Le rilevazioni campionarie sono state tra l'altro prese in alcune scuole secondarie superiori della città di Catania (ITI Cannizzaro, Lombardo radice, Gemmellaro, Vaccarini) in due scuole della provincia (Liceo scientifico di Paternò e Geometra di Acireale) e in un istituo comprensivo di Valeverde.
Tutti i dati concordano sui risultati assolutamente insignificanti delle adesioni allo sciopero quantificabili nell' 1, 2 %. Neanche la possibilità di allungare il ponte dell'Immacolata ha convinto gli stessi iscritti alle tre organizzazioni a starsene a casa.
I bollettini sindacali con la pietosa bugia
Sciopero 7 dicembre 2006 - Comunicato Stampa Confsal GRANDE ADESIONE DEI LAVORATORI ALLO SCIOPERO GENERALE DELLA CONFSAL Finanziaria 2007 bocciata
Roma, 7 dicembre. La Confsal, Confederazione generale sindacati autonomi lavoratori, con 1 milione di iscritti, esprime soddisfazione per la forte adesione dei lavoratori pubblici e privati allo sciopero generale proclamato per oggi, 7 dicembre 2006, in opposizione alla Legge Finanziaria 2007.Il Governo dovrà prendere atto che la stragrande maggioranza dei lavoratori ha bocciato la Finanziaria 2007, giudicata iniqua e penalizzante per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e per i pensionati.“La risposta dei lavoratori – ha dichiarato il segretario generale Confsal, Marco Paolo Nigi – è stata eloquente. Al Governo Prodi spetta trarne le conseguenze.Per la Confsal rimane l’impegno a proseguire la battaglia per il conseguimento degli obiettivi giuridici ed economici alla base della vertenza, tra i quali il rinnovo dei contratti e la stabilizzazione dei precari”.
UN SUCCESSO LO SCIOPERO DELLA SCUOLA
DEL 7 DICEMBRE
Comunicato-stampa
Dai rilevamenti fatti nelle principali città, tra il 30 e il 35% di docenti ed Ata ha partecipato oggi allo sciopero convocato, seppur su differenti piattaforme, da COBAS, Snals e Gilda. E’ un rilevante successo soprattutto se si tiene conto che per i COBAS si trattava del secondo sciopero nell’arco di venti giorni, dopo il riuscito sciopero generale del lavoro dipendente del 17 novembre.
I COBAS hanno scioperato contro i tagli alla scuola pubblica contenuti nella Finanziaria (migliaia di classi e 50 mila posti di lavoro) e i finanziamenti alla scuola privata (150 milioni di euro in più rispetto al governo Berlusconi); per l'abrogazione delle leggi Moratti; per l'assunzione di tutti/e i precari, poiché non è affatto sufficiente il mantenimento delle graduatorie permanenti, visto che il governo vuole arrivare all’assunzione diretta del personale da parte dei capi di istituto; per il rinnovo del contratto scaduto da un anno, con 300 euro di aumento per docenti ed Ata, e per la corresponsione dell'indennità di vacanza contrattuale; contro i tagli alle pensioni e il furto del TFR; per la restituzione del diritto di assemblea ai Cobas e a tutti i lavoratori/trici.
A Roma i docenti ed Ata dei COBAS hanno manifestato - insieme a studenti universitari e medi, a ricercatori e a precari - a Piazza Navona di fronte al Senato, mentre era in corso la discussione degli articoli della Finanziaria. Una delegazione dei COBAS ha anche incontrato i senatori/trici del PRC, del PDCI e dei Verdi, esponendo i motivi della protesta e le richieste di modifica alla Finanziaria. Nonostante l’interesse dimostrato dai parlamentari di questi gruppi nei riguardi della protesta, il governo non intende modificare gli articoli della Finanziaria che riguardano la scuola, venendo incontro alle richieste di quel “popolo della scuola pubblica” che ha dato un contributo notevole (i docenti sono la categoria che più ha votato per il centrosinistra) al successo elettorale dell’Unione.
Questo è un gravissimo errore per il futuro della scuola pubblica ma anche per il destino del governo Prodi, perchè ogni giorno che passa (e la manifestazione di S.Giovanni del centrodestra è qualcosa di più che un campanello d’allarme) appare chiaro che un governo che produce una Finanziaria che soddisfa solo la Confindustria e che pratica il “continuismo” nelle politiche liberiste (il berlusconismo senza Berlusconi) finisce con il regalare non solo i “ceti medi” ma anche vasti settori popolari e di salariati/e al centrodestra.
Altrettanto grave è l’assenza nello sciopero di oggi di Cgil-Cisl-Uil che, dopo tonitruanti dichiarazioni polemiche nei confronti della Finanziaria, hanno optato per uno sciopericchio di un’ora il prossimo 14 dicembre. Tale atteggiamento apparentemente schizofrenico si spiega con la volontà di non disturbare il “governo amico” di cui Cgil-Cisl-Uil si sentono parte come se fossero il “nono partito” dell’esecutivo Prodi. Piero Bernocchi Portavoce nazionale COBAS - Comitati di base della scuola