Dimensionamento della rete scolastica in Sicilia; via ai tavoli tecnici   
Data: Sabato, 09 dicembre 2006 ore 19:56:18 CET
Argomento: Ufficio Scolastico Provinciale


L'anno scolastico 2006-2007 ormai è avviato da oltre tre mesi e si è in attesa di conoscere le decisioni che saranno adottate per rivedere il dimensionamento delle scuole. L'argomento è stato affrontato l' ottobre scorso in un incontro tra l'assessore Leanza, il direttore del dipartimento P.I. Patrizia Monterosso, i dirigenti degli uffici scolastici provinciali, il rappresentante dell'Anci ed i segretari delle organizzazioni sindacali della scuola. Non sono state adottate, però, decisioni in quanto la questione è stata esaminata solo in fase interlocutoria. «Stiamo aspettando - rileva il segretario provinciale dello Snals Giovanni Tempera - che l'ufficio scolastico provinciale di Catania completi il lavoro di monitoraggio delle istituzioni scolastiche presenti nella provincia (ci risulta che il lavoro è ben avviato e seguito con attenzione dal dott. Zanoli). Come è noto, per conservare l'autonomia gli organici delle istituzioni scolastiche dovranno avere almeno 500 alunni e non superare i novecento. Nella nostra provincia vi sono istituti che non raggiungono le 500 unità, mentre altri superano di gran lunga i 900, per cui da tempo viene chiesto lo sdoppiamento. Ci riferiamo in particolare ad alcuni istituti tecnici, licei scientifici e a diversi istituti comprensivi. Inoltre, vi sono centri, con una popolazione di circa 12000 abitanti con ben tre istituti comprensivi, per cui durante la prescrizione si registra la cosiddetta «caccia» all'alunno. In questi casi, l'accorpamento sarebbe indipensabile per avere almeno il limite minimo dei 500 alunni.
Al contrario vi sono scuole che, come si è detto, superano i mille alunni per cui ad inizio di ogni anno scolastico i dirigenti di istituti superiori sono costretti a chiedere succursali con le tante lamentele da parte dei genitori degli alunni che vorrebbero una sede scolastica meno affollata, vicina al luogo di residenza.
Non fa una grinza il discorso del segretario provinciale dalla flc Cgil prof. Franco Tomasello che a suo avviso «un vero dimensionamento della rete scolastica deve coniugare l'autonomia didattica con i bisogni provenienti dal territorio. Non si capisce perchè - rileva Tomasello - vengono tenuti in vita strutture scolastiche sovradimensionate con migliaia di alunni, in edifici che spesso e volentieri sono privi da ogni norma di sicurezza. Occorre fare scelte precise privilegiando quelle istituzioni scolastiche che garantiscono scuole aperte dalla mattina alla sera in modo particolare ubicate in aree a rischio educativo».
Anche per il prof. Tempera «la questione dimensionamento non può essere gestita in termini aritmetici, ma è necessario avere come riferimento i bisogni del territorio, per cui occorre preparare una proposta complessiva che non penalizzi le reltà locali, eliminando gli istituti scolastici megagalattici e prevedendo istituzioni scolastiche facilmente gestibili». Da parte sua, come ha confermato il direttore dell'ufficio scolastico regionale, dott. Guido Di Stefano, l'obiettivo dell'assessore alla Pubblica Istruzione Lino Leanza è quello di istituire entro l'anno dei «tavoli tecnici», presieduti dal medesimo assessore. L'obiettivo di Leanza è quello di valutare le istituzioni scolastiche, cercando di non stravolgere gli organici delle scuole. Si esamineranno tutti i casi provincia per provincia per rendere la scuola fruibile all'interno del territorio. Dovrebbero conservare l'autonomia, anche se sottodimenzionate, le scuole ubicate in zone a rischio, cioè dove si verificano alti tassi di dispersione scolastica, alunni assorbiti dal lavoro nero e tutte quelle forme di devianze per cui la scuola rappresenta l'unico ente di formazione e quindi di recupero. Certo potrebbero sussistere casi di sovradimensionamenti o istituti sottodimensionati, che magari si trovano in zone tranquille e con altre scuole dello stesso tipo, poco distinti l'una dall'altra. In questi casi lo sdoppiamento o l'accorpamento si rende pressocchè indispensabile. L'unico problema sarebbe quello degli organici, cioè la perdita della sede per il dirigente scolastico e per il direttore amministrativo, ma una soluzione dovrà essere presa per evitare che i medesimi problemi si trascinino da un anno scolastico e l'altro.
MARIO CASTRO







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