FIORONI E IL REBUS DELLE 14000 CLASSI IN MENO
Data: Giovedì, 25 gennaio 2007 ore 00:05:00 CET
Argomento: Comunicati


Fioroni e il rebus delle 14mila cattedre in meno


24 gennaio 2007 - Unità
Il ministro cerca di non tagliare le scuole in montagna. I sindacati: non si scarichi tutto sui dirigenti regionali

Massimo Franchi


 Tagli della Finanziaria alla prova dei fatti. A pochi giorni dalla scadenza del termine per le iscrizioni al prossimo anno scolastico (fissata al 27 gennaio), arrivano le prime indicazioni su come il ministro Fioroni pensa di gestire l'aumento dello 0,4% previsto in Finanziaria del rapporto fra alunni e docenti, che dovrà passare da 20,6 a 21 con un risparmio previsto di 731 milioni di euro. Risparmio che arriverà comunque visto che la clausola di salvaguardia prevede che, se il risparmio sarà minore, la differenza sarà tagliata dal bilancio del ministero. Nella relazione che accompagnava la legge si stimava in 19 mila il numero di cattedre in meno, cifra che scenderebbe a quota 14 mila tenendo conto dell'aumento degli alunni previsto in 30 mila unità.

 Dopo un primo incontro tecnico ed interlocutorio fra dirigenti del ministero e sindacati, il ministero ha illustrato meglio i criteri per la definizione degli organici. L'idea è quella di tutelare i piccoli comuni, in special modo quelli di montagna, mantenendo lì lo stesso numero di alunni per classe. Aumenterebbero invece nelle scuole di città dando, tramite apposito decreto, ai direttori scolastici regionali la deroga ad aumentare gli alunni anche nelle sezioni che hanno un disabile. Ad oggi le prime classi possono arrivare a 25 alunni, quelle con portatori di handicap grave a 20. La deroga permetterà ad alcune scuole di elevare il limite di due unità.

 I sindacati non sono per niente persuasi. Se per Piero Bernocchi, leader dei Cobas, «siamo davanti ad una Finanziaria ammazza-docenti», Rita Candeloro della segreteria Flc Cgil contesta i criteri scelti: «Delegare ai direttori regionali tutte le responsabilità è sbagliato e non rispetta le prerogative della conferenza Stato-Regioni. Noi abbiamo chiesto di non modificare le stime previsionali e di verificare, dopo dati precisi sulle iscrizioni, dove intervenire».

 Sulle conseguenze dal viceministro Mariangela Bastico arrivano rassicurazioni. «Stiamo portando avanti quello che abbiamo sempre detto fin da quando la norma è stata stabilita in Finanziaria. Non ci sarà nessun taglio fra gli insegnanti perché se ci saranno meno cattedre si tratterà di quelle annuali e di quelle flessibili. Per avere dati definitivi bisognerà comunque aspettare metà febbraio e l'aumento di studenti ridurrà le stime. Sarà portata avanti una razionalizzazione con grande specificità sul territorio considerando scuola per scuola se e come intervenire».







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