Da qualche anno a questa parte molti docenti precari catanesi per ottenere con facilità il titolo di specializzazione per insegnare sostegno vanno a Venezia o Verona, dove, come si è detto, non è problematico, come in Sicilia, entrare in graduatoria per accedere ai corsi. Addirittura quest'anno il rettore dell'Ateneo veneto, Francesco Ghetti, ha dovuto prorogare il termine, forse per mancanza di iscritti, per l'ammissione al corso abilitante dell'attività didattica di sostegno nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado per l'anno accademico 2006-2007. I posti disponibili erano 150; i docenti catanesi che ne hanno fatto richiesta hanno ottenuto l'accoglimento dell'iscrizione entro tale disponibilità.
Corso abilitante per l'attività di sostegno ai sensi dell'art. 14, comma 2 della legge 5 febbraio 1992 n.104: si tratta di corsi della durata di 800 ore da espletare in due semestri; il corso prevede un piano di studi su tre aree applicative. Teoria, con insegnamenti sulle tematiche della disabilità: laboratori integrati per il possesso di tecniche didattiche per l'integrazione di alunni con bisogni speciali; tirocini riguardanti l'applicazione professionale di tutte le aree di apprendimento e guidati da esperti nell'integrazione scolastica e problemi connessi. I candidati entro novembre del 2007 conseguiranno il titolo.
Senza entrare nel merito sulla natura didattica dei corsi, fra l'altro ben strutturati, che consentiranno ai docenti frequentanti di avere una valida formazione per insegnare sostegno, meraviglia che a Venezia sia facile, come si è detto, trovare un posto utile in graduatoria, anche per coloro che hanno pochi anni di servizio, prestato in scuole paritarie, senza avere mai insegnato sostegno, mentre in Sicilia è davvero difficile entrare in graduatoria, neppure per coloro che hanno insegnato per molti anni sostegno, senza avere il titolo specifico, prova ne sia che, come abbiamo detto, da qualche anno a questa parte l'università di Venezia è la Sissis scelta da molti docenti catanesi. Né si può dire che le tasse per la frequenza siano inferiori rispetto agli atenei siciliani. Infatti, a Venezia il candidato paga 110 euro per poter accedere alla graduatoria; la prima rata di 1.613,62 euro; la seconda di 1.500 euro. Una motivazione senz'altro valida potrebbe essere quella che al Nord laureati o diplomati scelgono occupazioni diverse dall'insegnamento che dal punto di vista economico offre davvero poco, tant'è che nella graduatoria degli ammessi alla frequenza del corso i "nordisti" sono davvero pochi.
A questo punto, sarebbe auspicabile che venisse potenziato il numero dei corsi da istituire in Sicilia, affidandone la gestione, oltre alle Università, a enti privati, a condizione che venga garantita la presenza di personale docente qualificato, in possesso, oltre che dei previsti titoli, di una adeguata esperienza maturata nell'ambito della formazione specialistica, mentre le tasse dovrebbero essere equiparate a quelle delle altre università. Solo così in pochi anni i molti posti disponibili per il sostegno (a Catania oltre mille) verrebbero affidati a docenti specializzati, anche perchè non tutti i docenti aspiranti al sostegno hanno le possibilità economiche di frequentare le Sissis del Nord a meno che non si riesca ad assicurare agli aspiranti la frequenza di corsi telematici che prevedono consistente quota di formazione on line, come pare che avvenga per la Sissis di Venezia.
MARIO CASTRO (da
www.lasicilia.it)