Il razzismo ai funerali islamici di Raffaella e del piccolo Youssef. Il papà di Raffaella «non è potuto entrare nella moschea perché non musulmano
Data: Mercoledì, 24 gennaio 2007 ore 12:32:15 CET
Argomento: Rassegna stampa


da " Libero "

Il razzismo soft di islamici

di DREYFUS
Ieri mattina a Zaghouan, in Tunisia, ci sono stati i funerali islamici di Raffaella Castagna e del piccolo Youssef. Le bare delle vittime della strage di Erba sono state portate in corteo funebre dalla casa di Azouz Marzouk alla moschea. Il papà di Raffaella e nonno di Youssef, Carlo Castagna, «non è potuto entrare nella moschea dove si svolgevano le preghiere, perché non musulmano». Questo scrivevano ieri le agenzie, come se fosse normale, ovvio. Alt. Abbiamo capito bene? Il padre non è potuto entrare nella moschea così da pregare per la figlia e il nipote? A questo punto poniamo una domanda: è razzista chi dice che l'islam è una religione disumana o è razzista una religione che non consente a un padre di pregare dove il giorno dell'addio ha il suo momento più alto e commosso? Gradiremmo una risposta da chi la sa lunga. Qui si ricorda come fu criticato papa Benedetto XVI perché a Colonia trattò diversamente gli ebrei e i musulmani durante il suo primo viaggio estero. continua...L'ultimo saluto a Raffaella e Youssef «Tornerò qui e vi farò un quadro»
di CRISTIANA LODI
Papà Carlo è rimasto fuori a guardare il mare. Ancora una volta ha chinato la testa e aspettato che l'imam finisse di recitare la preghiera. «Tornerò, un giorno. E allora dipingerò un quadro per la mia bambina e il suo piccolino», ha mormorato l'imprenditore brianzolo davanti alla moschea di Zaghouan. È arrivato fin qui con l'aereo e ha volato con le due bare chiuse nella stiva. Ma la religione di Allah gli ha vietato di entrare nel tempio islamico, perché lui è cristiano. Dunque un infedele secondo la legge della sharia. Lo hanno separato da sua figlia Raffaella anche durante l'ultimo viaggio. Per l'addio. Proprio lui, l'uomo del perdono, l'uomo della fede, l'uomo che ha colto l'Italia in contropiede quando ha mostrato pietà per gli assassini che gli hanno portato via tutto. Moglie, figlia, il nipote di due anni e tre mesi. continua...

dal Corriere della Sera

Strage di Erba, i funerali I Castagna fuori dalla moschea Esclusi perché non musulmani. Azouz star nel suo Paese

ZAGHOUAN (Tunisia) — Lo strazio di Carlo Castagna finisce che sono quasi le due e mezzo del pomeriggio, quando le bare di sua figlia Raffaella e del nipotino Youssef, due delle vittime della strage di Erba, vengono calate nella terra del cimitero musulmano di Zaghouan. A Carlo, e agli altri parenti e amici venuti fin qui per l'ultimo capitolo di questa storia allucinante, è toccata una sofferenza in più: rimanere fuori dalla moschea durante la cerimonia funebre, perché non di fede musulmana. E poi l'affronto di una sepoltura «irrispettosa»: la fossa preparata per Raffaella si è rivelata troppo piccola e Carlo in persona ha dovuto intervenire per indicare altri lavori di scavo e perché sua figlia potesse avere finalmente un po' di pace.
Una giornata che probabilmente i parenti delle vittime avrebbero preferito vivere in maniera diversa. «Non vogliamo che questo funerale diventi un reality show» aveva implorato lunedì Pietro Castagna, figlio di Carlo e fratello di Raffaella. È finita con telecamere e fotografi che, dopo aver impietosamente seguito in ogni istante la famiglia, hanno insistito per un abbraccio tra Carlo e Azouz Marzouk, il marito tunisino di Raffaella. La fiction a quel punto ha potuto dirsi conclusa. Si era partiti lunedì sera con la veglia funebre nella casa dei genitori di Azouz, alla quale i Castagna, il sindaco di Erba Enrico Ghioni e altri arrivati dalla Brianza avevano preso parte fino a mezzanotte.
Poco dopo le dodici di ieri le due bare, coperte da un drappo verde, il colore dell'Islam, sono state trasferite nella moschea per la cerimonia. Esclusi, appunto, Carlo, Pietro e Giuseppe Castagna (altro fratello di Raffaella), perché non musulmani. Tutti fuori dal muro di cinta. «Ma sapevano che sarebbe andata così, nessuna sorpresa» riferisce un amico di famiglia, interpretando la volontà dei Castagna di non alimentare polemiche tra religioni. A sorpresa, però, nemmeno Azouz è entrato nella moschea: «Non sono musulmano praticante — si è giustificato lui — dunque non sono ammesso alle celebrazioni». Poi il corteo funebre ha raggiunto il piccolo cimitero sul fianco di una collina, alle porte di Zaghouan. Ma qui ecco l'altro fuori programma: nella fossa di Raffaella e Youssef ci entra solo la bara del bambino. I necrofori cominciano ad armeggiare col feretro di Raffaella, fanno qualche operazione maldestra al punto che Carlo Castagna si sente in dovere di intervenire: «No, non così», e comincia a dare istruzioni agli operai tunisini, facendosi aiutare da Azouz nella traduzione: «Scava con questa pala...ancora 20 centimetri...da quella parte...». Mezz'ora. Poi è tempo di tornare a Erba, salutare ancora una volta Azouz che in Tunisia è diventato un personaggio simbolo. C'è chi non l'ha mai conosciuto ma si è fatto ieri 100 chilometri pur di stringergli la mano. È il caso di Abbas Tawfik, che ha vissuto in Italia dall'87 al 2003: «Dopo l'attentato delle Torri Gemelle — racconta — per noi arabi in Italia la vita era diventata impossibile, ci prendevano sempre per terroristi o delinquenti. Quello che è capitato ad Azouz può succedere a chiunque di noi». Non a caso lunedì il giornale tunisino «Les Temps» ospitava un'intervista a Marzouk che sostiene: «Mi hanno accusato solo perché sono arabo».
IL DRAPPO ISLAMICO
L'ingresso del corteo funebre nella moschea di Zaghouan, dove sono stati celebrati i funerali di Raffaella e del piccolo Youssef con il rito islamico. Le bare delle due vittime della strage di Erba sono avvolte ciascuna in un drappo verde, il colore dell'Islam, e su quel drappo sono incisi alcuni versetti del Corano. Nell'immagine in alto l'abbraccio che ha segnato il saluto finale fra Carlo Castagna e Azouz Marzouk.
Claudio Del Frate
24 gennaio 2007

da " Repubblica "

Azouz Marzouk avrebbe venduto l'esclusiva per un servizio delle esequie di moglie e figlio
Le immagini scattate durante la veglia in Tunisia, ma il suocero si oppone alla pubblicazione
Erba, Castagna diffida il fotografo Corona
"Non utilizzare le immagini del funerale"
Il giovane tunisino smentisce, dal paparazzo parziale ammissione
"Mi ha ceduto a titolo gratuito solamente gli scatti che lo riguardano"


Carlo Castagna e Azouz Marzouk al funerale di Raffaella Castagna e del piccolo Youssef in Tunisia
ERBA - E' scontro tra Carlo Castagna e il genero Azouz Marzouk sulla commercializzazione delle foto scattate nei giorni scorsi in occasione dei funerali di Raffaella Castagna e del piccolo Youssuf, due delle vittime delle strage di Erba. Carlo Castagna ha diffidato il fotografo Fabrizio Corona (lo stesso al centro dell'inchiesta sui presunti ricatti ai vip che ha coinvolto anche l'agente Lele Mora) dal diffondere le immagini riprese in esclusiva alle esequie della figlia e del nipotino.

A invitare un collaboratore del paparazzo alla cerimonia funebre svoltasi a Zanghouan, in Tunisia, sarebbe stato il 25enne vedovo di Raffaella. Grazie alla disponibilità di Marzouk, il dipendente di Corona avrebbe realizzato in esclusiva un servizio fotografico che comprende anche momenti privati della famiglia Castagna durante la permanenza nel paese tunisino, comprese le ore di raccoglimento durante la veglia funebre nell'abitazione dei genitori di Azouz.

In cambio del permesso a realizzare gli scatti, sempre secondo alcune indiscrezioni, Marzouk avrebbe ottenuto dal fotografo circa 15 mila euro. Circostanza che il giovane tunisino ha però smentito con decisione. Parziale ammissione invece da parte di Corona, che ha precisato di aver ricevuto il permesso all'esclusiva a titolo gratuito e solo per quanto riguarda l'immagine di Marzouk. "Non speculo sul dolore", ha replicato il fotografo, aggiungendo però con un certo cinismo che "Azouz è il personaggio del momento e ha un gran futuro".

(24 gennaio 2007)







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