SE IL ROMANZO DIVENTA UN SMS
Data: Sabato, 03 febbraio 2007 ore 00:05:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


SE IL ROMANZO DIVENTA UN SMS


E’ proprio vero: a furia di annunciare funestamente la morte di qualcuno o qualcosa si rischia di vederla improvvisamente attuata.
Da decenni ormai tra critici e dilettanti della critica si era diffusa la malefica voce di una possibile morte della letteratura; e dalla letteratura si passava poi ai generi letterari, primo tra tutti il romanzo, moderno genere borghese ormai destinato a defungere nell’inquietante scenario della postmodernità.
Ebbene così è stato. E’ nato il primo romanzo composto dai tanto, ma tanto, ma proprio tanto odiati sms. Proprio loro, i responsabili della depauperizzazione del linguaggio dei giovani, quei brevi stringati poveri segni di contenuti altrettanto poveri, dicono gli apocalittici; proprio loro, quei capolavori di immediatezza e sintesi, affermano di rimando gli integrati. Lo ha appena concluso il finlandese Hannu Luntiala, che come primo lavoro dirige un archivio anagrafico e che già in altre sue pubblicazioni ha sperimentato uno stile originale.  Questa sua ultima fatica è composta di mille messaggini per un totale di ben 332 pagine. La novità è tutta nella forma, mentre la trama scorre su binari abbastanza tradizionali poiché racconta del dirigente di una società tecnologica finlandese che, dopo aver dato le dimissioni, comincia a vagare tra Europa e India, tenendosi in contatto coi familiari unicamente attraverso i brevi messaggi di testo del telefonino. Così il lettore si trova di fronte a mille moderne missive, composte di bits, che segnano il trionfo di un tono colloquiale. Scorrendole, infatti, ci si accorge che fanno largamente uso, come qualsiasi ragazzino telefonino-dipendente insegna, di abbreviazioni ed errori di battitura, abnormemente amplificati dagli interventi impropri del T9, il programma di scrittura rapida che semplifica l’inserimento delle parole.
Insomma, in barba a tutti coloro che credono nella lettura come un incentivo a ben scrivere e ben parlare, qui leggere significa entrare a contatto con le mille sgrammaticature della nuova tecnologia. Ma, a quanto pare, con profondi significati, se l’autore ha potuto affermare: «In fondo credo che un messaggino di testo possa svelare una persona più di quanto non si pensi.”
Ecco il frutto più maturo del dominante e travolgente Mediaevo in cui siamo, volenti o nolenti, immersi. Che poi ci spiega, dulcis in fundo, il titolo dell’innovativo romanzo: L’ultimo messaggio. Ovvero l’ultima inquietante frontiera della fantasmagorica letteratura dei rivoluzionari tempi odierni…


Silvana La Porta






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