SE I FIGLI FANNO VIOLENZA, PUNITI I GENITORI
Data: Marted́, 21 novembre 2006 ore 00:05:00 CET
Argomento: Comunicati


da corriere.it
Domenica, 19 Novembre 2006

Beni sequestrati per i figli violentatori «E' giusto punire i genitori»

Sentenza di Milano, coro di sì Mastella: minori e abusi, subito un tavolo con l'opposizione. Il procuratore: «I genitori devono sentirsi coinvolti al 100 per cento»

MILANO — Un provvedimento accolto «con immenso favore» dall'Osservatorio sui diritti dei minori, che trova «pienamente d'accordo» i sociologi, che piace alla Margherita e che i giudici commentano rispolverando un principio di diritto generale: se hanno peccato di poca o cattiva educazione o vigilanza, i genitori «devono rispondere dei danni commessi dai figli». Per i magistrati del tribunale civile di Milano è andata esattamente così nel caso dei cinque minorenni accusati di aver abusato sessualmente di una bambina di 11 anni. I loro genitori non si sarebbero fatti carico della «strategia dell'attenzione» e dell'«educazione sentimentale» per favorire la «crescita sociale dei ragazzi». Di più. Non hanno saputo insegnare ai loro figli le «modalità relazionali con l'altro sesso». Anzi, hanno negato «la gravità dei fatti commessi». Risultato: sequestro dei beni di famiglia come garanzia per l'eventuale risarcimento della vittima in vista dell'esito della causa civile, ancora in corso.
«Purtroppo accade spesso che in questi casi i genitori neghino le colpe dei figli» spiega Livia Pomodoro, presidente del Tribunale dei minori milanese. Che aggiunge: «Non conosco il caso ma evidentemente è stata rilevata l'omessa vigilanza dei genitori». Parla di «culpa in educando o in vigilando» anche il procuratore capo del tribunale dei minori di Milano, Vittorio Pilla. «I genitori devono sentirsi coinvolti al 100% nelle scelte di vita dei loro figli e se un sequestro patrimoniale può servire a questo fine, ben venga». Il tema dei minori violenti preoccupa i politici al punto che il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, preannuncia di voler avviare sull'argomento «un tavolo di concertazione del governo che coinvolga anche l'opposizione, prima che la situazione precipiti». Tornando sul caso di Torino — le violenze filmate e diffuse in Internet contro il ragazzino down — il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni ipotizza «uno sforzo di umanizzazione da parte della scuola» e si chiede «com'è possibile che una classe, un istituto, non veda e non senta?».
Per Pietro Zocconali, presidente dell'Associazione nazionale dei sociologi, più che la scuola sono invece i genitori che non vedono e non sentono abbastanza. Per questo si dice «pienamente d'accordo con una ricaduta penale sulla madre e il padre dei minori che delinquono», perché sono «il riferimento essenziale nel processo di interiorizzazione di modelli e regole». A rivendicare da anni quella ricaduta penale è anche l'Osservatorio sui diritti dei minori. Il presidente Antonio Marziale ha accolto «con immenso favore» la decisione dei giudici milanesi e ora avverte: «È scaduto il tempo di chi non si adopera pienamente per lo sviluppo psicosociale dei figli». Ancora un plauso ai magistrati, da Cristina De Luca (Margherita), sottosegretario alla Solidarietà sociale: «Non bisogna avere paura di essere severi di fronte al dilagare della violenza minorile. Chiamare i genitori a rispondere delle azioni dei figli è un principio di responsabilità doveroso su cui troppo spesso soprassediamo».
Giusi Fasano







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-5800.html