ORRORE ALLE MEDIE: STUPRATA A 13 ANNI DA 17 RAGAZZINI
Data: Sabato, 18 novembre 2006 ore 00:05:00 CET
Argomento: Comunicati


Ancona, forse le violenze sono state filmate. Gli aguzzini sono tutti minorenni

Orrore alle medie: stuprata a 13 anni da 17 ragazzini
  

 di GIOVANNI SGARDI 

 ANCONA L’orrore: stuprata a tredici anni. L’orrore: violentata a turno da diciassette ragazzini, dai tredici ai diciassette anni. L’orrore: minacciata perchè tenesse la bocca chiusa, forse addirittura filmata durante le sevizie sessuali. In una casa, ai giardinetti. Lei shoccata, umiliata, confusa: un abisso di orrore che ti annebbia il cervello, vertigine di dolore, male che ti schianta. In una città civilissima, come Ancona, in cui parlare di marginalità e disagio è una parola grossa. In un quartiere, come Torrette, dove lo “scandalo” è sempre stata una via troppo trafficata.
 Il bubbone è cresciuto all’interno di famiglia anconetane, ha il volto di adolescenti per bene che escono ogni mattina per andare a scuola, passano il pomeriggio seduti sul muretto sotto casa. «Sai, quella ci sta» il passa-parola che scatena la ferocia. No, lei non ci stava, povera preda. Disorientata, terrorizzata dalle minacce, forse incapace di capire fino in fondo, a tredici anni subìva inghiottendo lacrime e disgusto. Fino a pochi giorni fa, quando ha trovato la forza di parlare. Così, ieri sera, sono partite le macchine blu della Polizia: perquisizioni per i diciassette teen-agers indagati per la violenza sessuale, dalle carezze ai rapporti completi. Cercavano le prove dell’orrore, compresi i filmati di cui ha parlato la ragazzina. Per ora nessun arresto, in attesa delle prove sequestrate durante il blitz.
 E’ iniziato tutto a scuola, alle medie. Lei costretta a cedere ad un compagno, ad un bullo. Forse anche una piccola love story, degenerata malamente quando lo studentello ha iniziato ad offrire la sua vittima agli amici. Uno, due, tre, fino ad arrivare al baby-branco. Non un professore, un genitore, un educatore, un insegnante di ginnastica che si sia accorto del dramma che si consumava all’ombra del grande ospedale regionale, tra centri commerciali e bei negozi, tra giardini e villette. Non un ”amico” che tradisse il patto di ferro del gruppo, cementato da vestiti firmati e telefonini, da uno stile di vita uguale a quello degli altri adolescenti anconetani “per bene”. Pare che in classe abbiano addirittura stigmatizzato, durante le lezioni, i fatti di cronaca di questi giorni che vedevano coinvolti dei giovanissimi. Forse, solo per proteggere meglio l’inconfessabile segreto









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