Crediamo che non sia l’abolizione del presepe e dell’albero di Natale a promuovere l’incontro delle culture: in questo modo si favorisce la sparizione di una cultura, la nostra, e non si aprono spazi di incontro, perché il dialogo presuppone l?incontro tra diversi. Non è togliendo dalle scuole il presepe - e invece facendo festeggiare la fine del Ramadan, il Capodanno cinese o altre feste proprie delle religioni e delle tradizioni altrui - che si integrano i bambini e le loro famiglie nella società dove hanno scelto di vivere. Peraltro il Natale avrebbe le caratteristiche per diventare una festa “condivisa”: vale la pena di ricordare che l’Islam riconosce il dogma dell’Immacolata concezione e venera Maria e Gesù. Non vogliamo imporre a nessun bambino, a nessun insegnante o preside di professarsi cristiano. Vogliamo far conoscere a tutti i bambini il presepio, memoria del sorgere del cristianesimo, religione del nostro paese e fondamento dei princìpi e dei valori universali propri di ogni essere umano: libertà, uguaglianza, pari dignità tra uomo e donna, democrazia. Solo affermando i caratteri della nostra civiltà, cultura e tradizione favoriremo il rispetto di ogni civiltà.