IL MIRACOLO DI USCIRE VIVI DA CERTE SCUOLE
Data: Mercoledì, 29 novembre 2006 ore 00:05:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Il suo primo libro, Le ceneri di Angela, è uscito nel 1996, quando aveva sessantasei anni; il secondo, Che paese, l´America, nel 1999, quando ne aveva sessantanove. Ed era  già un miracolo, come dice egli stesso, che riuscisse a tenere la penna in mano. E’ questa la vicenda editoriale di Frank McCourt, autore newyorchese di origine irlandese, che torna in scena con un libro che narra, servendosi di un tono a metà tra l’ironia e il sarcasmo, la sua storia di insegnante nelle scuole superiori americane (Hei, prof., Adelphi, pp. 309, € 18,50).
Dopo un’infanzia infelice e la vita da immigrato in un’America postbellica, l’autore svela ai suoi numerosi lettori il retroscena del suo tardo approdo alla letteratura. Come un novello Gesualdo Bufalino, infatti, lo scrittore, prima di essere il famoso Frank McCourt, era solo e semplicemente un insegnante. Uno dei tanti anonimi insegnanti che fanno il loro quotidiano dovere nella splendida New York, in quelle aule dove è un miracolo se si sopravvive, è un miracolo se  si esce indenne. E davvero “dovrebbero dare una medaglia a chi scampa a un´infanzia infelice e poi finisce a fare l´insegnante, e io dovrei essere il primo a riceverla, quella e tutti i nastri che ci si possono appendere per i patimenti successive.”
A chi dunque gli chiede perchè ci ha messo così tanto a diventare uno scrittore famoso McCourt risponde: “Insegnavo, ecco com´è. Non all´università, dove uno ha tutto il tempo per scrivere e dedicarsi ad altri svaghi, ma in quattro diverse scuole superiori di New York. Quando hai cinque classi di liceali al giorno, per cinque giorni alla settimana, non sei tanto propenso a tornare a casa, sgombrare la mente e vergare una prosa immortale. Dopo una giornata così hai la testa che rimbomba della cagnara dell´aula.”
Ne viene fuori un quadro sconfortante della dimensione dell’insegnamento e della considerazione di cui godono i docenti in America: classe bistrattata, ignorata, derisa da tutti al punto che “in America i medici, gli avvocati, i generali, gli attori, i personaggi televisivi e gli uomini politici godono di prestigio e di vantaggi economici. Gli insegnanti no. L´insegnamento è la cenerentola delle professioni. Gli insegnanti devono entrare dalla porta di servizio. La gente si congratula con loro per tutto il tempo libero che hanno.”
Così le amare riflessioni di un uomo ormai arrivato, che guarda con nostalgica commiserazione al suo oscuro passato, si trasformano in un acuto spaccato del Nuovo mondo dove  gli unici a dare un filo di retta ai professori sono gli sbadati alunni. Ma anche infine questa si rivela suprema illusione. E ultima resta nella memoria di noi lettori la professoressa Smith che ha sognato per una vita intera quell’unico alunno a cui avrebbe potuto comunicare qualcosa. E l’autore conclude amaramente. “Sogna, sogna, professoressa mia. Nessuno ti renderà merito.”

SILVANA LA PORTA






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