Pensione - Oltre 1550 dipendenti hanno acquisito i requisiti per lasciare il servizio: il 90% andrà via.
Data: Mercoledì, 10 gennaio 2007 ore 00:35:02 CET
Argomento: Rassegna stampa


Oltre 1550 dipendenti della scuola, tra personale docente e personale Ata, hanno presentato presso le segreterie delle scuole di titolarità la domanda per andare in pensione dal prossimo primo settembre, avendo compiuto 57 anni di età e avendo alle spalle 35 anni di contribuzione. Entro domani sarà possibile confermare la domanda di pensionamento, già presentata in segreteria, o ritirarla, e, quindi, continuare a prestare l’attività didattica pur avendo maturato i requisiti per andare in pensione. E’ certo che, almeno il 90 per cento confermerà l’istanza di pensionamento, mentre il 10 per cento, soprattutto donne, potrebbero ritirare la domanda perchè le preoccupa l’ozio da pensionati. «Cosa farò la mattina una volta andata in pensione?»: questo interrogativo, alla fine, potrebbe prevalere e quindi fare optare qualcuno per la continuità del servizio. Ma sulla decisione influirà anche il fatto che a partire dal 2008 per andare in pensione bisognerà avere 60 anni o 40 anni di contribuzione; senza contare che altri temono che in futuro possano venir fuori provvedimenti restrittivi anche per la buonuscita: da qui la "corsa" alla pensione da parte della stragrande maggioranza di chi ne ha acquisito il diritto. «Lo Snals - interviene il segretario provinciale Tempera - si sta impegnando affinché la legge 243 del 2006, la quale prevede che per andare in pensione nel 2008 bisognerà avere 60 anni o il requisito contributivi di 40 anni venga abrogata. Il sindacato vuole che rimanga l’attuale l’attuale normativa e, nel contempo, le cattedre che lasceranno i pensionati darle ai docenti precari». Da parte sua il segretario provinciale della Flc- Cigl, Tomasello, rileva che il primo marzo del 2007 i sindacati confederali stabiliranno le linee guida da sottoporre al presidente del Consiglio in materia di accordo sulla previdenza. «Occorre stabilire il principio - sostiene - per il quale i diritti acquisiti non si toccano, mentre altri, fra questi i sindacati autonomi, avevano stabilito un accordo con il Governo precedente che metteva in discussione i diritti in cambio di consociativismo gestionale in materia di amministrazione ed enti pubblici. I confederali e soprattutto la Cgil hanno rappresentato il mondo del lavoro con l’affermazione che ad un pensionamento debba corrispondere una nuova immissione nei ruoli. La Cgil propone quindi un referendum vincolante da tenersi fra tutti i lavoratori in materia di accordo sui nuovi criteri di pensionamento». Comunque, è certo che nella nostra provincia, togliendo gli eventuali indecisi, come si è detto, tra personale docente e Ata andranno in pensione circa 1500 persone. E infatti hanno il piano quasi pronto i funzionari dell’ufficio scolastico provinciale, Cannavò e Mirabella per la scuola secondaria, Ragusa e Giuffrida per la scuola primaria. Numerosi gli adempimenti cui sono chiamati i funzionari: dalla ricostruzione della carriera al calcolo della buonuscita, alla documentazione da inviare presso l’Inpdap.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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