Oltre 1550 dipendenti della scuola, tra personale
docente e personale Ata, hanno presentato
presso le segreterie delle scuole di titolarità la
domanda per andare in pensione dal prossimo
primo settembre, avendo compiuto 57 anni di
età e avendo alle spalle 35 anni di contribuzione.
Entro domani sarà possibile confermare la domanda
di pensionamento, già presentata in segreteria,
o ritirarla, e, quindi, continuare a prestare
l’attività didattica pur avendo maturato i requisiti
per andare in pensione.
E’ certo che, almeno il 90 per cento confermerà
l’istanza di pensionamento, mentre il 10
per cento, soprattutto donne, potrebbero ritirare
la domanda perchè le preoccupa l’ozio da
pensionati. «Cosa farò la mattina una volta andata
in pensione?»: questo interrogativo, alla fine,
potrebbe prevalere e quindi fare optare qualcuno
per la continuità del servizio. Ma sulla decisione
influirà anche il fatto che a partire dal
2008 per andare in pensione bisognerà avere 60
anni o 40 anni di contribuzione; senza contare
che altri temono che in futuro possano venir fuori
provvedimenti restrittivi anche per la buonuscita:
da qui la "corsa" alla pensione da parte della
stragrande maggioranza di chi ne ha acquisito
il diritto.
«Lo Snals - interviene il segretario provinciale
Tempera - si sta impegnando affinché la legge
243 del 2006, la quale prevede che per andare
in pensione nel 2008 bisognerà avere 60 anni
o il requisito contributivi di 40 anni venga
abrogata. Il sindacato vuole che rimanga l’attuale
l’attuale
normativa e, nel contempo, le cattedre che lasceranno
i pensionati darle ai docenti precari».
Da parte sua il segretario provinciale della Flc-
Cigl, Tomasello, rileva che il primo marzo del
2007 i sindacati confederali stabiliranno le linee
guida da sottoporre al presidente del Consiglio in
materia di accordo sulla previdenza. «Occorre
stabilire il principio - sostiene - per il quale i diritti
acquisiti non si toccano, mentre altri, fra
questi i sindacati autonomi, avevano stabilito un
accordo con il Governo precedente che metteva
in discussione i diritti in cambio di consociativismo
gestionale in materia di amministrazione ed
enti pubblici. I confederali e soprattutto la Cgil
hanno rappresentato il mondo del lavoro con
l’affermazione che ad un pensionamento debba
corrispondere una nuova immissione nei ruoli.
La Cgil propone quindi un referendum vincolante
da tenersi fra tutti i lavoratori in materia di accordo
sui nuovi criteri di pensionamento».
Comunque, è certo che nella nostra provincia,
togliendo gli eventuali indecisi, come si è detto,
tra personale docente e Ata andranno in pensione
circa 1500 persone. E infatti hanno il piano
quasi pronto i funzionari dell’ufficio scolastico
provinciale, Cannavò e Mirabella per la scuola
secondaria, Ragusa e Giuffrida per la scuola
primaria. Numerosi gli adempimenti cui sono
chiamati i funzionari: dalla ricostruzione della
carriera al calcolo della buonuscita, alla documentazione
da inviare presso l’Inpdap.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)