La
condanna dell'omosessualità risale alla tradizione degli Hadith, i "detti"
attribuiti al Profeta Maometto. Quando un uomo monta un altro uomo, il trono di
Dio trema. Uccidi colui che fa questa cosa e anche chi la fa fare. Giovanni
Oliari scrive:
La scuola di interpretazione Hanafita dell'Isiam sunnita,
prevalente in Asia Sud-Orientale, è però contraria alla punizione penale
dell'omosessualità, a differenza della scuola Hanabalita, prevalente nel mondo
arabo. Quanto agli Sciiti, la punizione dell'omosessualità è limitata dal
principio ipergarantista che devono esserci quattro maschi adulti come testimoni
per erogarla. Il che non ha impedito che, dal '79, 4000 omosessuali fossero
giustiziati in Iran.
Per quanto riguarda il diritto islamico, che si fonda sulla
fede islamica, si può osservare che i rapporti omosessuali portano ufficialmente
alla pena di morte in sette nazioni islamiche: Arabia Saudita, Iran, Mauritania,
Sudan, [Somalia]], Somaliland e Yemen. Precedentemente si applicava la pena di
morte per aver preso parte a rapporti omosessuali anche in Afghanistan, quando i
Talebani erano al potere. La situazione legale degli Emirati Arabi Uniti non è
chiara. In molte nazioni musulmane, come il Bahrain, il Qatar, l'Algeria e le
Maldive, l'omosessualità è punita con il carcere, con pene pecuniarie, o pene
corporali. In alcuni nazioni a maggioranza musulmana, come la Turchia, la
Giordania, l'Egitto, o il Mali, i rapporti omosessuali non sono specificatamente
proibiti dalla legge. In Egitto uomini apertamente gay sono stati oppressi
perché vanno contro le leggi della moralità pubblica.
Distinzioni
Innanzitutto va detto che l'Islam si occupa di giudicare e valutare i
comportamenti piuttosto che i desideri sessuali. In particolare nell'Islam viene
condannato il
rapporto anale– con uomini o donne indifferentemente –, identificandolo come
un peccato molto grave.
[1] Il concetto stesso di
orientamento omosessuale non trova riconoscimento né applicazione nella
legge islamica.
Secondo
Khaled El-Rouayheb, la tolleranza nei
confronti dei
casti rapporti amorosi
pederastici, diffusi sin dal
IX secolo (testimoniati dalla letteratura e dalla tradizione di diverse
epoche) fu letteralmente spazzata via dall'adozione della morale impressa sulla
borghesia dell'Inghilterra
vittoriana (metà
XIX secolo), che già aveva trasformato l'etica sessuale
europea e si apprestava a rivoluzionare i costumi dell'occidentalizzata
élite araba. (El-Rouayheb, 2005, p. 156)
Il rapporto anale non può essere separato dal coinvolgimento dei sentimenti e
del ruolo tra dominazione e sottomissione: ciò andrebbe in totale contraddizione
alla fede islamica, poiché l'essere umano sa che la dominazione è qualcosa a cui
l'Eterno, e Lui soltanto, può accedere. Mai un essere umano può dominarne un
altro nell'universo terreno, che l'Onnipotente ha creato e che può in esclusiva
assoluta dominare. La sottomissione stessa, di conseguenza, diventa un atto
possibile solo di fronte a Dio. In questo sta il più profondo dei significati
della religione islamica (Islam stesso, in
arabo, significa infatti sottomissione).
Il concetto di orientamento sessuale è inammissibile nell'Islam, in
quanto trasgressione dalla connessione spirituale che lega tutti e tutto
nell'universo. Orientarsi sessualmente significa di fatto chiudersi in una
visione fisica della vita, a dispetto di quella spirituale: per questo
l'attrazione deve avvenire innanzitutto a livello spirituale e trascendentale,
poiché ogni essere umano è uno spirito che occupa un corpo; lo spirito in sé, la
vera natura umana, non è né donna né uomo, non è né bianco né nero, né ricco né
povero. Tutti gli spiriti sono uguali, e non devono in alcun modo accentuare le
differenze tra due corpi: in questo si ritrova il fatto che l'Islam, come molte
religioni, lavora nell'anelare dello spirito a un livello superiore rispetto a
quello terreno.
Terminologicamente, un rapporto tra due persone dello stesso sesso è definito
liwāt (rapporto anale), sia esso tra uomo e ragazzo, due uomini adulti o
tra uomo e donna: quale che sia il caso, l'Islam non lo accetta e lo proibisce
espressamente. L'uomo è conosciuto come lūṭī,
un'espressione che etimologicamente si riallaccia al
biblico
Lot e che può tradursi come sodomita. I partner, se pagati, sono
murd mu’ājirūn (imberbi affittati), altrimenti il singolo è chiamato
amrād ("imberbe") o ghulām ("giovane", ma non imberbe e con qualche
esperienza).
Una categoria semantica a parte meritano quegli uomini "colpiti" dal
desiderio di essere penetrati da partner maschili. A essi viene riferito il
termine ma’būn ("depravato"), in quanto considerati portatori di una vera
e propria malattia dello spirito, ubnah ("pederastia passiva"). È
argomento di discussione l'eziologia
e la presunta cura di tale "morbo", che rende il ruolo e la reputazione di
queste persone radicalmente diversi da quello di colui che penetra.
Un'altra categoria consiste nello studio di coloro che si sentono attratti da
giovani ragazzi. Si pensa che ogni uomo rientri in questa categoria, e i loro
desideri sono visti come naturali, eppur problematici, se questo porta a
diventare un lūṭī. (El-Rouayheb,
2005, pp. 14-24)
Ad esempio, si narra che il giurista
hanbalita
Ibn al-Jawzī (?–1200)
abbia detto
|
«Colui che afferma di non provare alcun desiderio quando guarda
a bei ragazzi o bei giovani è un bugiardo, e se gli credessimo lo
vedremmo come un animale, non un essere umano.» |
|
(Monroe,
1997, p. 117) |
Questo certamente testimonia l'opinione, diffusa tra alcuni intellettuali nei
secoli passati, che l'omofobia
era un sentimento da condannare, quasi da emarginare – una visione che per molti
aspetti stride con la moderna idea, più conservatrice, di relazione sessuale.
Nondimeno, l'atto di liwāt (sodomia, per l'appunto) viene condannato,
e agli uomini viene consigliato di stare molto attenti all'attrazione che
possono provare verso un giovane maschio, chiedendo loro di concentrarsi su una
donna attraverso delle raccomandazioni di ordine religioso, improntate sulla
resistenza alla tentazione.
Muhamamd invitò i suoi seguaci a "diffidare dei giovani imberbi, perché sono
una fonte di danno più grande delle giovani vergini." Allo stesso modo, l'Imām
e studioso di legge
Sufyān al-Thawrī (?–783)
si dice sia scappato dalle terme un giorno, asserendo a proposito della
tentazione sessuale che "se ogni donna ha un demone che l'accompagna, allora
un bel giovane ne ha diciassette".
Allo stesso modo, un
hadīth di Muhammad (racconto della vita di Muhammad o resoconto di sue
parole) dice che l'amore casto garantisce l'ingresso nel paradiso: "Colui che
ama e rimane casto e nasconde il suo segreto e muore, muore da martire." Questo
significa che, l'amore per giovani uomini nell'Islam, lontano dall'essere il
sentiero verso la perdizione che è nel Cristianesimo, era un sentimento
comprensibile che, se tenuto sotto controllo, poteva innalzare un credente fino
al paradiso. L'amore tra uomini diventò un crimine punibile (nella vita) solo se
veniva consumato - e veniva sorpreso nel praticarlo, il che richiede la
testimonianza di quattro uomini o di otto donne. Se non si veniva sorpresi nel
compiere atti omosessuali, comunque, si veniva ugualmente puniti tra le fiamme
dell'inferno. (Murray and Roscoe, 1997, passim)
Storicamente la pena è stata meno severa delle sue controparti abramitiche:
il
Giudaismo e il
Cristianesimo. Nel
Corano è scritto che se una persona commette un peccato può pentirsi e avere
la sua vita salva, nonostante ciò ci sono degli
hadīth che prescrivono la pena di morte. Sembra che questo sia parte di
un climax che giungerà alla proibizione così come è stato con l'alcol e il gioco
d'azzardo. Le prime culture islamiche, specialmente quelle in cui
l'omosessualità era radicata nelle loro culture pagane, furono acclamate per la
loro cultura nell'estetica omosessuale. Si sono riconciliati con la loro nuova
religione seguendo il hadīth di
Muhammad citato in precedenza, che dichiara martire colui che nasconde il
suo segreto e muore casto anche provando una forte passione.
Ibn Hazm, Ibn Da'ud,
al-Mu'tamid,
Abū Nuwās, e molti altri scrissero molto e apertamente dell'amore tra
uomini. Tuttavia, perché la trasgressione sia provata, almeno quattro uomini o
otto donne devono testimoniare contro l'accusato, rendendo in questo modo molto
difficile perseguire coloro che non rimangono casti nella privacy della
propria casa.
Il significato dato a "rapporto omosessuale" è rapporto sessuale tra due o
più uomini, o rapporto sessuale tra due o più donne. Non comprende la
masturbazione, e non ha nemmeno niente a che fare con le polluzioni notturne;
entrambi questi aspetti, anche non essendo punibili stando alla
Shari'a, sono comunque considerati invalidanti e richiedono che il
musulmano si lavi completamente prima della sua prossima preghiera.
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L'omosessualità nella Sharia
La
Shari'a è la legge dell'Islam.
Nonostante ci sia un certo consenso riguardo al fatto che rapporti sessuali
fra persone dello stesso sesso siano in violazione della
Shari'a, ci sono differenze di opinione tra gli studiosi dell'Islam per
quanto riguarda le punizioni, l'opera di riforma, e quali siano le prove che
generalmente richieste prima che la pena fisica abbia luogo.
Nell'Islam
sunnita ci sono otto
Madhhab, o scuole legali, di cui solo quattro sono attualmente esistenti: la
hanafita, la
malikita, la
sciafeita e la
hanbalita. La principale scuola
sciita è chiamata
ja'farita, ma ci sono anche la
zaydita e la
ismailita. Più di recente, molti gruppi hanno rifiutato la tradizione a
favore dell'ijtihad,
o interpretazione individuale. Di queste scuole, secondo Michael Mumisa,
dell'istituto Al Mahdi di Birmingham:
- La scuola hanafita non considera adulterio i rapporti
omosessuali, e lascia la pena a discrezione del giudice. Molti dei più
giovani studenti di questa scuola hanno esplicitamente scartato la pena di
morte; alcuni la ammettono per un secondo crimine.
- L'Imam
Shafi'i considera il sesso
omosessuale analogo agli altri
zinā' (sesso prematrimoniale,
fuori dal matrimonio). Così, se si scopre che una persona sposata ha avuto
rapporti omosessuali viene punita come un adultero (lapidato a morte), e una
persona non sposata viene punita come fornicatore (frustato).
- La scuola malikita dice che se si scopre che qualcuno
(sposato o non) ha avuto rapporti omosessuali dovrebbe essere punito con la
pena riservata agli adulteri.
- Nelle scuole ja'farite, l'Iracheno
Sayyid al-Kho'ī dice che qualsiasi persona colpevole di aver commesso atti
omosessuali deve essere punita come un adultero.
È importante notare che la pena di un adultero richiede che ci siano
quattro testimoni perché possa essere eseguita. Analogamente tutte le scuole
richiedono la testimonianza di quattro uomini per applicare la pena prevista per
i rapporti omosessuali. Tuttavia se può essere presentata una prova oggettiva
(come test del DNA, fotografie, ecc.), si può rendere effettiva la pena senza i
quattro testimoni.
Secondo lo studioso dell'Islam moderno
Yusuf al Qaradawi:
|
«"I giuristi dell'Islam hanno avuto opinioni divergenti
riguardo la pena per questa pratica abominevole. Dovrebbe essere la
stessa pena prevista per lo zina, o andrebbero uccisi sia il
partecipante attivo che quello passivo? Anche se questa pena può
sembrare crudele, gli è stato consigliato di mantenere la purezza della
società islamica, e di mondarla dagli elementi pervertiti."» |
|
(The
lawful and the prohibited in Islam,
p.165) |
È anche importante notare che affinché la pena sia aggravata sono sempre
richiesti quattro testimoni. L'Islam ammira molto l'atto sessuale, come sacro
rapporto spirituale. Pertanto aggravare la pena e presentare i quattro
testimoni, sarebbe un atto di oscenità, che è un'offesa per la moralità del
resto della società.
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L'omosessualità nelle leggi delle moderne nazioni
islamiche
I rapporti omosessuali portano ufficialmente alla pena di morte in sette
nazioni islamiche:
Arabia Saudita,
Iran,
Mauritania,
Sudan,
Somalia,
Somaliland e
Yemen.
[2] Precedentemente si applicava la pena di morte per aver preso parte a
rapporti omosessuali anche in
Afghanistan, quando i
Talebani erano al potere. La situazione legale degli
Emirati Arabi Uniti non è chiara. In molte nazioni musulmane, come il
Bahrain, il
Qatar, l'Algeria
e le
Maldive, l'omosessualità è punita con il carcere, con pene pecuniarie, o
pene corporali. In alcuni nazioni a maggioranza musulmana, come la
Turchia, la
Giordania, l'Egitto,
o il
Mali, i rapporti omosessuali non sono specificatamente proibiti dalla legge.
In Egitto uomini apertamente gay sono stati oppressi perché vanno contro le
leggi della moralità pubblica. (vedi
Cairo 52)
In
Arabia Saudita, la pena più alta riservata agli omosessuali è l'esecuzione
pubblica, ma il governo userà altre pene - ad esempio pene pecuniarie,
incarcerazione, frustate - come alternative, a meno che sembri che gli
omosessuali stiano andando contro l'autorità dello Stato, per esempio prendendo
parte ai movimenti per i
diritti gay.
[3] La nazione che ha il più alto numero di esecuzioni capitali di
omosessuali è l'Iran. Dalla rivoluzione islamica in
Iran, il governo iraniano ha mandato a morte più di 4000 persone accusate di
rapporti omosessuali. In
Afghanistan dopo la caduta dei
Talebani dal potere, l'omosessualità, che prima era un crimine che prevedeva
la pena di morte, diventò punibile con sanzioni monetarie e incarcerazione.
Molte organizzazioni internazionali per i diritti umanitari, come
Human Right Watch e
Amnesty International, condannano le leggi che considerano i rapporti
omosessuali tra adulti consenzienti un crimine. Dal
1994 la commissione per i diritti umani delle
Nazioni Unite ha anche dichiarato che leggi di questo genere violano anche
il diritto alla privacy garantito dalla
dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dal patto internazionale
sui diritti civili e politici. Comunque, molte nazioni musulmane (ad eccezione
della
Turchia, che è stata governata da leggi laiche dal 1923 e che recentemente
ha modernizzato le sue leggi per soddisfare i requisiti per entrare nellUnione
Europea) insistono nel dire che queste leggi sono necessarie per preservare
la virtù e la moralità islamiche. Delle nazioni in cui la maggioranza della
popolazione è musulmana, solo il
Libano sta compiendo uno sforzo interno per legalizzare l'omosessualità.
Alcuni musulmani sono critici riguardo alle sanzioni previste contro
l'omosessualità. Le ragioni dei musulmani contro la pena per l'omosessualità
includono il fatto che alcune scuole legali (per esempio, la hanafita) la
considerano ingiustificata, che non è specificata la pena capitale per
l'omosessualità nel
Corano, l'idea che la pena sia eccessivamente brutale, e l'opposizione
all'idea che leggi dello Stato debbano essere fondate sulla religione. Anche
l'introduzione della
pandemia di
AIDS nel mondo musulmano ha fatto scaturire altre discussioni sullo stato
legale dell'omosessualità, dato che le sanzioni legali contro l'omosessualità
hanno reso difficile la presenza di ogni programma educativo diretto alle
categorie ad alto rischio di contagio.
Mentre le esecuzioni e altre sanzioni criminali limitano ogni movimento
pubblico per i
diritti gay, è impossibile apporre sanzioni criminali a ogni omosessuale che
vive in una nazione musulmana, e tutti sono a conoscenza del fatto (ad esempio
gli stranieri in vacanza) che alcuni giovani uomini sperimenteranno relazioni
omosessuali come sfogo per i desideri sessuali nati da un amore naturale per lo
stesso sesso. Queste relazioni omosessuali discrete e casuali, permettono agli
uomini di avere rapporti prematrimoniali con un basso rischio di incorrere nelle
sanzioni sociali e legali a cui dovrebbero sottostare se fossero stati coinvolti
in un
adulterio o in un rapporto esterno al matrimonio con una donna (in questo
caso è più facile essere scoperti, dato che la donna potrebbe rimanere incinta o
sperare di obbligare l'uomo a sposarla). Molti di questi uomini non si
considerano gay o bisessuali dato che questi sono orientamenti sessuali. I
musulmani fanno attenzione a non utilizzare queste etichette, ma le definizioni
menzionate precedentemente.
Un problema collegato all'attuazione delle leggi contro l'onosessualità è che
gli uomini sono incoraggiati a sviluppare amicizie intime con altri uomini, e le
donne sono incoraggiate a sviluppare amicizie intime con altre donne, e così
come conseguenza l'amore omosessuale sembra essere incoraggiato (ma non lo è il
desiderio).
Dato che la legge islamica richiede che un certo numero di testimoni (a
seconda che essi siano uomini o donne) dell'atto omosessuale testimonino davanti
ai giudici, e l'Islam reputa davvero molto importante la privacy domestica, così
le relazioni omosessuali che avvengono nel privato sono teoricamente fuori dal
controllo della legge, a meno che non vengano rese pubbliche come nei casi in
cui si è anche accusati di oscenità, furto, minaccia, assassinio ecc.
[modifica]
L'omosessualità nel Corano
Vedi
Omosessualità nel Corano
Il Corano dice chiaramente che i rapporti omosessuali sono proibiti. La
traduzione di
Abdullah Yusuf Ali del
Corano dice nell'
Al-A'raf:
|
«"E quando Lot disse al suo popolo: " Vorreste commettere
un'infamità che mai nessuna creatura ha mai commesso? Vi accostate con
desiderio agli uomini piuttosto che alle donne. Sì, siete un popolo di
trasgressori". E in tutta risposta il suo popolo disse: " Cacciateli
dalla vostra città! Sono persone che vogliono esser pure!".» |
|
(Corano
7:80-82) |
Al-Shu'arā' (dal 165):
|
«Tra tutte le creature bramerete i maschi lasciando da parte le
spose che il vostro Signore ha creato per voi? Ma voi siete un popolo di
trasgressori!". Dissero: " Se non la smetti, certamente sarai
scacciato". Disse: " Io aborrisco il vostro comportamento. Signore,
preserva me e la mia famiglia dalle loro azioni". Noi lo salvammo
insieme con tutta la sua famiglia a parte una vecchia che restò
indietro. Quindi annientammo tutti gli altri: facemmo scendere su di
loro una pioggia, una pioggia orribile su coloro che erano stati
[invano] avvertiti. Questo è certo un segno! Ma la maggior parte di loro
non crede. In verità il tuo Signore è l'Eccelso, il Misericordioso!» |
|
(Corano
26:165-175) |
Al-Naml (dal 55):
|
«Vi accosterete agli uomini piuttosto che alle femmine, per
placare il vostro desiderio? Siete davvero un popolo ignorante". La
risposta del suo popolo fu solo: "Scacciate dalla vostra città la
famiglia di Lot! È gente che pretende di essere pura". Lo salvammo
insieme con la sua famiglia, eccetto sua moglie, per la quale decidemmo
che fosse tra coloro che sarebbero stati annientati. Facemmo scendere su
di loro una pioggia, una pioggia orribile su coloro che erano stati
[invano] avvertiti.» |
|
(Corano
27:55-58) |
Al-Ankabut (dal 28):
|
«E quando Lot disse al suo popolo: "Davvero commettete una
turpitudine che mai nessuno al mondo ha commesso prima di voi. Concupite
i maschi, vi date al brigantaggio e perpetrate le azioni più nefande
nelle vostre riunioni". La sola risposta del suo popolo fu: "Attira su
di noi il castigo di Allah, se sei uno che dice il vero!".» |
|
(Corano
29:28-29) |
Al-Nisa, (dal 15):
|
«Se le vostre donne avranno commesso azioni infami, portate
contro di loro quattro testimoni dei vostri. E se essi testimonieranno,
confinate quelle donne in una casa finché non sopraggiunga la morte o
Allah apra loro una via d'uscita. E se sono due dei vostri a commettere
infamità, puniteli ; se poi si pentono e si ravvedono, lasciateli in
pace. Allah è perdonatore, misericordioso.» |
|
(Corano
4:15-16) |
Vedi anche
Khalil el-Moumni
LE STRANE AFFINITA' FRA SINISTRA E ISLAM
(Oriana Fallaci, “La forza della ragione” pp.221-225)
Perché la maggior parte della sinistra è affascinata e sta
dalla parte dell'Islam
C’è una domanda che spesso mi tormenta e a cui fatico a
dare una risposta: perché larga parte della sinistra sembra affascinata e spesso
sta dalla parte dell’Islam? L’Islam (il termine significa “sottomissione”) è
esattamente il contrario dei valori ai quali storicamente la sinistra fa
riferimento; la sinistra si è sempre vantata di aver difeso gli ideali di
progresso peccando semmai per eccesso e non per difetto; l’Islam è la negazione
del progresso, di ogni progresso, sociale, politico, economico, scientifico.
Diventa allora per me indispensabile porre alcune domande al “popolo” della
sinistra.
Alle femministe (ma ce ne sono ancora? Me le ricordo bene
in piazza a gridare: “è mia e me la gestisco io”) a tutti quelli, uomini e
donne, che credono e si battono per la parità tra i sessi e per le pari
opportunità, a chi ha condotto battaglie per il divorzio e per l’aborto dico:
leggete un attimo:
Corano, IV Sura: Versetto 15: “Se le vostre donne
avranno commesso azioni infami , portate contro di loro quattro testimoni dei
vostri. E se essi testimonieranno, confinate quelle donne in una casa finché non
sopraggiunga la morte o Allah apra loro una via d'uscita.”
Versetto 34 :”Gli uomini sono preposti alle donne, a
causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché
spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che
proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui
temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi
obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande”
Sura II: Versetto 228 :”Le donne divorziate osservino
un ritiro della durata di tre cicli , e non è loro permesso nascondere quello
che Allah ha creato nei loro ventri, se credono in Allah e nell'Ultimo Giorno. E
i loro sposi avranno priorità se, volendosi riconciliare, le riprenderanno
durante questo periodo. Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base
alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori. Allah è potente, è saggio.”
Tale iman Mohammed Kamal Mustafa ha scritto pure un
Vademecum sul modo di picchiare le mogli. E sapete di dov’è? Non si trova in
Iran o in Iraq o in Pakistan, ma è consigliere della Federaciòn Espanola de
Entidades Religiosas Islàmicas e l’esimio iman di Valencia, Abdul Majad Rejab,
gli ha dato ragione sentenziando:”L’iman Mustafa è islamicamente corretto.
Picchiare la moglie è una risorsa”, mentre l’iman di Barcellona, Abdelaziz
Hazan, ha aggiunto:”L’iman Mustafa si limita a riferire ciò che è scritto nel
Corano. Se non lo facesse, sarebbe un eretico”. E non stiamo parlando di
terroristi, questo è l’Islam istituzionale delle moschee, è la parola di alcuni
tra i più prestigiosi iman europei.
Alle femministe, alle donne in genere quindi chiedo: tutto
ciò non contrasta con la nostra Costituzione? La Costituzione Italiana non
stabilisce l’uguaglianza tra i sessi? Non difende la libertà delle donne? Non
vieta atti discriminatori? Non sostiene che i coniugi godono di uguali diritti e
doveri? Avete mai fatto una manifestazione per i diritti delle donne islamiche?
Non per quelle di Kabul, ma per quelle che abitano a Milano, Genova, Roma,
Napoli. Oppure, perché non ne organizzate una a Rabat, o a Teheran, o a La
Mecca, o a Medina, o a Damasco? Oppure i valori in cui credete non sono
universali (neppure quelli della nostra Costituzione) e valgono sono per la
nostra cultura? Parità tra i sessi, uguaglianza e dignità, divorzio e aborto non
sono valori di “sinistra”? Allora chi li nega, chi li calpesta continuamente è
di destra? Quindi l’Islam è di destra?
Ai comunisti atei di una volta (ma ce n’è rimasto
qualcuno?) quelli che si sarebbero mangiati i preti a colazione, quelli che il
Papa non deve intromettersi, a questi mi permetto di ricordare quanto diceva
Feuerbach:”La religione è l’infanzia dell’umanità. La gloria di Dio si fonda
esclusivamente sull’abbassamento dell’uomo, la beatitudine divina solo sulla
miseria umana, la divina sapienza solo sull’umana follia, la potenza divina solo
sulla debolezza umana”. E Marx rincarava la dose:”La religione è il gemito della
creatura oppressa, l’anima di un mondo senza cuore, così com’è lo spirito di una
condizione di vita priva di spiritualità. Essa è l’oppio per il popolo. La
critica della religione è dunque, in germe, la critica della valle di lacrime di
cui la religione è l’aureola sacra.” A loro dunque chiedo: non è forse l’Islam
un potentissimo narcotico delle masse? Il sintomo di una condizione umana e
sociale alienata? Il frutto di una società malata? (sempre citando Marx) Oppure
questi paradigmi sono valsi solo per la religione cristiana dell’800? Cosa ne
pensate di una religione totalizzante che, di fatto, riconosce come unica legge
suprema ciò che insegna il Corano, che aspira a teocratizzare ogni Stato? Ve li
mangiate anche loro a colazione? Non insorgete? Perché domani potrebbero
aspirare ad uno stato islamico italiano fondato sulla Sharia. Se abitaste in uno
dei vari paesi islamici, come potreste far valere il vostro sacrosanto diritto a
pretendere una legge fatta dagli uomini e per gli uomini? Vi siete mai chiesti
che fine fareste? Non sentite ribollire il sangue nelle vene? E’ giusto che in
molti paesi islamici le altre religioni siano discriminate? Fa parte della loro
cultura e quindi va bene così? Dal Corano:
Versetto 85: “ Chi vuole una religione diversa dall'Islàm,
il suo culto non sarà accettato , e nell'altra vita sarà tra i perdenti.”
II Sura: Versetto 191:”Uccideteli ovunque li incontriate, e
scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore
dell'omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non
vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei
miscredenti.”
Sura IV: Versetto 84 :”Combatti dunque per la causa di
Allah - sei responsabile solo di te stesso e incoraggia i credenti. Forse Allah
fermerà l'acrimonia dei miscredenti. Allah è più temibile nella Sua acrimonia, è
più temibile nel Suo castigo.”
Versetto 89: “Vorrebbero che foste miscredenti come lo sono
loro e allora sareste tutti uguali. Non sceglietevi amici tra loro, finché non
emigrano per la causa di Allah. Ma se vi volgono le spalle, allora afferrateli e
uccideteli ovunque li troviate.”
Beh certo, se applicassimo a questi versetti un’analisi
testuale e una critica ermeneutica anziché prenderli alla lettera, forse non
sarebbero così devastanti. Peccato però che questo non avviene o qualcuno è al
corrente di un Islam moderato che interpreta il Corano con un taglio laico e
ammette la critica testuale? La libertà di professare la religione che si vuole
e quindi anche di professarsi apertamente ateo è un valore di sinistra? Quindi
chi lo calpesta è di destra? Quindi l’Islam è di destra?
E ancora: nei matrimoni misti, sapete darmi dei dati
statistici su quale sia la percentuale relativa alla conversione alla fede
cristiana del coniuge musulmano? E quale sia invece la percentuale opposta? Può
un musulmano, liberamente, cambiare la sua religione e diventare cristiano? No,
non può! E può una donna musulmana sposare un uomo di un’altra fede religiosa?
NO, non può! Questo non è forse un atto discriminatorio? Considerare un’altra
religione inferiore o addirittura da eliminare non è razzismo?
Ai ragazzi e alle ragazze dei centri sociali chiedo: ma se
foste in un paese islamico, i vostri centri esisterebbero? Potreste andarci a
bere una birra, farvi una canna, ascoltare un po’ di rock e, perché no, farvi
una scopata? Perché non aprite un centro sociale in un qualsiasi paese islamico?
E’ troppo “occidentale” aprire un centro sociale alternativo al modello
“occidentale”? Se poi vi fanno storie, un po’ di sana disobbedienza civile. E
che ci vuole, lo fate in tutta Europa non avrete certo timore a farlo là, o sì?
La liberalizzazione delle droghe leggere non è forse un tema di sinistra? Ma
come la pensano gli islamici in proposito? Essere contro le droghe leggere vuol
dire essere di destra? Quindi l’Islam è di destra?
A tutti gli omosessuali, uomini e donne, di destra e di
sinistra, chiedo: non vi pare un po’ troppo facile fare le manifestazioni a New
York, a Londra, a Roma (sì, proprio dove c’è il Papa), a Parigi? Perché non
farne una dove chi si dichiara omosessuale è veramente discriminato e rischia la
vita o il carcere? Che so, a La Mecca (l’equivalente di Roma per i cristiani),
al Cairo, a Teheran, nei territori palestinesi, perché non lottare per gli
omosessuali arabi? E dei matrimoni tra omosessuali cosa ne pensano gli islamici?
Avete mai provato a chiederglielo? Noi gli omosessuali dichiarati ce li abbiamo
in parlamento e mi sembra giusto: avete conoscenza di qualche omosessuale che
sieda in qualche parlamento di un qualsiasi stato islamico? (ma ci sono i
parlamenti, lì?)
Maometto, secondo la tradizione islamica, condannò
l'omosessualità maschile: "Dio maledirà due volte chi commetterà il peccato di
Lot". I giuristi più legati alle norme coraniche considerano che la sodomia
debba essere trattata come la fornicazione e punita allo stesso modo. In molti
paesi arabi è ancora prevista la pena di morte o il carcere per chi è sorpreso
in atti omosessuali; in Palestina gli imam spesso emettono sentenze che
scagionano un omicida che abbia ucciso un omosessuale. Secondo le antiche
interpretazioni giuridiche della legge sacra, gli sposati non schiavi saranno
messi a morte per lapidazione, mentre uno scapolo libero riceverà 100 frustate e
sarà esiliato per un anno. Nelle sentenze che seguono i processi per sodomia
appare tuttavia spesso l'accusa di "matrimonio tra uomini": questo, in
riferimento alle antiche norme coraniche pare permetta ai giudici di condannare
a morte anche degli omosessuali non sposati.
Quanto al lesbismo, pare che non sia esplicitamente
considerato dalla legge islamica: secondo Maarten Schild, autore di "Sessualità
ed erotismo maschile nelle società musulmane", il sesso tra donne è considerato
in quanto "sesso fuori del matrimonio e quindi paragonabile all'adulterio", la
pena tradizionale è sempre quindi la morte o le cento frustate.
Abd al-Azim al Mitaani, sceicco e professore all'università
religiosa di Al Azhar (Il Cairo), dice in un intervista riportata dal Manifesto
del 25 ottobre 2001: "Per quanto riguarda la sodomia, la maggior parte dei
dottori dell'Islam considera che sia l'attivo che il passivo devono essere messi
a morte”. E precisano anche che se una bestia viene sodomizzata, l'uomo
deve essere giustiziato e l'animale abbattuto.
L'omosessualità è attualmente illegale in 26 paesi
islamici: Afghanistan, Algeria, Bahrain, Bangladesh, Bosnia, Iran, Giordania,
Kazakhstan, Kyrgyzstan, Kuwait, Libano, Libia, Malesia, Mauritania, Marocco,
Oman, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Sudan, Siria, Tajikistan, Tunisia,
Turkmenistan, Emirati Arabi uniti e Yemen.
Tra questi, l'Iran, la Mauritania, l'Arabia Saudita, il
Sudan e lo Yemen prevedono la pena di morte; il Pakistan prevede la
fustigazione ed almeno due anni di carcere; in Malesia la pena arriva fino a 20
anni e negli Emirati Arabi fino a 14, mentre in Bangladesh e Libia la pena è
rispettivamente di 7 e 5 anni di carcere. L'Iran è comunque il paese più zelante
nel reprimere l'omosessualità: dal 1980, quando i fondamentalisti hanno preso il
potere sotto la guida dell'Ayatollah Khomeini, oltre 4000 gay e lesbiche sono
stati giustiziati, stando a quanto riferisce il gruppo in esilio per i diritti
dei gay, Homan.
Se questi temi sono di “sinistra”, allora chi nega tutto
questo e non solo a parole, ma con la violenza, è di destra? O no? Allora
l’Islam è di destra? E di quella peggiore?
A tutti i laici (e io sono tale), a quelli che sostengono
che lo Stato e la religione devono restare separati, cosa ne pensate delle
teocrazie? La teocrazia è la negazione della democrazia, o no? E’ vero o no che
nessun paese islamico ha sottoscritto presso l’ONU la Dichiarazione Universale
dei Diritti dell’Uomo? E’ vero o no che nei paesi islamici la Sharia è l’unico
riferimento per ciò che riguarda i diritti umani? Avete mai provato a chiedere a
un islamico cosa ne pensa, ad esempio, di Dante Alighieri che ha messo Maometto