Salvo Raiti (Italia dei Valori). «C'č un'intesa con il governo che pagherą 60 milioni a studi ultimati: il Ponte č irrinunciabile»
Data: Domenica, 10 dicembre 2006 ore 17:24:29 CET
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Impregilo farà il progetto del Ponte

Tony Zermo
Salvo Raiti è un avvocato amministrativista di Linguaglossa con studio a Catania. Quando Di Pietro l'ha chiamato a far parte della sua squadra lui non aveva la minima idea di far politica militante. Ci ha pensato un po', ha chiesto chi sarebbero stati i «compagni di viaggio» e poi ha accettato la scommessa.
E una delle cose che ha fatto con un emendamento già passato nel maxiemendamento è quello di sospendere il pagamento dei tributi per i 13 Comuni catanesi (Acireale, Santa Venerina, Belpasso, Zafferana, Ragalna, Milo, Trecastagni, Piedimonte, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Acicatena, Aci Sant'Antonio e Nicolosi) colpiti dalla pioggia di cenere nel 2002.
«Tutti si aspettavano che dopo la proroga dell'emergenza seguisse come avvenuto in passato anche la proroga della sospensione dei tributi per cui nessuno aveva cominciato a pagare la rateizzazione dei tributi, ma la sospensione non arrivò mai. L'Agenzia delle entrate che ha detto? Il tempo è scaduto, non avete più diritto alla rateizzazione, dovete pagare tutto e subito. Significava l'iscrizione a ruolo delle cartelle esattoriali. Una patata bollente, tutti erano in agitazione. Ora con questo emendamento ci si può mettere in regola cominciando a pagare le rate entro il prossimo 30 giugno e con l'abbattimento del 50% dei tributi e la conseguente sospensione delle cartelle esattoriali». Insomma, si potrà pagare a rate la metà del dovuto grazie ad uno stanziamento del governo di 90 milioni di euro. «Altrimenti sarebbe stato un disastro per migliaia di persone», commenta.
Raiti ha il pallino delle opere pubbliche «perché senza il Ponte sullo Stretto, l'alta velocità ferroviaria e i porti, che ci stiamo a fare al centro del Mediterraneo?», dice. Quasi quasi lo abbracciamo.
Però il governo non vuole il Ponte.
«Un momento: dice che non è una priorità, ma questo non vuol dire che non si farà. E non vogliamo a tutti i costi pregiudicare il completamento del progetto. La Impregilo continua a lavorare e a progetto completato avrà 60 milioni, c'è già un accordo di massima con il governo. Quando il progetto sarà definitivo si deciderà cosa fare. L'ha detto anche Di Pietro: noi non ci sentiamo di mettere una pietra sopra al progetto. Ma il Ponte ha un senso se inserito nel Corridoio 1 Berlino-Palermo che consentirà alla Sicilia di giocare un ruolo importante nella zona di libero scambio euromediterranea. Se ci sarà il Corridoio 1 che consentirà di agganciare la Sicilia all'Europa e se avremo contemporaneamente una portualità efficiente in modo da competere con Spagna e Grecia, allora la Sicilia potrà svilupparsi. Non per nulla assieme a Piro, Crisafulli abbiamo fatto passare in Finanziaria la norma che definisce il grande porto di Augusta come hub del Mediterraneo con uno stanziamento di 105 milioni».
Però il Ponte è soprattutto ferroviario. Se non ci passerà l'alta velocità potrebbe essere una cattedrale nel deserto.
«Per sistemare la ferrovia da Napoli alla Sicilia occorrono 28 miliardi, ma quando uno fa politica deve pensare al futuro. Se noi ci tagliamo fuori da questa opportunità di collegarci alla rete trasporti della grande Europa faremo un errore che poi piangeremo. E poi non è che si debba fare tutto subito, gli impegni si possono spalmare in un certo numero di anni».
Ma le risorse dove si trovano?
«Abbiamo calcolato che nell'arco di sette anni al Mezzogiorno toccheranno 170 miliardi. Quando sarà chiusa la Finanziaria e potremo fare i conti precisi ci si siede a tavolino e si stabiliscono le priorità. Il Ponte secondo i nostri calcoli costa 8-9 miliardi, comprese le opere da fare a Messina; l'alta velocità Napoli-Reggio Calabria, che il precedente governo non aveva messo in programma, e per me è stata un'amara sorpresa, costa 28 miliardi; 4-5 miliardi ci vorranno per velocizzare la tratta Palermo-Catania-Messina; altri soldi saranno necessari per completare le opere incompiute che in Sicilia sono centinaia, tra le priorità c'è anche la Catania-Ragusa. Capisco che sono tanti soldi, ma l'importante è cominciare a programmare, a fare i progetti, poi i soldi si troveranno».
Ma l'ala sinistra della maggioranza non vuole né il Ponte e né l'alta velocità ferroviaria.
«La politica può cambiare. Di certo non l'enorme importanza del Ponte, e quindi del Corridoio 1 per l'agricoltura, per il turismo, per gli investimenti. Su questo invito tutti a ragionare e trovo sensato l'appello ai colleghi di centrosinistra lanciato dal deputato regionale ds Salvo Zago. Se abbiamo a cuore i veri interessi di questa terra dobbiamo affrontare e risolvere il problema delle infrastrutture in Sicilia e nel Mezzogiorno. Altrimenti non c'è futuro».







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