GRADUATORIE PERMANENTI...CHE NON PERMANGONO PIU'
Data: Luned́, 13 novembre 2006 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


GRADUATORIE PERMANENTI CHE NON PERMANGONO PIU’…

Lo diceva la stessa parola: graduatorie permanenti. Il messaggio era chiaro e fors’anche minaccioso: permanenti. Sarebbero dunque rimaste negli anni, piene zeppe di precari della scuola, magari poveri laureati con tre, quattro abilitazioni, due o tre concorsi a cattedra superati, in attesa di sistemazione. Comunque fosse, finora era questa l’unica speranza, per i docenti non vincitori di concorso, di entrare di ruolo: ogni anno si sarebbe attinto, per metà delle immissioni in ruolo previste, a questo serbatoio di manovalanza intellettuale, di stanchi precari delusi, E invece, secondo la nuova finanziaria, cosa ti andrà a succedere dal 2010 in poi? Le graduatorie cosiddette permanenti non permarranno più. L'attuale articolo prevede che ´a seguito della piena attuazione del piano triennale per le assunzioni a tempo indeterminato del personale docente, a decorrere dall'anno scolastico 2010/11, le graduatorie permanenti... cessano di avere efficacia ai fini dell'accesso ai ruoli nella misura del 50% dei posti a tal fine annualmente assegnabili'. E che ´con decreto del ministro della pubblica istruzione... è successivamente disciplinata la valutazione dei titoli e dei servizi dei docenti inclusi nelle predette graduatorie dei futuri concorsi per titoli ed esami'.
Con ciò si ipotizza l’esaurimento totale di tutte le graduatorie permanenti e dei precari in esse incluse: che è come dire follia allo stato puro, sono lunghe e per alcune classi di concorso infinite! Il piano triennale che prevede 150.000 assunzioni non ha d’altronde carattere risolutivo così come non lo è la soppressione delle graduatorie. Non lo è in quanto è un indirizzo non meno vago di quello contenuto nella legge 143/2003 o nei proclami del precedente governo (cfr. CdM del 25/02/2005). Peraltro la norma capestro, racchiusa in un comma della legge di bilancio 2007, senza la necessaria copertura finanziaria, rende incerte le immissioni in ruolo e sicura solo l’abolizione dei diritti acquisiti. E non è tutto. La quota programmata dal piano di assunzione è insufficiente a coprire il fabbisogno, infatti, se nel 2006/07 i precari impegnati per incarichi annuali sono 145.000 e i pensionamenti crescono del 40-60% all’anno, è del tutto evidente che alla fine del prossimo triennio la quota dei precarizzati sarà aumentata. Proprio come nell’era Moratti ed al contrario di quanto indicato nel programma elettorale dell’Unione.
Ma il ministro Fioroni vede nella cosa addirittura qualcosa di rassicurante per i precari della scuola, come ci dimostra la seguente affermazione: “Non stiamo sistemando parcheggiatori abusivi ma ridando dignità e certezze a insegnanti che hanno superato concorsi e che pagano i ritardi degli anni scorsi. Ma la Finanziaria vuole anche mettere fine al meccanismo che genera il precariato, evitando la tela di Penelope per cui la mattina si stabilizza un precario e la sera se ne crea un altro da stabilizzare fra dieci anni. Ciò sarà possibile con il progressivo superamento della disciplina delle graduatorie permanenti e avviando una nuova fase per il reclutamento dei docenti.”
Il viceministro Mariangela Bastico dal canto suo rassicura tutti con queste consolanti parole: “Le graduatorie permanenti non saranno abrogate, ma "superate" da innovate modalità di formazione e reclutamento, entro le quali confluiranno coloro che saranno ancora in graduatoria al termine del piano delle 150.000 assunzioni. Ciò costituisce una garanzia per gli insegnanti non assunti, ma la vera e più forte garanzia è rappresentata dal numero assai elevato delle assunzioni in ruolo previsto dal piano".
Ma una forte paura c’è: che, come sempre in un paese farraginoso come l’Italia, non venga gestita bene l’eventuale fase transitoria e che precari storici si ritrovino a essere radiati dalle permanenti e finiscano in coda a colleghi più giovani e meno esperti.
Insomma la finanziaria è diventata in modo molto subdolo una specie di veicolo delle riforme scolastiche senza che, come al solito, sia stato chiesto niente agli unici che avrebbero diritto di parola: coloro che nella scuola operano. Non resta che augurarci, visto che al momento la discussione degli emendamenti è passata direttamente in aula, che le graduatorie mantengano la promessa insita nel loro appellativo. E permangano, permangano a lungo…

Silvana La Porta






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-5729.html