E ADESSO A CHE MI E' SERVITO INSEGNARE IN UNA SCUOLA DI MONTAGNA?
Data: Venerd́, 02 febbraio 2007 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


Un'altra ingiustizia
Vengo da un piccolo paese in provincia di Siracusa: Palazzolo Acreide... piccolo ma accogliente, un posto sconosciuto, forse, da molti ma per me molto importante perchè ci vivono le persone a me più care... E' da quattro anni che insegno nella provincia di Enna, due anni a Cerami e due a Calascibetta. Il primo anno, dopo il conseguimento del diploma di specializzazione Sissis all'Università di Catania, ho deciso, seguendo il consiglio del sindacato a cui sono iscritta, di inserirmi nella graduatoria permanente di Enna...
Mi era stato detto che lì ci sarebbero state più possibilità di avere una nomina annuale; così, alle convocazioni, ho scelto il primo paese che era disponibile: Cerami... Non starò qui a raccontarvi la mia esperienza in quel posto "dimenticato da Dio" lontana dai miei cari e da mio padre che in quel periodo stava molto male... Comunque, l'anno successivo è arrivata una legge, a dir poco strana, che prevedeva il doppio punteggio per chi, come me, aveva lavorato in un comune di montagna e,sicuramente, fatta "ad hoc" per "sistemare qualcuno". A prescindere dalla sorpresa e, non lo nego, dalla contentezza per aver ottenuto qualcosa che, forse, non mi spettava, sinceramente, mi è sembrata un'ingiustizia perchè si basava su qualcosa di puramente casuale! Ma, si sa, le leggi sono leggi ed è a causa di questa legge "balorda" che mi sono vista costretta a restare dov'ero e a rifiutare le tante chiamate che ricevevo dai paesi della mia provincia e dal mio stesso paese... Poi, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata questa sentenza della Corte Costituzionale che, di colpo, ha annullato anni di sacrifici fatti in funzione di una legge che ora non è più valida... Alla luce di tutto quello che è successo, mi "mangerei le mani" se penso che l'anno scorso avrei potuto lavorare nel mio paese, nella scuola che parecchi anni fa ho frequentato... Ma, ho scelto di continuare qui, ad Enna, per seguire le promesse di una legge che oggi non è più valida, per andare in posti dove nessuno vorrebbe mai andare... E adesso sono qui, a sfogarmi, a prendermela con me stessa e a pensare che, forse, in Francia o da qualunque altra parte, questo non sarebbe mai successo. Se ingiustizia c'è stata nel 2004 con questa maledetta legge, ingiustizia è stata fatta anche adesso verso tutti coloro che sono andati a centinaia di chilometri dal loro paese, pur avendo la possibilità di lavorare "a casa loro" senza scomodarsi più di tanto (come fanno molti di quelli che adesso esultano perchè giustizia è stata fatta!), verso tutte le persone che hanno lasciato la loro famiglia per andare al nord, in paesi di montagna sperduti, verso tutti quelli che adesso si sentono ingannati, delusi, messi da parte dopo aver fatto molti, troppi, sacrifici. Ma, la cosa che fa più male è questa gioia, questa esultanza, questo non comprendere lo sconforto di chi, adesso, si trova a fare i conti con qualcosa di troppo ingiusto e a chiedersi: "perchè questa sentenza è stata emanata dopo tre anni e perchè devo farev sacrifici fino alla fine delle attività scolastiche per avere lo stesso punteggio che avrei avuto lavorando tranquillamente vicino casa mia?"

Cordiali saluti
Loredana Gionfriddo
31/01/2007






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