IL SISTEMA SCOLASTICO CINESE
Data: Giovedì, 18 gennaio 2007 ore 00:05:00 CET
Argomento: Comunicati


Il sistema scolastico cinese
 di Sabina Felici*

 

Parlare della scuola cinese significa riferirsi a uno dei sistemi scolastici più estesi al mondo. Con oltre un miliardo e trecento milioni di abitanti distribuiti su un territorio di 9.596.960 chilometri quadrati, la Cina è dotata di un sistema d’istruzione nazionale che presenta al suo interno profonde differenze a seconda del livello di sviluppo economico e di appartenenza culturale. Esistono zone rurali più arretrate, che interessano circa il 25% della popolazione, regioni abitate da minoranze etniche alle quali è consentito lo studio della propria lingua e delle proprie tradizioni (ci sono oltre 55 etnie nel paese), ed esistono anche scuole normali e scuole di eccellenza, alle quali si accede attraverso una particolare selezione.
 Di certo studiare in Cina non è facile, il sistema di valutazione è molto selettivo, la competizione fra gli alunni è molto diffusa e il principio della meritocrazia aiuta gli insegnanti a gestire classi di norma assai più numerose delle nostre (con anche 50-60 alunni per classe).

La scuola dell’obbligo
 In generale si può dire che la scuola cinese è articolata in cicli abbastanza simili a quelli della scuola italiana. Scuola materna, scuola elementare, media inferiore e superiore, dopo la quale è possibile accedere all’università o ad altri istituti di istruzione superiore.
 La scuola materna, pur non rientrando nel ciclo obbligatorio, è frequentata nelle zone più sviluppate dalla quasi totalità dei bambini cinesi. E anche nelle aree rurali e arretrate, il governo cinese sta portando avanti una politica di diffusione e riqualificazione delle scuole dell’infanzia, poiché, accanto alle scuole statali, esistono in queste realtà diverse organizzazioni irregolari rivolte ai bambini (come le cosiddette scuole stagionali, i centri che propongono attività ludiche o i servizi di assistenza mobile chiamati ‘caravan’). Alla fine del 2002, le scuole ‘regolari’ dell’infanzia avevano già superato le 110.000 unità, con oltre 20 milioni di giovanissimi studenti.
 Insieme al gioco e alle attività sportive, negli asili statali si comincia presto a studiare, infatti, già a partire dai tre anni si ricevono insegnamenti di lingua cinese, di arte (con un'attenzione particolare al disegno), di musica e di educazione morale.
 Per quanto riguarda la scuola dell’obbligo – portata a nove anni già dal 1986 (con la ‘Legge della Repubblica popolare cinese sull’Istruzione obbligatoria’) –, essa ricopre i periodi scolastici che corrispondono alla nostra scuola elementare e alla nostra media.
 Le statistiche relative alla fine del 2002 riportano una scolarizzazione dei bambini in età di scuola elementare del 98,58%, con il 97% dei diplomati nelle elementari che continuano gli studi nelle scuole medie (incluse quelle professionali). Ma, ovviamente, i problemi principali riguardano le zone rurali e arretrate, dove gli sforzi governativi e privati per limitare gli abbandoni scolastici sono più che necessari. Una realtà che è stata descritta sapientemente dal regista cinese Zhang Yimuo nel suo film Non uno di meno (Ye ge dou bu neng shao), che ha vinto il Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia del 1999. La scuola dell’obbligo è garantita per tutti i cittadini cinesi dallo Stato, ed è per questo ufficialmente gratuita. Si pagano tuttavia dei contributi per i libri e per altre necessità della scuole (tipo la mensa). Spese talvolta troppo onerose per chi vive nelle campagne.

I cicli scolastici
 Il modello più diffuso di articolazione dei cicli scolastici è quello che prevede, dopo i tre anni di scuola materna, sei anni di scuola elementare seguiti da tre anni di scuola media e da altri tre anni di superiori (sistema di 6 + 3 + 3, adottato nel 65% dei casi). Normalmente gli alunni cominciano le elementari a sette anni, anche se l’età d’ingresso è stata ufficialmente fissata a sei anni,  ma non sono rari i casi di ragazzi che iniziano le elementari a otto anni (per esempio nelle zone rurali, dove i limiti di età sono più elastici).
 Il sistema 5 + 4 + 3 prevale invece nelle campagne e nelle zone più arretrate, ma anche qui con alcune eccezioni; per esempio anche a Shanghai (città modernissima, la cui municipalità conta 14 milioni di abitanti) si usa questo sistema, con 5 anni di elementari, 4 di medie e 3 di scuole superiori.
 Se la scuola dell’obbligo è ufficialmente gratuita, invece, per l’istruzione secondaria superiore già dal 1995 sono state introdotte le tasse scolastiche. Da allora ogni studente versa un contributo alla propria scuola o usufruisce delle borse di studio riservate agli studenti che riportano risultati scolastici eccellenti sia dal punto di vista accademico sia morale. E gli studenti ‘non eccellenti’ che vivono in condizioni economiche non agiate possono solo fare ricorso a prestiti, lavori e impieghi part time per proseguire i propri studi superiori. Lo Stato, infatti, investe appena il 2% del Prodotto interno lordo nell’istruzione, e ha bisogno di contributi supplementari per affrontare il costo della scolarizzazione, aumentato negli ultimi venti anni di circa il 50%.

 L’educazione secondaria, che comprende la scuola media inferiore obbligatoria (di tre anni o quattro a seconda del sistema adottato) e la media superiore (anch’essa in genere di tre anni), può essere a indirizzo generale o accademico (definita anche 'liceo comune', scientifico o umanistico) e a indirizzo professionale o tecnico (scuole secondarie 'specializzate'). Gli studenti che escono dal ciclo dell’istruzione professionale e tecnica della scuola media inferiore (che fa parte anch’essa dell’istruzione obbligatoria) passano in genere alle scuole superiori professionali o tecniche che hanno una durata varia dai due ai quattro anni e formano lavoratori, contadini e personale tecnico e manageriale di livello medio. In genere le scuole tecniche offrono corsi di quattro anni per personale tecnico di livello intermedio. Esiste anche una terza categoria di istruzione professionale: le scuole per lavoratori specializzati (durata tre anni), anche queste per studenti diplomati nella scuola media.
 A discapito della divisione in ‘Liceo comune’  e ‘Scuole professionali o tecniche’, – che fa pensare a un’istruzione di categoria A e una di categoria B – bisogna rilevare che in Cina recentemente il salario di un diplomato di College a indirizzo tecnico compete egregiamente con quello di un diplomato di College o Università tradizionali. Per esempio a Guangzhou (Canton), città meridionale fra le più avanzare per sviluppo economico, è più ambito riuscire a entrare in un istituto tecnico rispetto a  studiare in una scuola superiore tradizionale di livello eccellente.

Gli esami non finiscono mai
 Cominciano presto gli esami in Cina. È diffuso anche l’esame di ingresso alle scuole elementari, in particolare per coloro che vogliono entrare in una scuola selezionata (le cosiddette ‘scuole chiave’). In generale, ogni passaggio di anno è contraddistinto da un esame finale a fine giugno per verificare l’attitudine a proseguire nella classe successiva. E, oltre agli esami di fine ciclo, gli studenti devono affrontare anche test di verifica alla fine di ogni semestre.
 Nella scuola primaria gli esami riguardano le materie principali: la Lingua cinese (il Putong hua o Lingua comune, detto anche cinese mandarino, insegnato a livello di scrittura e lettura dei caratteri nella loro forma semplificata),  la  Matematica (il calcolo e la geometria) e l’Educazione morale (disciplina che comprende precetti di etica confuciana, di comportamento sociale, di igiene, di solidarietà, di patriottismo ecc.) mentre per le altre materie (Canto, Disegno, Scienze naturali, Educazione fisica) si effettuano solamente verifiche sui livelli raggiunti. Si ottiene così il diploma di scuola primaria (Xiaoxue Biye zheng).
 Alla fine della scuola secondaria inferiore, invece, gli studenti sono esaminati (nel corso di tre giorni) su tutte le materie curricolari (Lingua cinese, Matematica, Storia, Geografia, Chimica, Fisica, Inglese ed Educazione politica: le dottrine e i fondamenti teorici del marxismo e del socialismo) mentre per quelle extra curricolari si procede con semplici verifiche. A seconda del livello raggiunto, è possibile o meno ottenere il diploma di secondaria inferiore (Zhongxue biye zheng), per accedere alle scuole secondarie superiori di Stato, quelle il cui titolo di studi permette di trovare un lavoro ben retribuito. Altrimenti, l’alternativa sono le scuole private, il cui titolo ha generalmente un valore inferiore sul mercato del lavoro.
 A livello di secondaria superiore, che contempla i due indirizzi accademico e professionale o tecnico, l’esame finale consiste per i licei tradizionali in tre prove sulle discipline comuni (Cinese, Inglese e Matematica) e sulle tre discipline diversificate a seconda dell’indirizzo prescelto (se umanistico: Geologia, Storia e Politica; se scientifico: Fisica, Chimica e Biologia). Le scuole dell’indirizzo professionale e tecnico, invece, rilasciano certificati di abilitazione professionale (Zhixiao) dopo una selezione sulla base di alcune competenze tecniche specifiche (che riguardano campi professionali come quelli di Ingegneria, Agricoltura, Medicina, Finanza, Contabilità, Studi politici, Educazione fisica e altro).
Dulcis in fundo, per iscriversi all’università, alle accademie o agli istituti di formazione superiore, si devono superare gli esami di ammissione che si tengono a livello nazionale durante i primi dieci giorni del mese di luglio. I candidati sono esaminati sulle discipline relative all’indirizzo prescelto, con una diversificazione generale fra materie umanistiche e scientifico-ingegneristiche e viene valutato anche il comportamento sociale, il carattere morale e, per alcune Facoltà, anche alcune abilità fisiche. E anche se in Cina esistono oltre 1000 università e college di istruzione superiore, si tratta di una prova molto selettiva perché i posti a disposizione sono molto inferiori rispetto al numero dei candidati. Per esempio, nel luglio 2006 hanno partecipato alla selezione 9 milioni e 500 mila diplomati di scuola superiore che gareggiavano per 2 milioni e 600 mila posti disponibili.

Giudizi e valutazione
 I giudizi scolastici variano da un sistema di scala a 5 gradi (Eccellente, Buono, Medio, Sufficiente e Insufficiente) o 4 gradi (Eccellente, Buono, Sufficiente e Insufficiente), fino al semplice giudizio di Promosso e Bocciato. Esistono anche i voti attribuiti seguendo la trascrizione in lettere latine (A, B, C, D, F) e su base numerica (in genere secondo una scala da 1 a 100). Per esempio, l’esame finale della secondaria superiore è valutato da 0 a 100 come segue: 90-100 sono i voti massimi, 60 rappresenta la sufficienza e 0-59 l’insufficienza. La valutazione relativa all’esame di ammissione all’università si basa su un punteggio di 150 per ciascuna delle cinque materie esaminate: 750 punti è quindi il voto massimo mentre 550-600 il voto minimo.

Amministrazione e organizzazione scolastica
 Il sistema d’istruzione cinese è amministrato dalle autorità locali a livello di scuola primaria e secondaria, come è pure decentralizzato dal punto di vista della gestione del corpo insegnante e delle strutture scolastiche, ma dipende dal Ministero dell’Istruzione per quanto riguarda la definizione dei contenuti dell’insegnamento e in generale per la gestione delle istituzioni di istruzione superiore. Infatti, le politiche educative e i curriculum sono fissati dal Ministero che, attraverso la Commissione di Stato per l'Istruzione, ha essenzialmente una funzione di coordinamento e controllo. La recente politica governativa punta a una riorganizzazione della struttura amministrativa e di gestione che dia maggiori responsabilità a livello provinciale e locale.

 *Sinologa, nel campo dell'istruzione ha lavorato come mediatore linguistico e culturale per l'integrazione dei bambini cinesi nelle scuole elementari di Prato. Dal 1998 collabora con l'Istituto della Enciclopedia Italiana e attualmente nella sezione Scuola di Treccani.it. Per l’Assessorato Istruzione della Regione Lazio si occupa di progetti che promuovono gli scambi culturali con la Cina.








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