Movimento
internazionale per la tutela
dei Diritti Umani
Premio Nobel per la Pace -
Premio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani
“Educare
ai diritti umani con il Teatro dell’Oppresso”
S. G. Galermo (CT), 13-14 febbraio, 21-22 marzo, 18 aprile 2007
(Corso di formazione in servizio a carattere regionale per il
personale
docente, ai sensi dell’art.5 della Direttiva Ministeriale n.90 del 1
dicembre
2003. Riconosciuto con decreto del MIUR – Ufficio Scolastico Regionale
per la
Sicilia del 12 settembre 2006)
Motivazioni
del corso
Il corso si fonda sulla considerazione che l’Educazione ai
diritti umani (EDU)
sia in primo luogo Educazione alla comunicazione. L’EDU, cioè, non può
limitarsi alla trasmissione di pur utili informazioni, che rischiano
altrimenti
di restare fini a se stesse, ma deve puntare allo sviluppo
nell’individuo di
competenze pro-sociali. Ciò significa che: 1) l’individuo deve essere
in grado
di comunicare con se stesso, individuandosi, sciogliendo i propri nodi,
gestendo i propri limiti; 2) l’individuo deve essere in grado di
comunicare con
l’altro da sé, cogliendo prospettive differenti e riconoscendo in lui
un
possibile prolungamento del proprio io. In questa prospettiva
“comunicare”
assume il significato più proprio di “mettere in comune”,
“condividere”:
l’individuo si rafforza nell’interazione con l’altro da sé e riconosce
in lui
il naturale confluire del proprio essere.
Purtroppo, spesso però l’incontro con l’altro assume
piuttosto l’aspetto dello
scontro, a causa di angosce di natura esistenziale (bisogni di
appartenenza,
identificazione, riconoscimento) e di origine sociale (senso di
sradicamento
indotto dalla dissoluzione di vincoli comunitari e culturali). In tal
modo
l’altro diventa lo “straniero”, il “nemico” da emarginare e/o
combattere. Da
qui l’origine delle ideologie razziste e xenofobe, da qui
l’intolleranza verso
il diverso (nelle sue infinite declinazioni possibili), da qui le
diverse forme
di prevaricazione e violenza.
Educare alla comunicazione significa allora offrire
opportunità per
sperimentare un contatto autentico con se stessi e con l’altro,
stimolare al
dialogo, favorire pratiche di rispetto e di relazionalità.
Ciò assume particolare significato nell’ambiente
scolastico, spazio e tempo nel
quale l’alunno mette alla prova se stesso in quanto individuo inserito
in una
comunità. In tale contesto lavorare sulla sfera emotivo-affettiva vuol
dire
favorire il pieno sviluppo della personalità e un sistema di relazioni
“sano”,
elementi base per cittadinanze autenticamente cooperative e solidali.
In questo processo un ruolo fondamentale lo gioca
naturalmente l’insegnante in
quanto “facilitatore” dei processi comunicativi che hanno luogo nel
contesto
classe ma anche in quanto possibile “modello”, di grande influenza, di
comportamento e modalità relazionali. Il corso vuole quindi stimolare
nei
docenti partecipanti la riflessione sull’importanza del sistema
affettivo-relazionale,
a partire dalla propria esperienza di individui, e fornire spunti per
migliorare le interazioni all’interno della scuola.
Finalità,
obiettivi e metodologia di lavoro
La presente proposta formativa si pone le seguenti:
Finalità
• Migliorare la professionalità docente nella scuola,
sviluppando le competenze
nell’Educazione ai diritti umani, declinati sui temi della violenza e
del
rispetto delle differenze.
Obiettivi educativi
Saper:
• Sviluppare capacità di analisi del contesto in cui si è
inseriti, in ordine
ai diritti umani rispettati o no, con particolare riguardo ai fenomeni
del
bullismo e delle relazioni interculturali
• Attivare risorse individuali e di gruppo per affrontare in maniera
costruttiva le difficoltà e far rispettare i diritti umani nella scuola
• Costituire un gruppo che rimanga a fine progetto per continuare come
gruppo
di auto-aiuto e ricerca sul tema dei diritti umani a scuola.
Metodologia
L’intervento formativo sarà condotto con la
metodologia del Teatro dell'Oppresso
(TdO), sviluppata a partire dalla metà
degli anni Cinquanta dal brasiliano Augusto Boal. Il TdO si articola in
diverse
attività comprendenti giochi, esercizi, tecniche quali Teatro Immagine;
Teatro
Forum; Flic dans la tete; Teatro Invisibile.
Scopi fondamentali del TdO, indissociabili tra loro, sono: conoscere
(con la
ragione, con i sensi, con il cuore) e trasformare (aver voglia di
farlo, sapere
come, averne l’energia) la realtà che ci opprime. Questi due scopi non
riguardano soltanto la sfera cognitiva ma anche quella affettiva,
emotiva,
motivazionale: nel TdO non si cerca solo di capire con la testa ma,
sperimentandosi nell’attività teatrale, si vuol scoprire anche con i
sensi, con
l’intuizione, con l’empatia. Anche la trasformazione non avviene
soltanto per
un processo logico-verbale ma coinvolge l’emozione e il vissuto intero.
Inoltre
questi due scopi sono intrecciati tra loro: mentre si svolge un certo
esercizio, l’individuo capisce meglio i propri limiti, le proprie
potenzialità,
le proprie paure ma anche comincia a trasformarsi, a percepire meglio e
di più,
a sciogliere la maschera sociale.
Sarà quindi privilegiato un approccio maieutico che fa leva
su:
• le risorse potenziali di ogni individuo
• la sintonia tra mente, corpo ed emozione
• il valore della teatralità
Tra le tecniche privilegiate ci saranno il Teatro Immagine
e il Teatro Forum,
che consentono la messa in scena delle situazioni critiche per poi
analizzarle
in gruppo. L’aspetto teatrale (inteso come messa in scena e presa di
distanza
dal reale) sarà l’asse del lavoro, in quanto specifico del metodo
stesso. Gli
esercizi non sono specialistici ma cercano di ampliare la gamma delle
possibilità di movimento, della sensibilità, dell’uso della voce
dell’essere
umano. Non sarà invece di pertinenza dell’intervento formativo un
lavoro
psicoterapico o di interpretazione dei vissuti e dell’agito.
Coscientizzazione e non trasmissività caratterizzeranno
l’atteggiamento del
conduttore; non quindi una trasmissione di soluzioni, di idee, di
precetti da
seguire, ma uno stimolo al gruppo perché scelga i nodi da affrontare,
rifletta
e trovi le proprie strategie di soluzione ai problemi.
Il metodo del Teatro dell’Oppresso persegue la creazione di
un clima di gruppo
positivo, accettante, non-giudicante, capace di condividere esperienze
ed
emozioni, attento a valorizzare le persone, a chiarire i conflitti, a
comunicare costruttivamente. Verrà quindi posta enfasi
sull’osservazione
piuttosto che sull’interpretazione, sulla comunicazione aperta e
rispettosa,
sulla sospensione del giudizio.
Si lavorerà a partire dalle capacità e sensibilità degli
insegnanti, facendo
individuare a loro stessi i temi di lavoro più coinvolgenti, com’è
nello
spirito TdO, nell’ambito dell’area diritti umani e dei sotto-temi
bullismo e
rapporti inter-culturali.
I contenuti teorici saranno scelti dai conduttori sulla base della loro
rilevanza per il TdO e per il tema emerso, tra:
• cenni storici sulla nascita e l’evoluzione del TdO
• scopi
• aspetti di metodo: la coscientizzazione, la riflessione dopo
l’azione,
rapporti di confine, dialettica individuo-gruppo
• principali tecniche: giochesercizi, Teatro Immagine, Teatro Forum e
giochi di
maschere
• concetti chiave: spett-attore, oppressione,
persona-personalità-personaggio,
linguaggi logici e analogici, maschera sociale osmosi e rituali,
Protagonista e
Antagonista
• esperienze tipo di applicazione del TdO nella scuola.
Programma
dei lavori
La presente proposta è articolata in 35 ore suddivise in 5
giorni, secondo il
seguente schema:
• 1° modulo: 2 giornate consecutive di 7 ore (9,00–13,00;
15,00–18,00) dedicate
a: introduzione teorica, riscaldamento e de-meccanizzazione,
individuazione dei
nodi di fondo, dei malesseri e conflitti legati al non rispetto dei
diritti
umani
• 2° modulo: 2 giornate consecutive di 7 ore (9,00–13,00; 15,00–18,00)
dedicate
alla verifica del lavoro svolto nel corso del primo incontro e gli
impegni
presi, nonché analizzare eventuali nuovi altri temi e approfondire le
difficoltà
• 3° modulo: 1 giornata di 7 ore (9,00-13,00; 15,00-18,00) dedicata
alla
verifica del lavoro svolto, alla valutazione complessiva ed alle
prospettive di
sviluppo di quanto realizzato.
Verifica
e valutazione
Discussioni collettive nel corso degli incontri per
verificare la rispondenza
di quanto concretamente operato a scuola tra un incontro e l’altro con
le
indicazioni e i “compiti” definiti durante il corso.
Nominativo
e qualifica del direttore
responsabile
Prof. Sergio Travi
Referente nazionale per l’Educazione ai Diritti Umani di Amnesty
International
- Sezione Italiana.
Nominativi
dei formatori
• Sergio Di Vita - esperto di formazione alla nonviolenza
col metodo training,
ha ampliato la propria preparazione con i corsi di formazione sul
Teatro dell'Oppresso
(TdO) gestiti dall'associazione
“Giolli”, partecipando anche a vari altri laboratori, fra cui uno sulla
gestione delle emozioni, e a una ricerca di connessioni fra disagio
psicologico
e contesto socio-politico. Ha realizzato varie conduzioni, fra cui un
corso di
aggiornamento sul bullismo per insegnanti della scuola media; uno stage
di
introduzione al TdO e varie altre collaborazioni in conduzione
congiunta; una
scuola-polo per "operatori di pace" per ragazzi del terzo e quarto
anno di scuola secondaria superiore.
• Preziosa Salatino - laureata in Storia del teatro presso
il DAMS
dell’Università di Roma 3 con una tesi sul Teatro dell'Oppresso,
ha iniziato la formazione al TdO presso il CTO (Centre du théatre de l'opprimé) di Parigi,
proseguendo in Italia con l'associazione
“Giolli”, seguendo, fra l'altro:
il corso di formazione alla conduzione; il
tirocinio in un progetto sull'utilizzo
del TdO come strumento di integrazione fra le culture; un laboratorio
di
ricerca delle connessioni fra disagio psicologico e contesto
socio-politico.
Alla ricerca sul TdO affianca anche la pratica attoriale.
Destinatari
Un gruppo
di 12-25 docenti della
scuola secondaria di primo e di secondo grado.
Data
e sede di svolgimento del corso
• S. G. Galermo (CT), Cooperativa
Prospettiva; Via San Luca Evangelista, 6 (1ª
traversa a sinistra dopo Etna Bar).
• I modulo: 13-14 febbraio 2007; II modulo: 21-22 marzo
2007; III modulo: 18
aprile 2007.
Note
• L’iscrizione al corso è gratuita e andrà effettuata entro il 5 febbraio 2007.
• Alla fine del corso sarà consegnato un attestato di
partecipazione.
• Si ricorda che la fruizione del diritto alla formazione è
regolata dall’art.
62 del CCNL Scuola 2002-2005. In particolare il comma 5 stabilisce:
“Gli
insegnanti hanno diritto alla fruizione di cinque giorni nel corso
dell’anno
scolastico per la partecipazione a iniziative di formazione con
l’esonero dal
servizio e con sostituzione ai sensi della normativa sulle supplenze
brevi
vigente nei diversi gradi scolastici”.
Modulo
di adesione
Per ulteriori informazioni e per
l’iscrizione al corso:
Amnesty International
Ufficio Educazione e Formazione
064490208 – 064490236
c.pacifici@amnesty.it