Corso di formazione: Educare ai diritti umani con il Teatro dell’Oppresso
Data: Martedì, 30 gennaio 2007 ore 07:00:00 CET
Argomento: Associazioni


Amnesty International Sezione Italiana ONLUS
Circoscrizione Sicilia

Movimento internazionale per la tutela dei Diritti Umani
Premio Nobel per la Pace - Premio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani

“Educare ai diritti umani con il Teatro dell’Oppresso”
S. G. Galermo (CT), 13-14 febbraio, 21-22 marzo, 18 aprile 2007

(Corso di formazione in servizio a carattere regionale per il personale docente, ai sensi dell’art.5 della Direttiva Ministeriale n.90 del 1 dicembre 2003. Riconosciuto con decreto del MIUR – Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia del 12 settembre 2006)

Motivazioni del corso

Il corso si fonda sulla considerazione che l’Educazione ai diritti umani (EDU) sia in primo luogo Educazione alla comunicazione. L’EDU, cioè, non può limitarsi alla trasmissione di pur utili informazioni, che rischiano altrimenti di restare fini a se stesse, ma deve puntare allo sviluppo nell’individuo di competenze pro-sociali. Ciò significa che: 1) l’individuo deve essere in grado di comunicare con se stesso, individuandosi, sciogliendo i propri nodi, gestendo i propri limiti; 2) l’individuo deve essere in grado di comunicare con l’altro da sé, cogliendo prospettive differenti e riconoscendo in lui un possibile prolungamento del proprio io. In questa prospettiva “comunicare” assume il significato più proprio di “mettere in comune”, “condividere”: l’individuo si rafforza nell’interazione con l’altro da sé e riconosce in lui il naturale confluire del proprio essere.

Purtroppo, spesso però l’incontro con l’altro assume piuttosto l’aspetto dello scontro, a causa di angosce di natura esistenziale (bisogni di appartenenza, identificazione, riconoscimento) e di origine sociale (senso di sradicamento indotto dalla dissoluzione di vincoli comunitari e culturali). In tal modo l’altro diventa lo “straniero”, il “nemico” da emarginare e/o combattere. Da qui l’origine delle ideologie razziste e xenofobe, da qui l’intolleranza verso il diverso (nelle sue infinite declinazioni possibili), da qui le diverse forme di prevaricazione e violenza.

Educare alla comunicazione significa allora offrire opportunità per sperimentare un contatto autentico con se stessi e con l’altro, stimolare al dialogo, favorire pratiche di rispetto e di relazionalità.

Ciò assume particolare significato nell’ambiente scolastico, spazio e tempo nel quale l’alunno mette alla prova se stesso in quanto individuo inserito in una comunità. In tale contesto lavorare sulla sfera emotivo-affettiva vuol dire favorire il pieno sviluppo della personalità e un sistema di relazioni “sano”, elementi base per cittadinanze autenticamente cooperative e solidali.

In questo processo un ruolo fondamentale lo gioca naturalmente l’insegnante in quanto “facilitatore” dei processi comunicativi che hanno luogo nel contesto classe ma anche in quanto possibile “modello”, di grande influenza, di comportamento e modalità relazionali. Il corso vuole quindi stimolare nei docenti partecipanti la riflessione sull’importanza del sistema affettivo-relazionale, a partire dalla propria esperienza di individui, e fornire spunti per migliorare le interazioni all’interno della scuola.

Finalità, obiettivi e metodologia di lavoro

La presente proposta formativa si pone le seguenti:

Finalità

• Migliorare la professionalità docente nella scuola, sviluppando le competenze nell’Educazione ai diritti umani, declinati sui temi della violenza e del rispetto delle differenze.

Obiettivi educativi

Saper:

• Sviluppare capacità di analisi del contesto in cui si è inseriti, in ordine ai diritti umani rispettati o no, con particolare riguardo ai fenomeni del bullismo e delle relazioni interculturali
• Attivare risorse individuali e di gruppo per affrontare in maniera costruttiva le difficoltà e far rispettare i diritti umani nella scuola
• Costituire un gruppo che rimanga a fine progetto per continuare come gruppo di auto-aiuto e ricerca sul tema dei diritti umani a scuola.

Metodologia

L’intervento formativo sarà condotto con la metodologia del Teatro dell'Oppresso (TdO), sviluppata a partire dalla metà degli anni Cinquanta dal brasiliano Augusto Boal. Il TdO si articola in diverse attività comprendenti giochi, esercizi, tecniche quali Teatro Immagine; Teatro Forum; Flic dans la tete; Teatro Invisibile.
Scopi fondamentali del TdO, indissociabili tra loro, sono: conoscere (con la ragione, con i sensi, con il cuore) e trasformare (aver voglia di farlo, sapere come, averne l’energia) la realtà che ci opprime. Questi due scopi non riguardano soltanto la sfera cognitiva ma anche quella affettiva, emotiva, motivazionale: nel TdO non si cerca solo di capire con la testa ma, sperimentandosi nell’attività teatrale, si vuol scoprire anche con i sensi, con l’intuizione, con l’empatia. Anche la trasformazione non avviene soltanto per un processo logico-verbale ma coinvolge l’emozione e il vissuto intero. Inoltre questi due scopi sono intrecciati tra loro: mentre si svolge un certo esercizio, l’individuo capisce meglio i propri limiti, le proprie potenzialità, le proprie paure ma anche comincia a trasformarsi, a percepire meglio e di più, a sciogliere la maschera sociale.

Sarà quindi privilegiato un approccio maieutico che fa leva su:
• le risorse potenziali di ogni individuo
• la sintonia tra mente, corpo ed emozione
• il valore della teatralità

Tra le tecniche privilegiate ci saranno il Teatro Immagine e il Teatro Forum, che consentono la messa in scena delle situazioni critiche per poi analizzarle in gruppo. L’aspetto teatrale (inteso come messa in scena e presa di distanza dal reale) sarà l’asse del lavoro, in quanto specifico del metodo stesso. Gli esercizi non sono specialistici ma cercano di ampliare la gamma delle possibilità di movimento, della sensibilità, dell’uso della voce dell’essere umano. Non sarà invece di pertinenza dell’intervento formativo un lavoro psicoterapico o di interpretazione dei vissuti e dell’agito.

Coscientizzazione e non trasmissività caratterizzeranno l’atteggiamento del conduttore; non quindi una trasmissione di soluzioni, di idee, di precetti da seguire, ma uno stimolo al gruppo perché scelga i nodi da affrontare, rifletta e trovi le proprie strategie di soluzione ai problemi.

Il metodo del Teatro dell’Oppresso persegue la creazione di un clima di gruppo positivo, accettante, non-giudicante, capace di condividere esperienze ed emozioni, attento a valorizzare le persone, a chiarire i conflitti, a comunicare costruttivamente. Verrà quindi posta enfasi sull’osservazione piuttosto che sull’interpretazione, sulla comunicazione aperta e rispettosa, sulla sospensione del giudizio.

Si lavorerà a partire dalle capacità e sensibilità degli insegnanti, facendo individuare a loro stessi i temi di lavoro più coinvolgenti, com’è nello spirito TdO, nell’ambito dell’area diritti umani e dei sotto-temi bullismo e rapporti inter-culturali.
I contenuti teorici saranno scelti dai conduttori sulla base della loro rilevanza per il TdO e per il tema emerso, tra:
• cenni storici sulla nascita e l’evoluzione del TdO
• scopi
• aspetti di metodo: la coscientizzazione, la riflessione dopo l’azione, rapporti di confine, dialettica individuo-gruppo
• principali tecniche: giochesercizi, Teatro Immagine, Teatro Forum e giochi di maschere
• concetti chiave: spett-attore, oppressione, persona-personalità-personaggio, linguaggi logici e analogici, maschera sociale osmosi e rituali, Protagonista e Antagonista
• esperienze tipo di applicazione del TdO nella scuola.

Programma dei lavori

La presente proposta è articolata in 35 ore suddivise in 5 giorni, secondo il seguente schema:

• 1° modulo: 2 giornate consecutive di 7 ore (9,00–13,00; 15,00–18,00) dedicate a: introduzione teorica, riscaldamento e de-meccanizzazione, individuazione dei nodi di fondo, dei malesseri e conflitti legati al non rispetto dei diritti umani
• 2° modulo: 2 giornate consecutive di 7 ore (9,00–13,00; 15,00–18,00) dedicate alla verifica del lavoro svolto nel corso del primo incontro e gli impegni presi, nonché analizzare eventuali nuovi altri temi e approfondire le difficoltà
• 3° modulo: 1 giornata di 7 ore (9,00-13,00; 15,00-18,00) dedicata alla verifica del lavoro svolto, alla valutazione complessiva ed alle prospettive di sviluppo di quanto realizzato.

Verifica e valutazione

Discussioni collettive nel corso degli incontri per verificare la rispondenza di quanto concretamente operato a scuola tra un incontro e l’altro con le indicazioni e i “compiti” definiti durante il corso.

Nominativo e qualifica del direttore responsabile

Prof. Sergio Travi
Referente nazionale per l’Educazione ai Diritti Umani di Amnesty International - Sezione Italiana.

Nominativi dei formatori

• Sergio Di Vita - esperto di formazione alla nonviolenza col metodo training, ha ampliato la propria preparazione con i corsi di formazione sul Teatro dell'Oppresso (TdO) gestiti dall'associazione “Giolli”, partecipando anche a vari altri laboratori, fra cui uno sulla gestione delle emozioni, e a una ricerca di connessioni fra disagio psicologico e contesto socio-politico. Ha realizzato varie conduzioni, fra cui un corso di aggiornamento sul bullismo per insegnanti della scuola media; uno stage di introduzione al TdO e varie altre collaborazioni in conduzione congiunta; una scuola-polo per "operatori di pace" per ragazzi del terzo e quarto anno di scuola secondaria superiore.

• Preziosa Salatino - laureata in Storia del teatro presso il DAMS dell’Università di Roma 3 con una tesi sul Teatro dell'Oppresso, ha iniziato la formazione al TdO presso il CTO (Centre du théatre de l'opprimé) di Parigi, proseguendo in Italia con l'associazione “Giolli”, seguendo, fra l'altro: il corso di formazione alla conduzione; il tirocinio in un progetto sull'utilizzo del TdO come strumento di integrazione fra le culture; un laboratorio di ricerca delle connessioni fra disagio psicologico e contesto socio-politico. Alla ricerca sul TdO affianca anche la pratica attoriale.

Destinatari

Un gruppo di 12-25 docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado.

Data e sede di svolgimento del corso

• S. G. Galermo (CT), Cooperativa Prospettiva; Via San Luca Evangelista, 6 (1ª traversa a sinistra dopo Etna Bar).

• I modulo: 13-14 febbraio 2007; II modulo: 21-22 marzo 2007; III modulo: 18 aprile 2007.

Note

• L’iscrizione al corso è gratuita e andrà effettuata entro il 5 febbraio 2007.

• Alla fine del corso sarà consegnato un attestato di partecipazione.

• Si ricorda che la fruizione del diritto alla formazione è regolata dall’art. 62 del CCNL Scuola 2002-2005. In particolare il comma 5 stabilisce: “Gli insegnanti hanno diritto alla fruizione di cinque giorni nel corso dell’anno scolastico per la partecipazione a iniziative di formazione con l’esonero dal servizio e con sostituzione ai sensi della normativa sulle supplenze brevi vigente nei diversi gradi scolastici”.


Modulo di adesione

Per ulteriori informazioni e per l’iscrizione al corso:
Amnesty International
Ufficio Educazione e Formazione
064490208 – 064490236
c.pacifici@amnesty.it








Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-6477.html