FENOMENO BULLISMO: Una risposta massiccia all’iniziativa proposta nelle scuole del quartiere dalla II Municipalità.
Data: Martedì, 30 gennaio 2007 ore 10:37:47 CET
Argomento: Rassegna stampa


Il presidente: «Abbiamo cercato di portare il problema al di fuori delle aule scolastiche» Sfuggire agli stereotipi, provare a ragionare su un fenomeno» vecchio come il mondo e assieme nuovo, spiegare che cosa succede quando un coetaneo è prepotente e violento con te che non gli hai fatto niente.... E il «fenomeno sociale del bullismo» è stato appunto il tema scelto dal Consiglio della II Municipalità per un concorso di poesia e racconti brevi aperto ai ragazzini delle scuole medie inferiori di «Ognina-Picanello-Stazione Centrale». Il risultato è stato sorprendente in termini quantitativi e qualitativi: circa duecento i ragazzini (delle scuole medie Leopardi, Recupero, Martoglio e Parini) che hanno partecipato all’iniziativa con le loro composizioni, un gran lavoro per la commissione giudicatrice che oltre a premiare i rituali primi tre classificati, ha voluto menzionare numerosi elaborati ritenuti molto significativi. E soprattutto, si è capito, esaminando i componimenti prodotti dai ragazzini e dalle ragazzine, che nessuno si è fermato allo stereotipo e che anzi, in poesie e racconti, c’era tanta storia vissuta in prima persona o perlomeno da spettatore. «Non è la prima volta - spiega il presidente della II Municipalità, l’avv. Antonio Lauricella - che proponiamo un concorso di poesia - ma questa volta abbiamo voluto che i nostri ragazzi si confrontassero su un tema reale, una realtà specifica che purtroppo è sempre esistita e che riteniamo essere un fenomeno propedeutico alla violenza alla criminalità. Un problema, quello del bullismo, presente e sentito ovviamente non solo nel territorio della nostra Municipalità, ma ovunque. Ma che noi abbiamo cercato, con questa iniziativa, di portare fuori dalla scuola, dal dialogo fra singolo ragazzo e i docenti, gli operatori. Tutto qui. Ma credo che questa piccola iniziativa, proposta dalla commissione consiliare permanente presieduta da Alessandro Condorelli (e composta da Davide Chisari, Domenico Iacobello e Giuseppe Castiglione) sia servita a tutti». «Credo proprio che questa iniziativa della Municipalità - dice la prof. Marina Carulli della Media Leopardi, referente per i progetti "legalità" del Comune - abbia colto nel segno. Solo nella mia scuola in sessanta si sono cimentati con entusiasmo nella composizione estemporanea di poesie, raccontini, acrostici. Al punto che alla fine abbiamo raccolto tutti gli elaborati, senza alcuna correzione o omissione, e ne abbiamo fatto una piccola pubblicazione. E credo che ciò sia avvenuto perchè sono problemi che i ragazzi vivono sulla propria pelle o che hanno avuto modo da osservare da vicino. Una ragazzina mi ha detto: ma lo sa che in via Etnea ci molestano sempre? Ecco, attraverso la scrittura, questi ragazzini - fra i quali anche alcuni portatori di handicap - sono riusciti esprimere le loro emozioni. Una sorta di diario personale per dare voce al bisogno di esprimersi che a quell’età è forte. Specie, se, come si nota in qualche caso, l’episodio doloroso di cui si scrive stato vissuto personalmente».

ROSSELLA JANNELLO (da www.lasicilia.it)

 

L’ESPERTO: «Ma il bullo non va eliminato, semmai aiutato»

«Le poesie, i racconti? E’ un modo per chiedere maggiore attenzione da parte degli adulti». Il dott. Salvatore Scardilli, psicoterapeuta, ha coordinato come docente un corso su «Abuso e maltrattamento dei minori» organizzato dalla Usl 3, appena conclusosi nel liceo Turrisi Colonna, che ha visto la partecipazione di una quarantina di docenti. Con i quali per due mesi, alla presenza di esperti e tecnici, si è ragionato sul fenomeno del bullismo che sembra essere «emerso» con violenza grazie a una serie di fatti di cronaca. «Quello che abbiamo cercato di fare nel corso di questi incontri - spiega - è fornire ai docenti degli strumenti per intervenire precocemente. Senza punire il bullo e proteggere la vittima e basta. Al contrario la vittima va "rinforzata" e il ruolo del "leone" non deve emergere. E tutto ciò può essere solo compito degli adulti, che nel gruppo-classe devono creare delle dinamiche tali che le vittime non esistano». Tutte tematiche che - aggiunge il dott. Scardilli emergono con chiarezza negli scritti dei ragazzini della II Municipalità. «Si tratta di una iniziativa interessante - conferma - perchè si è riusciti a coinvolgere molte persone su questa problematica: tanto i ragazzini che hanno partecipato, quanto gli adulti che hanno ideato l’iniziativa, che hanno scelto e giudicato. E nei lavori che sono stati premiati (ma sarebbe interessante vedere con quale criterio sono stati selezionati) emerge con forza che, in base agli episodi di violenza tratteggiati, che gli adulti sono quasi inesistenti o se ci sono, sono sullo sfondo. Protettivi, ma non abbastanza da aiutare concretamente la vittima. «Come accade - spiega - nel raccontino terzo classificato dove manca una presenza importante che possa risolvere completamente la situazione. Il bullo infatti promette di tornare a vendicarsi anche dopo avere ricevuto la punizione. La legge del più forte in quel contesto finisce insomma per vincere e il più debole è sempre in balia dei marosi». Non dissimile la situazione, lo stato d’animo prospettato nell’acrostico dove si diversifica brutalmente il bullo dalla vittima. «Con l’utilizzo di aggettivi come sopraffatto o mortificato emerge la paura di restare da soli e il bisogno di avere dei punti di riferimento». Anche nella poesia premiata emerge la figura del bullo «viso maligno, occhi di fuoco e cuore di ghiaccio» come cattivo senza possibilità alcuna di redenzione. «Ma un bullo presentato come un mostro si chiede Scardilli - è un ragazzo da eliminare per sempre dal contesto scolastico. Ma è assurdo pensare che l’allontanamento, la rimozione, possano essere l’unico strumento a disposizione della scuola per contrastare il bullismo. Lo allontaniamo da questa scuola, da questo quartiere per scaricare il suo peso a un altro istituto, a un altro territorio? La verità - conclude l’esperto - è che il bullo va visto come elemento di un sistema ed è sul sistema che occorre intervenire. Definendo delle regole e decodificando i primi segnali di disagio: solo così il bullismo può essere respinto sul nascere».

R. J. (da www.lasicilia.it)







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