona Scuola per la Repubblica le nostre proposte che sono state sottoscritte da centomila cittadini. La legge 1600 della XV legislatura è all’attenzione della Commissione Cultura della Camera dei Deputati. È lecito sperare che il paese e il Parlamento possano finalmente parlare di istruzione usando il linguaggio della pedagogia, del diritto e della condivisione delle scelte? È ORA DI RIPRENDERE LA PAROLA, LA SCUOLA PUBBLICA È DI TUTTE E DI TUTTI, È IL FUTURO CHE CI RIGUARDA. DOBBIAMO TORNARE A ESSERCI. www.retescuole.net www.leggepopolare.it