PERCHE' LA SINISTRA VUOLE L'ABOLIZIONE DELLE GRADUATORIE PERMANENTI?
Data: Sabato, 25 novembre 2006 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


I PRECARI DELLA SCUOLA E LA VERGOGNA DELLA SINISTRA AL GOVERNO  Perché la Sinistra vuole l'abolizione delle graduatorie permanenti?    La vergognosa esclusione in sede di voto di fiducia della finanziaria alla Camera  dell’emendamento n. 66.28 all’art. 66, precedentemente concordato e approvato -almeno  stando alle dichiarazioni ufficiali- da tutte le forze dell’Ulivo, evidenzia un fatto gravissimo:  la fortemente -questa volta non esitiamo a sottolinearlo- voluta esclusione di una gran parte di  lavoratori precari dalla dovuta garanzia di stabilità lavorativa. Ma perché la sinistra, che  aveva impostato la campagna elettorale e il proprio programma su una revisione più  equa dei criteri dei punteggi delle graduatorie e sul riconoscimento professionale e del  diritto al ruolo per i lavoratori precari della scuola, è passata così sfacciatamente su  posizioni opposte? Il progetto di abolizione delle permanenti mostra quale sia il vero disegno  politico, lo stesso del governo precedente -più palesemente incarnato dal sottosegretario  Aprea-, quello cioè di mettere in mano alle Università la formazione e il reclutamento dei  docenti e, quindi, di fare tabula rasa delle aspirazioni dei lavoratori precari a un lavoro stabile.  In questi anni i precari della scuola sono passati attraverso molte vicissitudini: dalla  supervalutazione delle abilitazioni SSIS, al punteggio di montagna, alla tassa annuale alle  Università (su questi ultimi due punti, per carità, si è tutti d'accordo nell'abolirli, salvo che  sono ancora in vigore, per cui anche quest'anno i precari hanno pagato il loro obolo); abbiamo  assistito allo sbandieramento delle immissioni in ruolo presentate dai governi come  elargizioni generose fatte ai precari ma che troppo spesso venivano invece utilizzate per la  mobilità di insegnanti già di ruolo, sottraendo paradossalmente posti a chi da anni lavorava da  precario su determinate classi di concorso, o per gli insegnanti di religione cattolica, fino ad  allora precari privilegiati. L’ultimo atto adesso è rappresentato dal progetto di abolizione delle  permanenti al fine di un passaggio ad un nuovo sistema di reclutamento. Le responsabilità sono enormi. Ci chiediamo come sia possibile che l’unanime accordo  -almeno formale- di tutte le forze politiche della maggioranza non sia stato sufficiente a far  passare un emendamento che garantisse le Graduatorie Permanenti e che sembrava fosse cosa  fatta. Ipotizziamo che i politici che hanno assunto questa battaglia abbiano fatto finora un uso  strumentale dei precari, tenendoli a bada con false speranze, oppure –e non è meno grave- che  non siano stati in grado di ottenere ciò che Ministro, Sottosegretario e onorevoli andavano  proclamando nelle varie interviste. Se non è nella capacità della maggioranza far passare un  emendamento, tra l’altro a costo zero, su cui tutti si dicono -almeno a parole- d’accordo, vuol  dire che il paese è in grave pericolo. Si stava espletando una scenetta da teatrino con i ruoli  già definiti o sta emergendo il vero disegno politico? Il sottosegretario Bastico sta  rispondendo: in un’intervista a Repubblica Radio TV parla di un «traghettamento» di quelle  «poche migliaia di docenti» che non riusciranno a entrare in ruolo entro il 2010 verso le  nuove modalità di reclutamento, peraltro ancora da stabilirsi. Ci chiediamo con quale “ars  calculatoria” la Bastico possa affermare questo: o non conosce o finge di non conoscere.  Intanto non saranno così pochi quelli che non verranno assorbiti dalle immissioni in ruolo (il  cui reale numero, tra l’altro, nessuno potrà garantire), anche volendo dar credito alla speranza  del sottosegretario che qualcuno, nel frattempo, abbia «già trovato un altro lavoro». Sappia  inoltre, l’on. Bastico, che non è assolutamente pensabile che quei precari, i quali saranno in  gran numero dopo oltre un decennio di insegnamento, siano oggetto di quella «parziale  prelazione» che li beneficerà di «un periodo di formazione universitaria e un concorso,  probabilmente biennale, a copertura dei posti che man mano si renderanno disponibili».  Sappia l’onorevole Bastico che molti di quelli che lei, novello Caronte, vorrebbe “traghettare”  hanno anni e anni di esperienza, sono pluriabilitati e superspecializzati e che solo in un paese  in cui le coordinate della realtà sono completamente ribaltate si può profilare codesta  soluzione. La Bastico, come la Aprea, si è fatta infatti garante di un unico interesse: quello  delle lobbies universitarie. Perché non vi è altra lettura che questa. Pertanto chiediamo le sue  dimissioni, in quanto paladina di un programma politico sulla scuola inaccettabile.  La fumosa definizione aggiunta all’articolo della finanziaria che recita «ove a seguito  della piena attuazione del piano triennale per le assunzioni a tempo indeterminato del personale  docente, fosse necessario (???) comunque procedere alla copertura di posti disponibili, in deroga almeccanismo di cui alla presente disposizione, e fatto salvo comunque il criterio di cui alla lettera a),  previo parere del CNPI, con decreto del Ministro della pubblica istruzione, si può (!!!) attingere alle  graduatorie permanenti nonché alle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami banditi in dataantecedente a quella di entrata in vigore della presente legge» non può che essere frutto di questo  pensiero, di questa politica, che non aveva finora mai raggiunto un livello così basso. Quando  si assiste alle gravissime affermazioni del Ministro Fioroni che parla dei precari definendoli  «personale di risulta» (leggasi “materiale di risulta”), i precari sono pronti a scommettere che  nei tavoli di contrattazione è questa la categoria che orienta la definizione delle politiche sul  precariato.  Quanti ora chiedono o promettono che dovrà essere il Senato a risolvere la questione  non fanno che procrastinare la politica dei tavoli occulti, quella antidemocratica in cui  vengono esclusi i principali destinatari, quella imbonitrice che impunemente offende  l'intelligenza e la dignità delle persone.  Il MIIP chiede con forza, sin da subito, la precisa definizione di garanzie strutturate per  gli insegnanti precari che nel 2010 non rientreranno negli immessi in ruolo (e saranno  moltissimi) e a cui, lo sottolineiamo ancora, è impensabile richiedere una qualsivoglia altra  forma di attestazione o pretesa riqualificazione. Questo è, di fatto, un vero e proprio delirio e  attesterebbe che questa classe politica non è qualificata ad operare alcunché sulla scuola.     Il MIIP chiede che i protagonisti di questo pasticcio si assumano le proprie responsabilità  contro un pericoloso e già operante mascheramento della verità di cui tutti sono  corresponsabili.      Mercoledì 22 Novembre 2006  Movimento Interregionale Insegnanti Precari






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