Precari, solo 1.500 «sperano» - Dovrebbero entrare in ruolo nel prossimo triennio. Sempre più docenti vanno al Nord
Data: Lunedì, 08 gennaio 2007 ore 16:11:42 CET
Argomento: Rassegna stampa


La ripresa dell’attività didattica dopo le festività di fine anno ripropone il problema dei settemila insegnanti senza certezze. Dopo l’approvazione della legge finanziaria del 2007, che ha sancito l’immissione nei ruoli nel prossimo triennio di 150.000 docenti precari e di 20.000 unità di personale Ata, le organizzazioni sindacali della scuola sono in attesa della convocazione del ministro della Pubblica istruzione per conoscere le modalità di ripartizione dei posti nei prossimi tre anni scolastici, tra le province e gli ordini di scuola, cioè infanzia, primaria e scuola secondaria di primo e di secondo grado, e all’interno della secondaria tra le varie classi di concorso. Il segretario provinciale dello Snals professor Giovanni Tempera, il cui sindacato nelle recenti elezioni delle Rsu ha riportato un successo, classificandosi al secondo posto dopo la Flc Cgil Scuola, ha comunicato che già il suo sindacato ha chiesto un urgente incontro con Fioroni per avviare la trattativa sui criteri da stabilire, tenuto conto che per il prossimo anno scolastico si prevede un forte numero di pensionamenti, che determinerà un ulteriore aumento di posti vacanti in organico, che, attualmente, si aggira su circa 200.000 unità. A Catania addirittura il personale precario è di circa 7000 persone. Tenuto conto che nel triennio, sempre nella nostra provincia, si prevedono circa 1500 immissioni nei ruoli, il precariato anziché diminuire aumenterà valutando soprattutto i moltissimi pensionamenti. A tal proposito, c’è da dire che molti docenti non di ruolo catanesi hanno programmato il trasferimento in graduatorie di uffici scolastici provinciali del Nord, dove non vi è tanta concorrenza come Catania, per ottenere l’immissione nei ruoli e magari rientrare in sede non più da precari. D’altra parte, i laureati "nordisti" optano per altre occupazioni senz’altro più proficue dal punto di vista economico della scuola. Nella nostra provincia, invece, le alternative lasciano a desiderare e così si continua a registrare un notevole affollamento di aspiranti. Quest’anno scolastico, tra contratti a tempo determinato, stipulati dall’ex Csa e dai dirigenti scolastici, hanno ottenuto un posto di lavoro, sia pure temporaneo, oltre 5000 persone, delle quali, come si è detto, solo circa 1500 nel triennio potranno essere immesse nei ruoli. Da non sottovalutare il fatto che molti di questi docenti sono giunti quasi all’età pensionabile, per cui, come abbiamo rilevato, è giustificabile "emigrare" al Nord. Ecco intanto il quadro dei posti assegnati dall’ufficio scolastico provinciale nell’anno scolastico 2005- 2006. Scuola dell’infanzia: posti comuni 154, sostegno 450. Scuola primaria: posti comuni 300, sostegno 500. Scuola secondaria I grado: Posti comuni 320, sostegno 600. Scuola secondaria II grado: posti comuni 380, sostegno 400. A questi bisognerà aggiungere, come abbiamo rilevato, i posti assegnati dai dirigenti scolastici, soprattutto nel sostegno, per cui, conti alla mano, malgrado la prossima immissione nei ruoli il precariato senz’altro aumenterà. A questo punto, visti i tanti posti vacanti, il Parlamento dovrebbe legiferare per altre immissioni nei ruoli, considerato che avere personale stabile significa migliorare qualitativamente la scuola di Stato.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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