La ripresa dell’attività
didattica dopo le festività di
fine anno ripropone
il problema dei settemila
insegnanti senza certezze.
Dopo l’approvazione della legge finanziaria
del 2007, che ha sancito l’immissione nei
ruoli nel prossimo triennio di 150.000 docenti
precari e di 20.000 unità di personale
Ata, le organizzazioni sindacali della scuola
sono in attesa della convocazione del ministro
della Pubblica istruzione per conoscere
le modalità di ripartizione dei posti nei prossimi
tre anni scolastici, tra le province e gli
ordini di scuola, cioè infanzia, primaria e
scuola secondaria di primo e di secondo grado,
e all’interno della secondaria tra le varie
classi di concorso.
Il segretario provinciale dello Snals professor
Giovanni Tempera, il cui sindacato nelle
recenti elezioni delle Rsu ha riportato un
successo, classificandosi al secondo posto
dopo la Flc Cgil Scuola, ha comunicato che
già il suo sindacato ha chiesto un urgente incontro
con Fioroni per avviare la trattativa
sui criteri da stabilire, tenuto conto che per il
prossimo anno scolastico si prevede un forte
numero di pensionamenti, che determinerà
un ulteriore aumento di posti vacanti in
organico, che, attualmente, si aggira su circa
200.000 unità. A Catania addirittura il personale
precario è di circa 7000 persone. Tenuto
conto che nel triennio, sempre nella nostra
provincia, si prevedono circa 1500 immissioni
nei ruoli, il precariato anziché diminuire
aumenterà valutando soprattutto i
moltissimi pensionamenti. A tal proposito,
c’è da dire che molti docenti non di ruolo catanesi
hanno programmato il trasferimento
in graduatorie di uffici scolastici provinciali
del Nord, dove non vi è tanta concorrenza
come Catania, per ottenere l’immissione
nei ruoli e magari rientrare in sede non più
da precari.
D’altra parte, i laureati "nordisti" optano
per altre occupazioni senz’altro più proficue
dal punto di vista economico della scuola.
Nella nostra provincia, invece, le alternative
lasciano a desiderare e così si continua a registrare
un notevole affollamento di aspiranti.
Quest’anno scolastico, tra contratti a tempo
determinato, stipulati dall’ex Csa e dai dirigenti
scolastici, hanno ottenuto un posto di
lavoro, sia pure temporaneo, oltre 5000 persone,
delle quali, come si è detto, solo circa
1500 nel triennio potranno essere immesse
nei ruoli.
Da non sottovalutare il fatto che molti di
questi docenti sono giunti quasi all’età pensionabile,
per cui, come abbiamo rilevato, è
giustificabile "emigrare" al Nord.
Ecco intanto
il quadro dei posti assegnati dall’ufficio
scolastico provinciale nell’anno scolastico
2005- 2006.
Scuola dell’infanzia: posti comuni 154, sostegno
450. Scuola primaria: posti comuni
300, sostegno 500. Scuola secondaria I grado:
Posti comuni 320, sostegno 600.
Scuola secondaria II grado: posti comuni
380, sostegno 400.
A questi bisognerà aggiungere, come abbiamo
rilevato, i posti assegnati dai dirigenti
scolastici, soprattutto nel sostegno, per
cui, conti alla mano, malgrado la prossima
immissione nei ruoli il precariato senz’altro
aumenterà. A questo punto, visti i tanti posti
vacanti, il Parlamento dovrebbe legiferare
per altre immissioni nei ruoli, considerato
che avere personale stabile significa migliorare
qualitativamente la scuola di Stato.
MARIO CASTRO (da
www.lasicilia.it)