BULLISMO, ABBIAMO SCOPERTO ALTRI DUE VIDEO DELLA VERGOGNA
Data: Luned́, 27 novembre 2006 ore 00:05:00 CET
Argomento: Comunicati



Abbiamo scoperto due video inediti girati in provincia di Modena
I video della vergogna investono la provincia 
Urla, spintoni, insulti, sbeffeggiata dai bulli la lezione del professore


 
di Vincenzo Brancatisano
 
23 NOVEMBRE 2006 – La vergogna dei video girati nelle classi investe la provincia di Modena con due filmati girati in un istituto professionale di Vignola e messi in rete su Google a beneficio dei navigatori, alcuni dei quali lasciano commenti inorriditi per le immagini che stanno facendo il giro del mondo (“bella pubblicità, eh!”, ironizzano). Ma questi commenti si aggiungono ad altri con cui ragazzi e ragazze si esaltano via monito davanti a una schiera di quattordicenni che umiliano le lezioni di un impotente insegnante di Italiano. I video sono stati girati in una classe prima dell’istituto professionale “Levi”, il 28 e il 31 ottobre 2006, da studenti che nei titoli di coda si definiscono  “i 4 bordellis-ti”. I quali dovrebbero ricordare dalle elementari che con la “s” non si va accapo. Lo scandalo che ha coinvolto una classe dove un ragazzo autistico è ripreso con il telefonino mentre subisce un pestaggio dai suoi compagni, che poi lo offrono in pasto ai navigatori, mette tutti di fronte a una realtà inimmaginabile. Neppure le famiglie, che ogni volta cadono dalle nuvole, sembra vogliano sapere cosa i propri figli fanno a scuola. Tutti gli insegnanti modenesi sanno che in un numero crescente di scuole è impossibile fare lezione e si rischia pure. “Se non è Scampia, siamo lì”, ha commentato venerdi sera un insegnante dell’Ipsia Don Magnani di Sassuolo in un incontro con lo scrittore Domenico Starnone. Il primo video, 1.400 visite in pochi giorni, mostra un professore che sta pulendo la lavagna per iniziare la lezione. Il videotelefono va sul viso di uno dei quattro che si mette le dita in bocca e lancia un fischio. E’ il segnale. Partono le urla, i lanci, l’esagitazione. Viene lanciato un oggetto, l’insegnante si china per recuperarlo. Uno fa la linguaccia contento di essere ripreso con le cuffie alle orecchie in uno scompiglio generale. Il docente tenta di dettare qualcosa alla lavagna a uno degli alunni ma loro dettano legge. Urlano, belano, fischiano, battono le mani sul banco. Anche il professore batte la mano sulla cattedra. Ma non serve. Il primo video finisce e i titoli di coda descrivono i nomi di personaggi e interpreti, tranne quello dell’inconsapevole prof., risparmiato solo perché, come scrivono nei titoli, “manco conosco il suo nome”, giusto per prendere le distanze da una scuola chiamata a insegnare a tutti. “Non uno di meno” è il pur pregevole motto usato dalla legge regionale sul diritto alla scuola, che però la stragrande maggioranza di ragazzi non riconosce  più come luogo utile. E come mai potrebbero, se guardando i giochi televisivi apprendono presto che chi dimostra di essere istruito vince al massimo un paio di libri, mentre chi apre uno stupido pacco vince i milioni? Ma tant’è. Con i titoli di coda i ragazzi di Vignola prima si compiacciono con la scritta “Il giorno dopo acccompagnati dai genitori”. Poi annunciano: “Questo è il primo dei tanti video che faremo. Spero che via abbia divertito”. Passano solo tre giorni, secondo video, 1400 visite in ochi giiorni. Mentre l’insegnante tenta di fare lezione, si alzano in tre e corrono verso la porta e se ne vanno senza che il primo riesca a fermarli. Segue un primo piano su un ragazzo che lancia un urlo senza ragione, un altro mena le mani sul banco. Un altro ancora si alza di scatto e si dirige minaccioso verso un compagno seduto e che forse vorrebbe fare lezione. Gli indirizza l’indice verso gli occhi imprecando. Lo ferma un compagno che lo afferra da dietro e lui alza le mani come in un film. Non è un film ma loro si illudono. Chissà se i commenti lasciati dai visitatori li gratificano. “Troppo bello ovviamente”, scrive uno. “Bello il video anke io in classe facevo un casino così.. anke se sn una femmina”, scrive un’altra. “Professore coniglio e penoso – è un altro commento – D’altra parte in cattedra oggi ci sono i 68ini di ieri, cosa vi aspettavate?”. Ma c’è chi insorge e si indigna. “Ragazzi sembrate delle scimmie, contenti voi...”, scrive uno. E poi gli altri: “Siete dei coglionazzi”. “Branco di idioti ritardati”. “La mamma dei cretini è sempre incinta”. “Ma i loro genitori sono orgogliosi dei loro figli”. E ancora: “Cosa può fare un professore di fronte a certa gentaglia? Non sono in 4-5 a fare macello, è tutta una classe a comportarsi da animali. Quell'uomo ha la mia solidarietà”. “I coglioni sono quelli che vedendo il video e gli fanno pure i complimenti”. “La vita per voi sarà sempre in salita e sperate di non trovarmi a scuola con i miei figli perchè vi faccio io l'educazione compressa tipo win zip”. “Non ho parole per descrivere il disgusto provato nel vedere un simile video. Annichilitevi”. “Divertito? No anzi...angosciante e mortificante. Un insulto al decoro e all'intelligenza umana”.







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