Prof e studenti violenti sul web
Data: Lunedì, 04 dicembre 2006 ore 11:54:56 CET
Argomento: Rassegna stampa


Il caso: dai videofonini alla Rete episodi non solo di bullismo: in un video un docente picchia un alunno

Da una denuncia dell’associazione Meter di don Fortunato Di Noto è scaturita un’altra inchiesta choc su atti di bullismo scuola e sull’atteggiamento violento di un insegnante nei confronti di un alunno di 10 o 11 anni. Le indagini sono coordinate dalla Procura della repubblica di Catania condotte dalla polizia postale e delle comunicazioni di Catania. Nelle immagini esaminate dagli investigatori se ne vedono di cotte e di crude, ma il fatto in quanto tale - non certo l’unico in Italia - imporrebbe di adottare nelle scuole una misura drastica e urgente: quella di sequestrare i videotelefonini ai ragazzi prima dell’ingresso e restituirglieli alla fine delle lezioni. Il fenomeno così si ridurrebbe moltissimo, dato che le immagini che poi girano sul web sono tutte realizzate coi videotelefonini. Visionando il materiale sequestrato si assiste a scene deprecabili di bullismo. E la cosa si ferma lì. L’unica azione penalmente perseguibile è quella che si riferisce all’insegnante che picchia lo studente dopo averlo sorpreso nascosto in un armadio, dove si era rintanato per uno scherzo; la città e la scuola non sono state rese note, ma si vede nettamente che il professore non si fa alcuno scrupolo nel prendere calci l’adolescente, picchiandolo e strattonandolo mentre un compagno riprendeva la scena col telefonino piazzato sotto il banco. Gli investigatori, attraverso i file-log consegnati da Google Italia, contano di risalire agli autori del filmato ma soprattutto di identificare il professore violento. « video dell’insegnante picchiatore - come lo stesso don Di Noto ha segnalato - prima di essere sequestrato, è stato già visionato da migliaia di utenti e nessuno, fino ad oggi, aveva pensato di denunciare un fatto così grave» La direzione Google Italia, (azienda cui non si addebita alcuna responsabilità penale sul contenuto delle immagini che giravano nel web), che sta collaborando alle indagini, ha deciso autonomamente di rimuovere dal motore di ricerca altri 17 video di varia natura, segnalati dall’associazione Meter e realizzati da alcuni studenti italiani in classe; tra questi sono coinvolti anche i ragazzi di una scuola catanese che si sono fatti immortalare in internet mentre schiaffeggiano un compagno come se il gesto fosse un atto di cui vantarsi. I 18 video-post, molti dei quali realizzati e inseriti alla fine di novembre, quindi pochi giorni fa, riproducono comportamenti vandalici al limite dell’illecito: c’è chi lancia sedie dal secondo piano e chi sfascia come può l’arredo della classe; c’è chi scassina la macchinetta automatica delle merendine e chi sfotte il professore calandosi i pantaloni mentre questo, ignaro, è rivolto verso la lavagna per spiegare la lezione.

G. Q. (da www.lasicilia.it)

 

IL PARERE DELL’ESPERTO: «Dopo lo choc finalmente se ne parla»

Bullismo, sta accadendo tutto adesso? Non ne è convinto il dott. Salvatore Scardilli, psicoterapeuta, docente di un corso su «Abuso e maltrattamento dei minori» organizzato dalla Usl 3, in corso di svolgimento nel liceo Turrisi Colonna. «Il fenomeno - spiega - non è nuovo. La descrizione di un "bullo" la troviamo anche sul libro "Cuore". Solo che ora sta emergendo con violenza, ora tutti se ne sono accorti perchè il bullismo è stato amplificato da Internet con delle immagini che hanno il potere di restare nella nostra memoria. Ed è potuto succedere perchè per i ragazzi lo strumento tecnologico è importante, permette di essere protagonisti, se non in Tv, in un contesto, in una rete più ampia. Scatenando peraltro un effetto a catena». Parlarne vuol dire dunque enfatizzare il fenomeno? «E’ un grosso rischio, ma dobbiamo riconoscere che solo così il problema, confinato in classe o nei corridoi scolastici, è stato scoperto dagli adulti diventando così un problema della società e non più solo degli alunni o dei docenti». E ora che la questione è emersa, che cosa si può fare? E chi può farlo? «Intanto bisogna riconoscere che una base di bullismo è presente in tutta la società. Ci sono per esempio una serie di comportamenti violenti da parte di personaggi pubblici, come la testata di Zidane o lo sputo di Totti che non sono stati adeguatamente sanzionati. E’ un modo per dire che il fenomeno del bullismo va affrontato da tutti. Non solo dai docenti, che vanno adeguatamente formati per intervenire nel sistema relazionale, ma anche dalla famiglia, dove occorre facilitare la comunicazione. E nelle situazioni patologiche occorre anche saper chiedere aiuto allargando il sistema e inserendosi nelle rete territoriale di sostegno. Superato il momento emotivo, dunque, e prima di arrivare alla saturazione, bisogna agire».

ROSSELLA JANNELLO (da www.lasicilia.it)







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