Le scuole di Paternò chiuse il 4 e 5 dicembre per la festa della patrona Santa Barbara.
Data: Domenica, 03 dicembre 2006 ore 01:13:32 CET
Argomento: Rassegna stampa


La festa più amata dai paternesi

02.12.2006. Oggi le candelore renderanno omaggio alla Patrona. Domani la processione delle reliquie e i fuochi d'artificio Un programma ricco e variegato, perché la festa organizzata in onore della Santa Patrona, sia anche l'occasione per scambiarsi opinioni e dare spazio allo sport. Tanti, dunque, gli appuntamenti in programma nel cartellone culturale-sportivo, voluti dall'assessore alla Cultura, Sport e Spettacolo del Comune di Paternò, Nino Naso. Gli appuntamenti sono iniziati ieri con quattro incontri culturali. Il primo è stato il convegno "Tributo a padre Ravazzini: un Martire della solidarietà", organizzato in collaborazione con la Parrocchia di S. Michele, i frati Minori cappuccini, e la Fondazione Michelangelo Virgillito. Un incontro, voluto per ricordare l'eroica figura del frate cappuccino Aurelio Ravazzini (chiamato fra Vincenzo), morto il 14 luglio del 1943 durante i bombardamenti sulla città. A ricordare il giovane sacerdote è stato lo storico paternese, Vincenzo Fallica. Padre Ravazzini, morì mentre prestava servizio d'assistenza ai feriti nell'ospedale militare da campo, realizzato dove ha oggi sede la villa comunale "Moncada". Nel corso di quei bombardamenti tre mila persone persero la vita, e migliaia furono i feriti. In suo ricordo, dal 1973, è stata eretta all'interno della villa Moncada una stele. Sempre ieri, grande successo per la presentazione della personale di pittura di Davide Camonita "Il mio cammino dell'arte", presentato dall'Accademia d'arte etrusca e dal Circolo professionisti "Rizzo", in via Vittorio Emanuele, 82. Davide Camonita, nonostante la giovane età, ha già ottenuto diversi riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale. La sua personale rimarrà aperta al pubblico fino a domani. Sempre ieri di scena l'alta moda, con la mostra d'abiti "le radici della moda", ospitata nella Galleria d'Arte Moderna, e realizzata dalle stiliste dell'atelier D'Her, delle sorelle Marici. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 5 dicembre. È stato presentato ancora ieri nella parrocchia di Santa Barbara, il libro "Imago Barbarae", scritto dal giornalista Vincenzo Anicito che analizza 150 stampe devote. Gli appuntamenti culturali proseguono oggi, con la personale di pittura di Luciano Longo, visitabile fino al 5 dicembre in via G.B. Nicolosi, 38. Ancora alle 16, nella Chiesa di S.Francesco di Paola, ritorna il recital di poesie dedicate a Santa Barbara, realizzato in collaborazione con la Gazzetta dell'Etna. Domenica è la giornata dedicata allo sport. Si comincia alle ore 9, con il 6° trofeo di automodellismo, realizzato in collaborazione con l'associazione sportiva Racing 2000, in via Fonte Maimonide. Sempre alle 9, parte il 10° trofeo di pesca sportiva, realizzato in collaborazione con l'Asd Lenza del Simeto-Ponte Barca. Alle 10, passeggiata in bicicletta. Alle 17, nella palestra comunale di via Bologna, di scena c'è il 1° trofeo di arti marziali. Alle 21, in piazza Indipendenza, l'atteso appuntamento con la nona edizione della tradizionale "entrata dei cantanti" che vedrà la partecipazione degli alunni delle scuole elementari di Paternò. Ancora, lunedì 4, alle 18.30 sarà inaugurata a Palazzo Alessi, la collettiva d'arte "L'arte come veicolo dello spirito", organizzata in collaborazione con l'Accademia d'Arte Etrusca. Martedì 5, giornata nazionale della salute mentale, e quarta edizione della "sagra della scacciata", organizzata con l'associazione Santantoni, in piazza Vittorio Veneto. Infine, lunedì 11, quadrangolare di calcio, al Falcone-Borsellino, con le squadre del comune di Paternò, di Maristaeli Catania, dei Carabinieri di Paternò, e dei militari della Guardia di Finanza di Paternò (nella foto gli studenti all'entrata dei cantanti sul palco durante l'esibizione dello scorso anno).
Fitto di appuntamenti il programma della festa di S.Barbara.
Oggi. Alle 8, giornata dedicata al cereo, con una S. Messa nella chiesa di S. Antonio Abate a cui parteciperanno i portatori dei cerei. Al termine della funzione i cerei muoveranno in direzione della chiesa di S. Barbara dove renderanno omaggio alla Patrona, per poi spostarsi nei diversi rioni della città. Alle 18.30 raduno dei cerei in piazza Regina Margherita e sfilata con gli sbandieratori del gruppo Ibla Mayor per via Vittorio Emanuele. Alle 20 ingresso del corteo in piazza Indipendenza e "ballata". Alle 20.15 la veglia vicariale d'Avvento. Domenica vigilia della festa, dalle 8.30 verranno esposte le Reliquie della Santa nella chiesa di S. Barbara; S. Messa alle 8.30 e solenne celebrazione Eucaristica con la partecipazione del Corpo dei Vigili del Fuoco di Paternò. Alle 17 solenne concelebrazione Eucaristica nella chiesa Madre seguita, alle 18, dalla processione delle Reliquie che si concluderà nella chiesa di S. Barbara. Qui avrà luogo la svelata del Simulacro e la benedizione con le reliquie. Alle 21 entrata dei "cantanti" in piazza Indipendenza. Lunedì solennità della Santa, i devoti assisteranno alla svelata del Simulacro, nell'omonima chiesa alle 8. Da lì il Fercolo e le reliquie della Patrona, con i cerei, usciranno alle 10 per muovere verso la chiesa dell'Itria, dove sarà celebrata una S. Messa. Alle 10.15 concerto bandistico in piazza Indipendenza, con replica alle 18.30. All'uscita dell'Itria la Santa proseguirà il pellegrinaggio per la città percorrendo le vie del quartiere Falconieri. Alle 12 giungerà in piazza Vittorio Veneto, accolta da un grandioso spettacolo pirotecnico, preludio all'ingresso nella chiesa di S. Antonio Abate. Nel pomeriggio alle 16.30 il Simulacro continuerà la processione per la città e in serata si svolgerà un atteso gioco di fuochi artificiali alla Villetta. A tarda sera il rientro in chiesa con spettacolo pirotecnico nel piazzale del Castello. Martedì, giornata della devozione, alle 9 esposizione del Simulacro e S. Messa. Alle 9.30 omaggio della città ai Caduti di tutte le guerre, presso il Monumento di piazza Santa Barbara. A seguire, alle 11, solenne Pontificale presieduto da mons. Salvatore Pappalardo, vescovo di Nicosia. A fine celebrazione il sindaco invocherà il patrocinio della Santa su Paternò. Nel pomeriggio, alle 16.30, il Simulacro della Patrona riprenderà il giro della città: da non perdere lo spettacolo piro-musicale previsto per le 22 in piazza Indipendenza. Dopo le 24 ingresso del Fercolo nella chiesa di S. Barbara, al canto dell'inno di lode in onore della Patrona e la benedizione con le Sacre Reliquie.
«La protezione della Santa per la città»
Il sindaco Pippo Failla nella Messa pontificale rinnoverà l'invocazione per ricevere la grazia della crescita sociale e dello sviluppo «La festa allestita in questi anni dalla mia amministrazione ha sempre mirato a mantenere inalterati i valori legati alla fede ed alle tradizioni delle celebrazioni in onore della nostra Santa Patrona». Il sindaco di Paternò Pippo Failla invita i paternesi a partecipare all'evento con fede e devozione, con responsabilità e senso civico. «Assieme al Comitato per i festeggiamenti - mette in rilievo il primo cittadino - abbiamo allestito un programma che intende mettere in rilievo i valori della fede cristiana, nell'intento di tenere alti proprio i principi ai quali i miei concittadini sono legati. Quello di Santa Barbara, del resto, è un appuntamento storico sentito da tutta la cittadinanza e dal quale non si può prescindere». E quindi il richiamo a vivere la festa anche come momento di riflessione sulla grandezza della Patrona: «La vita della nostra santa patrona rappresenta anche un esempio di martirio e sacrificio cristiano sul quale confrontarci e prendere spunto per la nostra vita quotidiana: un impegno non sempre facile, ma di elevato livello morale. Gli eventi miracolosi che la storia ci tramanda rappresentano una testimonianza forte dell'intimo legame devozionale che i cittadini hanno nei confronti della loro santa. Il miracolo della fine della peste, nel lontano 1576, e poi i miracoli della cessazione delle violente eruzioni dell'Etna, nel 1780 e nel 1983, sono eventi straordinari che sono radicati profondamente nella nostra coscienza religiosa. I miracoli, insieme ad altri eventi prodigiosi, ed alle numerose grazie, fanno sentire ancora forte la vicinanza di santa Barbara ad ogni paternese». «È con questo spirito devoto - aggiunge ancora il sindaco - che, ogni anno, durante la messa pontificale, l'amministrazione comunale invoca la santa patrona affinché dia la sua protezione alla città, nonché per ricevere la grazia di un sostegno per la crescita sociale e culturale di Paternò». In merito al programma di intrattenimento ci sono inoltre delle novità: «Per l'aspetto folkloristico - continua Failla - intendo sottolineare come il programma del 2006 sia particolarmente ricco. Al riguardo, un doveroso ringraziamento sento di doverlo rivolgere a padre Antonello Russo - parroco della chiesa di Santa Barbara -, al Consiglio comunale, all'Assessorato alla Cultura ed ovviamente al Comitato per i festeggiamenti. Inoltre, intendo fare una considerazione. Sarebbe opportuno che i fondi per l'organizzazione della festa fossero previsti già all'interno del Bilancio pluriennale. Ciò perché a causa delle ristrettezze economiche cui devono far fronte i Comuni occorre fare sempre delle scelte, seppur dolorose, ma è ovvio che questa festa va tutelata e non può essere toccata. «Quindi - conclude il sindaco - sarebbe opportuno costituire un comitato permanente che possa organizzare la manifestazione in assoluta tranquillità, e ciò per evitare il rischio di dover reperire i fondi in tempi troppo brevi, evitando così stressanti ricerche per reperire gli stessi in ultima battuta». «Eventi che creano la giusta armonia»
L'assessore Nino Naso: «A grande richiesta sarà ripristinata la tradizione del lancio dei palloni aerostatici»
«Anche quest'anno - mette in evidenza l'assessore comunale alla Cultura, sport e spettacolo, Nino Naso - abbiamo voluto fare in modo che le innumerevoli realtà della città si sentissero coinvolte nell'onorare la nostra santa Patrona: dalle scuole agli artigiani; dai professionisti ai commercianti, sino agli sportivi ed alle manifestazioni culturali». Ma aggiunge subito l'assessore: «È chiaro che al centro di tutto va posto l'aspetto religioso il quale viene arricchito da tutti questi piccoli eventi che, sono sicuro, riusciranno a creare la giusta armonia e partecipazione attorno a quella che è la festa di tutti i paternesi per antonomasia». Tante le iniziative in programma tra le quali il tributo che verrà dato al frate cappuccino, padre Vincenzo Ravazzini, martire della solidarietà, morto durante i bombardamenti su Paternò nella seconda guerra mondiale, il quale verrà ricordato in un convegno. «Indubbiamente - aggiunge l'assessore Naso - , grazie al contributo dell'intera città, siamo riusciti ad allestire una importante festa: una manifestazione che toccherà numerosi percorsi religiosi, culturali, folkloristici, artigianali e ludico-sportivi. Tra gli eventi più attesi vanno indubbiamente annoverati i tradizionali fuochi d'artificio di giorno 4 dicembre in piazza Vittorio Veneto (verrà ripristinata l'antica tradizione del lancio di palloni aerostatici). A questi si aggiungeranno i nuovi fuochi piromusicali della sera del 3. E, a proposito di fuochi piromusicali, il grande evento del 5 sera, in piazza Indipendenza, vedrà riproposto lo spettacolo dei violinisti. Nella stessa serata, insieme allo spettacolo dei fuochi, - continua l'assessore - ci sarà una presenza speciale, un personaggio famoso, il cui nome sarà per i presenti una vera sorpresa. Tra gli altri momenti voglio ricordare un importante evento di solidarietà, cioè il "Giorno della Salute Mentale", che avrà luogo lo stesso giorno 5 dicembre». «Voglio ringraziare - evidenzia l'assessore - i tanti cittadini, nonché le numerose associazioni, per avere lavorato in sinergia con noi. Questo rapporto di collaborazione è stato un input che ci ha permesso di organizzare tante manifestazioni collaterali all'evento religioso, come alcuni momenti riservati all'artigianato. Uno per tutti, cito la mostra di abiti da sposa realizzati da nostre bravissime artigiane; si tratta di un settore della nostra città da non sottovalutare». «Infine - conclude Naso - ringrazio i giovani sacerdoti paternesi, i quali hanno dato, anch'essi, importanti contributi alla festa con interessanti appuntamenti, e poi esprimo la mia gioia in quanto la festa di santa Barbara rappresenta ancora una volta un momento di aggregazione anche per molti giovani; e ciò fa ben sperare sulla continuità di certi valori religiosi».
Le tre chiese luoghi di culto
S. Antonio, l'Idria e quella dedicata alla Patrona costituiscono un ideale triangolo attorno al quale si ricordano eventi miracolosi La Chiese dell'Idria, di S. Antonio Abate, e di Santa Barbara. È l'ipotetico triangolo costruito dai luoghi di culto che lega Santa Barbara alla città di Paternò. Attorno ad esso si condensano la storia, le tradizioni, gli eventi miracolosi che nei secoli i paternesi hanno attribuito alla loro Santa Patrona. La Chiesa dell'Idria è il primo luogo. Si narra che nel 1576 (a quel tempo Paternò era sotto la signoria di donna Luisa Luna Vega, figlia del duca Pietro di Bivona e vedova del principe, Cesare Moncada), da mesi la cittadina paternese era vittima della peste, che aveva portato alla decimazione della popolazione. Quando la gente era, ormai, disperata, si racconta che Santa Barbara apparve in sogno ad una donna. La Patrona disse alla fedele di far scavare sotto la Chiesa dell'Idria (divenuta in seguito prima dimora religiosa della Santa), dove vi erano conservate delle corde da dare alle fiamme. Il desiderio di Santa Barbara venne eseguito e nell'agosto del 1576 la peste, improvvisamente, cessò. Fu il primo miracolo legato a Santa Barbara che da allora divenne la protettrice della città (prima d'allora il Santo protettore di Paternò era S.Vincenzo). Per tradizione, Santa Barbara il 4 dicembre, giorno della festa, in mattinata, dopo l'uscita della Chiesa di Santa Barbara, giunge alla Chiesetta dell'Idria, dove viene celebrata una Santa Messa. Al termine della celebrazione, la processione riprende per giungere alla Chiesa di S.Antonio Abate (dove il fercolo viene ospitato fino al pomeriggio), altro luogo legato a Santa Barbara. Il legame, anche in questo caso, è legato alla pestilenza del 1576. Dove oggi ha sede la Chiesa di S.Antonio Abate, in quell'anno di morte del 1576 venne aperto uno dei due lazzaretti cittadini, dove portare gli ammalati. Ultima, ma non in ordine d'importanza, la Chiesa di Santa Barbara, sede della Patrona dal 27 luglio del 1731, quando le reliquie vennero trasferite qui dalla Chiesa della Gancia. Con il passare degli anni, ai luoghi di culto si sono affiancate una serie di tradizioni che costituiscono il cardine della festa. La prima è l'Entrata dei Cantanti. Ritornata in auge sul finire degli anni '90, dopo oltre vent'anni d'oblio, l'entrata dei cantanti è legata alla sera del 3 di dicembre, per ricordare quando le corporazioni dei "Mulinari" e dei "Muratori", si sfidavano, in piazza Indipendenza con canti e cori, inneggianti alla Santa, raccontando il martirio e la morte della Vergine. Con il suo ritorno, le corporazioni sono state sostituite dagli studenti delle elementari dei quattro circoli didattici e delle scuole parificate della città. L'esibizione comincia alle 21 circa, con l'ingresso dei bambini dalle quattro vie laterali a piazza Indipendenza, portando in mano palme (segno di pace) e candele (segno di luce). Saliti sul palco i bambini si esibiscono tutti insieme. La vera sfida, quella che ricorda i "duelli" canori tra le corporazioni dei Mulinari e dei Muratori, spetta, poi, alle corali parrocchiali cittadine, accompagnate dal corpo bandistico "Città di Paternò". Un evento, questo, che ogni anno richiamo in piazza centinaia di fedeli che attendono l'ingresso della Patrona. Se l'entrata dei cantanti ha una tradizione religiosa, un secondo appuntamento lo si può definire folcloristico-popolare. L'appuntamento è quello con l'inchino e la "ballata", dei portatori di cerei che precedono la vara della Santa nel quartiere Villetta, la sera del 4 dicembre. Tradizione vuole che uno dei portatori dei cerei, mentre la "varetta" danza davanti a un quadro appeso al muro, che ritrae l'immagine della Vergine, prenda con la bocca un garofano infilato attorno al quadro e concluda l'esibizione inginocchiandosi, fino quasi a toccare il quadro, tra l'applauso generale della folla che assiste curiosa all'esibizione. Altra tradizione, questa culturale, è legata all'esibizione dei corpi bandistici, nelle sere della festa, in piazza Indipendenza. Un appuntamento che affonda le sue radici in un lontano passato, che negli anni ha ospitato musicisti di grande spessore, attirando centinaia di appassionati di musica classica. mary sottile Una chiesa speciale, il tempio sacro "per eccellenza". Un luogo di culto a cui guardare con particolare deferenza; la materiale raffigurazione di un binomio inscindibile: quello tra la città di Paternò e la sua Santa Patrona. Questo, e altro ancora, è la chiesa di Santa Barbara, luogo sacro che affonda le sue radici in una tradizione lunga oltre quattrocento anni. Una storia che ha origine nel XVI secolo, e più precisamente nell'anno 1583, allorquando il Consiglio cittadino acquistò l'oratorio della Maddalena dai Padri benedettini, dando il via alla costruzione della chiesa. Da allora l'edificio venne ampliato con ripetuti interventi. Ma quali sono gli antefatti che portarono all'edificazione della chiesa? I riferimenti storici ci dicono che l'improvviso scoppio di una pestilenza nel quartiere denominato Santa Barbara (oggi rione Itria), provocò nel 1576 molte vittime. Impotenti di fronte all'inarrestabile divenire del contagio i paternesi si rivolsero alla loro Santa, venendo miracolosamente esauditi. Da qui la volontà dei devoti di ringraziare la Patrona con la costruzione di un luogo di culto particolarmente significativo. L'inizio delle opere è riferibile al 1583. Nello stesso anno il vescovo di Catania consentì la traslazione delle reliquie della Santa e del titolo nella nuova chiesa. A distanza di circa 80 anni, nel 1669, la chiesa venne elevata al rango canonico di "parrocchia filiale" della chiesa Madre, mentre nel 1954, per volere del vescovo del tempo, monsignor Bentivoglio, divenne "parrocchia autonoma". Ma la chiesa di Santa Barbara non è soltanto un luogo di raccoglimento e di indubbia spiritualità per i numerosi fedeli: di per sé rappresenta, infatti, uno straordinario manufatto architettonico. La chiesa, posta nel "cuore" del centro storico, si presenta ai visitatori in tutta la sua imponenza, rivelandosi come uno degli episodi più significativi dell'architettura religiosa locale: modello di equilibrio fra impianto strutturale e valori decorativi. A risaltare in modo evidente è l'armoniosa massa architettonica dell'edificio, che si manifesta nella rigorosa concezione tardo-rinascimentale della facciata (1781), scandita nell'ordine inferiore da una coppia di lesene che delimitano i tre portali bronzei del 1989, dominati al centro da una nicchia con la statua della santa. Nella parte superiore della stessa facciata si staglia un'imponente loggia campanaria: ai lati le statue dei Santi Pietro e Paolo; alle spalle il tiburio ottagonale che racchiude il cupolone ultimato nell'anno 1863. L'interno della chiesa, "a croce greca", viene esaltato dagli effetti scenografici del tessuto ornamentale ed è slanciato dall'ariosa prospettiva della cupola, che si allunga nel vestibolo e nel presbiterio, dov'è collocata la monumentale macchina dell'altare maggiore. Le tele disposte all'interno di cornici ovoidali sono produzione di artisti locali. Nella sagrestia è conservato il prezioso fercolo in argento di Santa Barbara, che percorre in processione le vie della città, seguita da 10 cerei artistici, nei giorni della festa solenne.
Le reliquie fermarono la lava
La festa di «S. Barbara delle Rose» in estate ricorda quando la colata dell'Etna, il 27 maggio 1780, si arrestò alle porte di Ragalna Oltre al tradizionale appuntamento dicembrino, per ricordare la Vergine e Martire, Barbara, la città di Paternò, da anni le dedica un altro, importante appuntamento, ricordato come la festa di "Santa Barbara delle Rose". Anche in questo caso (come nel precedente, avvenuto nel 1576 quando nella città di Paternò venne debellata la peste e i paternesi gridarono al miracolo attribuendolo alla Santa che da allora divenne la Patrona della città), la sua istituzione, avvenuta nel maggio del 1780, è legata ad un miracolo compiuto dalla santa Patrona. Per ricostruire i fatti bisogna ritornare indietro al 27 maggio 1780, quando era in corso una eruzione dell'Etna. La colata lavica arrivò alle porte di Ragalna (a quel tempo frazione dipendente dal Comune di Paternò), minacciando seriamente la cittadina. Disperati per il grave pericolo, i cittadini decisero di rivolgersi alla loro Santa Protettrice, portando le reliquie, contenute nel mezzobusto d'argento, in processione. Si racconta che i fedeli, una volta giunti davanti alla lava con le reliquie, miracolosamente il fuoco incandescente si sia fermato, improvvisamente. Il fatto viene ricordato ancora oggi grazie ad una tela conservata nella Chiesa di Santa Barbara, oltre ad essere raccontato nelle effigi presenti nelle porte bronzee della stessa chiesa patronale. Per non dimenticare la ricorrenza, il 27 maggio di ogni anno, il busto di Santa Barbara, con in testa una corona di rose (da qui la denominazione di Santa Barbara delle Rose), viene portato in processione per le vie della città. Un'offerta, questa della corona di rose, donata dai rappresentanti dell'Amministrazione comunale con a capo il primo cittadino. Come tradizione vuole, nel corso della processione che precede il giorno della festa (il 26 maggio) il busto reliquiario si fermerà per alcuni momenti di preghiera, davanti agli storici "altarini" votivi, fatti erigere nel 1908, quando la città scampò al terremoto che distrusse Messina ed i paternesi, in segno di devozione, vollero ringraziare la loro Santa Protettrice. I tre altarini si trovano: in piazza Indipendenza, in via Roma (sotto la Chiesa di Santa Margherita) ed in Via Strano. La tradizione vuole che nei giorni della festa di dicembre, gli altarini si rimettano a nuovo, abbellendoli con fiori, per offrire lodi alla Patrona. I festeggiamenti in ricordo di quel drammatico 27 maggio del 1780, ogni anno sono festeggiati, inoltre, con una serie di eventi collaterali, culturali, legati sempre al principale momento, religioso e di preghiera. Altra data festeggiata dai paternesi, in onore di Santa Barbara, è legata ad un altro evento. Anche in questo caso, ricorre il numero 27. Il fatto, risale per l'esattezza al 27 luglio del 1637. In questa data le reliquie della Santa vennero portate da Messina a Paternò, dove sono conservate fino ad oggi. Si ricorda ancora, sempre nella data del 27 luglio, questa volta del 1731, quando le reliquie di Santa Barbara vennero trasferite dalla chiesetta della Gancia, dove erano state custodite fino a quel momento, alla cappella di Santa Maddalena, luogo sacro donato alla città dai padri Cassinesi, proprio per conservare le ossa della Santa. Sui resti di questo luogo sacro, successivamente è stata innalzata la parrocchia dedicata alla Vergine. m.s.
Salute mentale, uno stand in piazza Vittorio Veneto
Anche quest'anno, come da tradizione ormai consolidata, si rinnova il connubio tra la festa in onore di Santa Barbara e la "Giornata nazionale della salute mentale": in piazza Vittorio Veneto nel tardo pomeriggio di martedì 5, una iniziativa che servirà a sensibilizzare l'opinione pubblica su una tematica che rimane sempre d'attualità. L'occasione verrà data da uno degli eventi che fanno da corollario al programma ufficiale della festa della Santa Patrona, la "Sagra della scacciata": ad organizzarla l'associazione "Santantoni". All'interno della manifestazione verrà installato uno stand curato dagli operatori e dagli utenti del Dipartimento di Salute Mentale Catania 2 (Distretto sanitario Paternò-Gravina, Asl 3), in cui verrà promossa la cultura dell'accettazione nei confronti dei soggetti con disagio psichico, affermando al contempo i concetti della lotta al pregiudizio e della curabilità dei disturbi mentali. Oltre al consueto materiale informativo verranno esposti, nello spazio appositamente predisposto all'interno della "Sagra", i lavori a carattere artigianale realizzati, con grande passione, dagli stessi utenti del Dipartimento di Salute Mentale del Dsm 2 di Paternò, diretto dal dott. Filippo Selvaggio. Gli obiettivi dell'iniziativa, tanto lodevoli quanto ambiziosi, dovranno purtroppo scontrarsi con un substrato di pregiudizi, quasi ineluttabili, che sempre più spesso finiscono per radicarsi nella società contemporanea. Uno stato di cose che se non verrà gradualmente arginato rischia di mistificare la realtà, alimentando bisogni impropri di difesa psicologica collettiva, che nel tempo potrebbero finire per ingenerare insani processi di isolamento e di emarginazione da parte dei malati. Grande merito nell'organizzazione della serata, come detto, spetta ai volontari dell'associazione "Santantoni". «Siamo onorati di ospitare, all'interno della nostra "Sagra della scacciata", un evento di alta valenza socio-culturale», afferma con soddisfazione il presidente dell'associazione, Sebastiano Grasso, egli stesso operatore sanitario presso il Dipartimento di Salute Mentale del nosocomio paternese. «In occasione della "Giornata nazionale della salute mentale" - conclude Grasso - ci è sembrato opportuno coniugare momenti di spensieratezza ad altri che, ne siamo certi, imporranno spunti di profonda riflessione. Proprio per questo motivo invitiamo tutti i nostri concittadini a partecipare alla manifestazione di martedì sera». Un'iniziativa sposata pure dall'assessore alla Cultura, Nino Naso. «Abbiamo arricchito la festa della Santa Patrona con in innumerevoli attività collaterali, tra cui questa, assai importante, organizzata di concerto dal Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl 3 di Catania e dall'associazione "Santatoni". Sarà, ne sono certo, una occasione di sano divertimento, ma anche di concreta attenzione verso i soggetti più indifesi». g.c.
Le varette, i cerei simbolo della devozione dei fedeli
I cerei, nel dialetto paternese "varette", rappresentano le offerte della cera dei ceti sociali alla Patrona. Come da tradizione precedono il fercolo della Santa, annunciandone l'arrivo. Paternò ha dieci cerei, portati ognuno da otto portatori. In passato rappresentavano i carrettieri, i contadini, i mezzadri, i mugnai, gli operai, gli ortolani, gli osti, i fornai, i pescatori e gli studenti; e oggi anche i commercianti. La giornata dedicata ai Cerei si svolge il 3 dicembre. (da www.lasicilia.it)







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