dal sito La repubblica "
Le novità presentate dal governo al conclave di Caserta. Il ministro Fioroni spiega le linee del progetto della riforma.
di SALVO INTRAVAIA
Le scuole come le Fondazioni. Le scuole italiane, che in base all'ultima Finanziaria riceveranno (senza più passaggi intermedi) direttamente nelle loro casse le somme del cosiddetto Fondo d'istituto, utilizzate per le attività integrative (corsi pomeridiani, corsi di recupero ed altro), saranno equiparate dal punto di vista fiscale alle Fondazioni 'per consentire le stesse agevolazioni di incentivi delle Fondazioni e per destinare nuove risorse all'innovazione didattica e al miglioramento del patrimonio edilizio', si legge nella sintetica nota proveniente da Caserta.
Uno dei primi effetti sarà per gli istituti scolastici la possibilità, finora espressamente vietata, di ricevere donazioni da parte di soggetti privati. E per la gestione del patrimonio delle scuole sarà riformata anche la composizione del Consiglio d'istituto: l'organismo che gestisce gli aspetti economici e organizzativi delle scuole autonome. Attualmente del Consiglio fanno parte, in proporzioni diverse, docenti, genitori, alunni (solo al superiore) e personale non docente. Oltre al dirigente scolastico, membro di diritto. In futuro, le scuole potranno prevedere 'la presenza di rappresentanti delle autonomie locali (comuni e Province), del mondo dell'impresa e del terzo settore'.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione copernicana che in passato ha trovato parecchie resistenze nel mondo scolastico, soprattutto per ciò che riguarda l'ingresso dei privati negli organismi decisionali.
Riforma della scuola superiore. Come annunciato prima delle elezioni e dall'ultima manovra di bilancio, il governo metterà mano alla riforma degli istituti tecnici e professionali: quelli che destano le maggiori preoccupazioni in relazione agli alti tassi di dispersione scolastica. Attualmente nei tecnici e nei professionali trovano posto oltre un milione e 400 mila studenti (il 55 per cento del totale, al superiore). Quasi certamente saranno 'accorciati i percorsì scolastici in termini di monte ore annuo e diminuiranno anche le discipline. La proposta -spiega la nota- prevede l'istituzione dell'area tecnico-professionale nelle scuole secondarie di secondo grado e il riordino degli istituti tecnici e degli istituti professionali'.
Per gli studenti 'meno volenterosi' dopo le scuole medie si apriranno percorsi professionali triennali e la separazione tra istituti tecnici e professionali si farà meno netta. 'Per le qualifiche professionali triennalì sarà istituito un albo nazionale e ogni provincia avrà almeno un polo tecnico-professionale che comprenderà sia l'attuale indirizzo tecnico sia quello professionale e, oltre i percorsi triennali, anche indirizzi di 'alta qualificazione tecnico-professionale di tipo non universitario'.
Le prime reazioni. Positive le prime reazioni all'annuncio del ministro Fioroni. "Il rafforzamento e la modernizzazione delle scuole tecnico professionali e l'ampliamento dei percorsi di istruzione tecnica superiore è davvero l'aspetto qualificante della riforma della secondaria di secondo grado", dichiara Massimo di Menna, segretario generale della Uil Scuola che prosegue: "La formazione di tecnici, competenti professionalmente e 'culturalmentè formati, in grado di essere la spinta per la innovazione e la competitività del nostro sistema ormai post-industriale, è la vera scommessa della nuova scuola secondaria".
"La proposta lanciata da Fioroni- rilancia Francesco Scrima, leader della Cisl Scuola - che ipotizza per le scuole l'applicazione dello stesso regime di cui godono le fondazioni sé è una proposta interessante perché consentirebbe alle scuole autonome di beneficiare di un più favorevole regime fiscale che permetterebbe notevoli risparmi e pertanto maggiori investimenti per la funzionalità del servizio scolastico e per migliorare l'offerta formativa"
(12 gennaio 2007)
dalla Cisl scuola
Istituzioni scolastiche come Fondazioni? Proposta interessante ma attuazione problematica
La proposta lanciata dal Ministro Fioroni oggi a Caserta, quella che ipotizza per le scuole, nella gestione delle loro risorse, l'applicazione dello stesso regime di cui godono le fondazioni, di per sé è una proposta interessante.
Interessante perché consentirebbe alle scuole autonome di beneficiare di un più favorevole regime fiscale che permetterebbe notevoli risparmi e, pertanto, maggiori investimenti per la funzionalità del servizio scolastico e per migliorare l'offerta formativa.
La CISL Scuola, tuttavia, ha individuato da tempo un settore dove poter intervenire per far risparmiare. Ci si riferisce alla TARSU che le scuole devono pagare ai Comuni, una tassazione molto pesante, insopportabile per le finanze di ogni singola scuola. Il Ministro dovrebbe adoperarsi per verificare con l'ANCI la possibilità di eliminarla.
Tornando, tuttavia, alla proposta che prevede la gestione delle risorse scolastiche secondo il regime applicato alle fondazioni, non è possibile ipotizzare alcun organo di gestione essendo materia questa che riguarda il governo degli Organi Collegiali la cui riforma, da tanti anni invocata, è ferma in Parlamento e della quale non si intravedono ancora i tempi di una sua realizzazione.
Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola
dalla UIL scuola
SINTESI DELL’INTERVENTO DEL MINISTRO GIUSEPPE FIORONI AL SEMINARIO DI GOVERNO DI CASERTA
Alle scuole lo stesso regime delle Fondazioni
Istituzione dell'area tecnico-professionale
nelle superiori di secondo grado
Avendo previsto con la Legge di bilancio l’autonomia finanziaria delle scuole, alle quali sono destinati circa 3 miliardi di euro, c’è necessità di applicare alle istituzioni scolastiche lo stesso regime delle Fondazioni dal punto di vista fiscale e delle donazioni, per consentire le stesse agevolazioni di incentivi delle Fondazioni e per destinare nuove risorse all’innovazione didattica e al miglioramento del patrimonio edilizio.
Il Consiglio d’Istituto avrà la facoltà di nominare al proprio interno un comitato esecutivo che affiancherà il dirigente scolastico nella gestione dei fondi, con la possibilità di prevedere da parte della scuola la presenza di rappresentanti delle autonomie locali, del mondo dell’impresa e del terzo settore.
La proposta prevede anche l’istituzione dell’area tecnico-professionale nelle scuole superiori di secondo grado e il riordino degli istituti tecnici e degli istituti professionali; un albo nazionale per le qualifiche professionali triennali; l’istituzione di un polo tecnico-professionale (almeno uno per provincia) che comprenda istituto tecnico, istituto professionale, percorsi triennali e alta qualificazione tecnico-professionale di tipo non universitario.
Roma,12 gennaio 2007
A proposito dell’intervento del ministro Fioroni
al seminario di Governo a Caserta
La dichiarazione di Massimo Di Menna
Il rafforzamento e la modernizzazione delle scuole tecnico professionali e l’ampliamento dei percorsi di istruzione tecnica superiore (IFTS) è davvero l’aspetto qualificante della riforma della secondaria di secondo grado.
Gli istituti tecnici hanno rappresentato la parte essenziale dello sviluppo industriale ed economico dell’Italia degli anni ’60 - sottolinea il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna a commento dell’intervento del ministro Fioroni al seminario di Governo a Caserta - oggi, la formazione di tecnici, competenti professionalmente e “culturalmente” formati, in grado di essere la spinta per la innovazione e la competitività del nostro sistema ormai post-industriale, è la vera scommessa della nuova scuola secondaria.
In merito alla riforma degli organi di gestione delle scuole occorre una nuova legge.La legge che li regola – ricorda Di Menna – è quella degli organi collegiali, del 1974.
Sono due legislature – aggiunge – che il Parlamento, chiamato a discuterne, non è arrivato a nessuna conclusione.
E proprio in merito a questa riforma - sulla quale puntualizza Di Menna è necessario aprire in confronto tra Governo e organizzazioni sindacali – la Uil Scuola ha da tempo lanciato una proposta, già inviata ai ministri Berlinguer prima e Moratti poi, nella quale ipotizza la presenza delle autonomie locali, del mondo delle imprese e del mondo del lavoro (su quest’ultimo Fioroni si è dimenticato ogni cenno).
In merito all’individuazione di risorse dei privati da destinare all’istruzione pubblica, è una questione della quale si parla da tempo. Quel che si riscontra – mette in evidenza Di Menna – è che vediamo privati più attenti a chiedere soldi pubblici che disposti a metterne per la scuola pubblica. E’ comunque una sfida da lanciare.
Nell’agenda del Governo – conclude Di Menna – non può essere omessa la questione del riconoscimento professionale dei lavoratori della scuola perché la nostra scuola ha come risorsa fondamentale il loro lavoro e il loro impegno.
dal sito de " La Tecnica della scuola "
Riabilitata da Fioroni un'altra norma introdotta dalla Moratti
di Reginaldo Palermo
Scuole come Fondazioni: è l'idea che Fioroni lancia dal vertice di Caserta; e non solo: i rappresentanti del mondo delle imprese, della formazione professionale e degli Enti Locali potranno far parte degli organismi scolastici; esattamente come previsto dall'art. 1 (comma 15) del decreto 226.
La scuola entra di nuovo nell’agenda del Governo: al summit di Caserta il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni presenta una proposta che nell’arco di un paio di anni dovrebbe cambiare il volto del sistema scolastico del Paese.
Scuole trasformate in Fondazioni o meglio riscrittura del regolamento di contabilità in modo da consentire alle Istituzioni scolastiche che avere gli stessi vantaggi fiscali di cui godono ora le Fondazioni.
In pratica questo significherebbe che i privati che offrono contributi alle scuole potrebbero dedurre l’importo del contributo dal reddito imponibile.
A parte il fatto che una norma di questo genere dovrebbe stare dentro una legge finanziaria, l’idea sembra interessante a molti (Andrea Ranieri, responsabile scuola dei DS e Albertina Soliani, senatrice della Margherita si sono già espressi a favore) ma raccoglie anche altrettanti veti (Pietro Folena di Rifondazione, presidente della Commissione Istruzione della Camera, teme che questa sia esattamente la strada per arrivare alla privatizzazione della scuola pubblica e per trasformare definitivamente la scuola in una azienda).
Mosso dall’entusiasmo della singolare idea, il Ministro Fioroni si lascia prendere un po’ la mano affermando che "la recente legge finanziaria prevede l'autonomia finanziaria delle scuole", mentre, come è noto, l’autonomia finanziaria esiste già dal 2001.
Ma Fioroni tenta di andare anche oltre suggerendo la possibilità che i Consigli di Istituto nominino al proprio interno un comitato esecutivo che affianchi il dirigente scolastico nella gestione dei fondi; non solo: secondo il Ministro sarà possibile che di tali Comitati facciano parte rappresentanti delle autonomie locali, del mondo dell'impresa e del terzo settore.
A dire il vero questa proposta non è del tutto nuova e anzi è espressamente prevista già dal 15° comma dell’art. 1 del decreto legislativo n. 226/2005 relativo alla riforma del sistema secondario di secondo grado.
La norma in questione prevede infatti la nascita dei "Poli formativi" comprendenti sia i percorsi dei licei sia percorsi di istruzione e formazione professionale.
Il funzionamento di tali Poli dovrebbe essere regolato da apposite convenzioni che - recita la legge - "prevedono modalità di gestione e coordinamento delle attività che assicurino la rappresentanza delle istituzioni scolastiche e formative interessate, delle associazioni imprenditoriali del settore economico e tecnologico di riferimento e degli enti locali".
Dopo la conferma dei percorsi sperimentali triennali da realizzarsi in collaborazione con il sistema di formazione professionale delle Regioni richiamata nella recente circolare sulle iscrizioni per il 2007/2008, un altro aspetto importante della Riforma Moratti viene così "riabilitato" dal ministro Fioroni.
E c’è da credere che le proteste della sinistra radicale e di Cgil-Flc non avranno molto peso: fino a questo momento, infatti, Fioroni è andato avanti con operazioni di aggiustamento molto modeste rispetto all’impianto morattiano, in qualche caso ha addirittura confermato pezzi significativi dell’impianto precedente, incurante delle critiche provenienti dalla stessa maggioranza o delle forze sindacali che hanno apertamente sostenuto l’Unione nel corso della campagna elettorale.
13/01/2007
dal sito dei Cobas scuola
Fioroni e la scuola-azienda:
ovvero, il morattismo oltre Moratti
Comunicato-stampa
Non appagato dall’ultima circolare sulle iscrizioni, ove tutto il peggio della “riforma” Moratti è stato tranquillamente riconfermato, oggi il ministro Fioroni si è voluto superare sulla strada del morattismo oltre la Moratti, ossia dell’aziendalizzazione piena della scuola pubblica.
Durante il seminario di Caserta, ha invitato il governo a mettere le scuole pubbliche sullo stesso piano delle Fondazioni, facendo un’ulteriore passo verso la scuola-azienda. I singoli istituti dovrebbero gestire i fondi ad esse destinati esattamente come aziende private, costituendo un Comitato esecutivo di gestione che, insieme al dirigente scolastico, dovrebbe inglobare anche rappresentati delle imprese, degli enti locali e del terzo settore, incaricati di gestire autonomamente non solo il cosiddetto Fondo dell’istituzione ma anche “donazioni” o investimenti privati.
Moratti applaudirebbe, anche se l’ex-ministra non era mai arrivata a tanto nel delineare una scuola-azienda che agisce in competizione con le altre scuole e in dipendenza dai potentati economici e politici. Altro che “autonomia”! Come abbiamo ripetuto sempre in questi anni, incentivando e organizzando la lotta contro la “riforma” Moratti, sia la sedicente “autonomia” sia i Fondi di istituto, oltre ad aver introdotto nella scuola gerarchizzazioni, competizioni economiche, clientelismo e corruzione, intorno a “progettifici” inutili e dannosi, sono il cavallo di Troia di un progetto, che parte da Berlinguer, di trasformazione della scuola pubblica in luogo aziendale finalizzato a fare profitto grazie ad un’istruzione ridotta a merce.
Con l’aggravante, rispetto al periodo morattiano, che oggi Fioroni può gestire la linea aziendalistica contando sull’”amicizia” dei sindacati concertativi, che accettano oggi da lui quanto, per motivi politici, dovevano rifiutare quando al governo e al ministero c’era il centrodestra. No alla scuola-azienda, no ai Comitati di gestione aziendale, distribuiamo in forma egualitaria i Fondi di istituto, abroghiamo la “riforma” Moratti.
Piero Bernocchi
portavoce nazionale Cobas - Comitati di base della scuola
Quod non fecerunt Moratti et Berlusconi, faciunt Prodi Fioronique ovvero: ubi aziendam faciunt, scholam appellant.
di Cobas Scuola Genova
Notizie sconcertanti e sconfortanti sul destino di ciò che resta della scuola pubblica giungono da Caserta. Si aggiunge un tassello definitivo al progetto di aziendalizzazione e smantellamento della scuola pubblica e, di conseguenza, della Costituzione che sancisce il diritto per tutti ad avere una scuola pubblica ed ugualitaria ed il dovere per lo stato di rendere effettivo tale diritto.
Questo devastante progetto era iniziato col precedente governo di “centrosinistra” (sic!) e con l’allora ministro Berlinguer grazie all’autonomia e alla parità scolastica che regala soldi pubblici alle scuole private. L’attuale governo chiude il cerchio: ora saranno i privati a dare soldi ( non a gratis ma in cambio di agevolazioni fiscali) alle scuole pubbliche. A tutte? A prescindere dall’insopportabile ulteriore aziendalizzazione, abbiamo seri dubbi che le scuole delle degradate periferie metropolitane, per fare un esempio, vedranno affluire copiosi investimenti di soggetti privati: ancora più di oggi si avranno quindi scuole di serie A, B e C.
I Dirigenti scolastici per gestire questi eventuali fondi potranno avvalersi di un “comitato esecutivo”, composto dai rappresentanti della scuola e del territorio, vale a dire enti locali, imprese e terzo settore (immagino che il ricco settore del volontariato cattolico si sfreghi le mani pensando a questo ulteriore possibilità di entrare nella scuola, come non bastasse l’insegnamento della religione cattolica e le immissioni in ruolo di migliaia di docenti di religione).
Se un così massiccio ingresso dei privati nella scuola fosse stato proposto dalla Moratti, saremmo stati chiamati a scendere in piazza, ora invece CGIL-CISL-UIL si dichiarano soddisfatte e Andrea Ranieri, responsabile scuola dei DS, sostiene che si tratta di una novità sacrosanta: un’ulteriore riprova ( se ce ne fosse ancora bisogno) di quanto il governo del cosidetto “centrosinistra” sia totalmente allineato ad una logica politica di stampo neoliberista.
Ma nel famoso programma non c’erano scritte cose diverse sulla scuola?
Ugo Gabaldi
Cobas Scuola Genova