A rifiutare il sistema tradizionale sono soprattutto ex hippy e creazionisti
dal Corriere della Sera
NEW YORK — I ragazzi che non vanno a scuola ma studiano a casa sotto la
supervisione di insegnanti privati o degli stessi genitori, in America ormai
sono probabilmente più di due milioni. Le ultime statistiche del governo —
basate però su dati parziali e ferme al 2003 — parlano di un milione e centomila
bambini che rimangono a casa per scelta esplicita dei genitori: una scelta
illegale in molti Stati, ma non negli Usa che qualche anno fa hanno cambiato le
loro leggi anche i seguito alla pressione dei gruppi religiosi.
STATI E REGOLE — Oggi ogni Stato dell'Unione si regola come crede: alcuni
chiedono alle famiglie un attestato che certifichi la presenza dei ragazzi alle
lezioni dei docenti privati, mentre altri richiedono un esame a fine anno. Ma ci
sono anche Stati — soprattutto quelli del Midwest come Illinois, Indiana, Kansas
e Michigan — che sono molto permessivi. E anche laddove le regole sono più
severe, esse perdono valore quando al rifiuto della scuola viene data una
motivazione religiosa. Di recente la pubblicazione di nuove statistiche secondo
le quali il fenomeno è quintuplicato in pochi anni (riguarderebbe ormai circa
2,5 milioni di ragazzi) ha innescato un'aspra polemica. Sono in molti a ritenere
che questi giovani pagheranno cara la rigidità ideologica dei loro genitori:
entreranno nella vita sociale e nel mercato del lavoro impreparati, sia dal
punto di vista del bagaglio nozionistico che da quello della gestione delle
relazioni interpersonali.
CORSI E ASSISTENZA — Ma ormai tanto gli evangelici quanto le famiglie «freak»
difendono con i denti la loro conquista, appoggiate in questo da una serie di
organizzazioni che sono sorte nel frattempo e che le aiutano a risolvere i
problemi legali, offrono assistenza didattica, forniscono docenti per lezioni a
domicilio individuali o collettive e propongono perfino corsi online,
approfittando delle tecniche di e-learning ormai disponibili su Internet. Il
fenomeno si sta così pian piano «istituzionalizzando». Tanto più che, oltre a
quelli originati da scelte ideologiche, sempre più numerosi sono i casi di figli
di genitori molto ricchi, costretti dal loro lavoro a continui traslochi, che
preferiscono far studiare i ragazzi in casa, magari portandosi dietro nei loro
spostamenti anche gli istitutori, piuttosto che cambiare di continuo scuole,
insegnanti, programmi e lingue. Da Platone a George Washington, quella dei
giovani cresciuti dai precettori è una storia vecchia come il mondo, tanto più
che la scuola di massa è un'istituzione relativamente recente. Ma il fenomeno
attuale ha preso corpo negli anni '60 del secolo scorso su tutt'altre basi: non
il desiderio di ampliare e personalizzare la conoscenza, ma la manifestazione di
una contro-cultura di sinistra convinta che i giovani dispongano di meccanismi
naturali di apprendimento che, quando sono pronti, li portano ad imparare a
leggere e scrivere e anche ad acquisire nozioni specialistiche più complesse. Il
tutto senza bisogno di pressioni esterne, così come è avvenuto quando hanno
cominciato a camminare e a parlare: non vanno quindi obbligati a studiare, né
devono essere in qualche modo tenuti a seguire un programma «preconfezionato».
LEGGI AD HOC — Negli anni '70, superata l'era della «contestazione», il fenomeno
avrebbe potuto essere riassorbito, ma a quel punto sono stati gli evangelici a
uscire allo scoperto. Hanno ottenuto nuove leggi e hanno creato organizzazioni
come il Discovery Institute di Seattle ed Exodus Mandate, che forniscono
supporto alle famiglie che ritirano i figli dalle scuole. Così un fenomeno che
nel 1990 interessava ancora solo 300 mila ragazzi, è esploso.
LE AUTORITÀ SCOLASTICHE — Certo, parliamo sempre di una frangia, in un Paese di
300 milioni di abitanti. Ma le autorità scolastiche sono preoccupate dal numero
comunque imponente di ragazzi che crescono senza una preparazione che li metta
in grado di accedere all'istruzione accademica. Una preoccupazione che, però,
non sembra sfiorare la Casa Bianca di George Bush che ha assunto come «stagisti»
sette studenti usciti dal Phc, il collegio messo in piedi dai creazionisti per
dare uno sbocco accademico «alternativo» ai ragazzi che studiano in casa.
Massimo Gaggi
29 dicembre 2006