DUE RUOTE DI FELICITA'
Data: Luned́, 06 novembre 2006 ore 00:05:00 CET
Argomento: Opinioni


DUE RUOTE DI FELICITA’


Il sabato sera li vedi così. Vedi, e li osservi con un filo di tenerezza e rimpianto, i quindicenni del Duemila, in fila sui nuovi mezzi che il progresso, crudele e beffardo, gli offre: le magiche macchinine cinquanta. Non svicolano più tra i mezzi in coda, casco in testa e nasi freddi per il gelo; agghindati a festa, tirati a lucido e imbellettati, senza un capello fuori posto, sorridono sornioni da quella simpatica (ma quanto sicura?) scatoletta, estasiati dalla musica del loro cd preferito. Non c’è grande gioia nei loro occhi, solo malcelato orgoglio perché stanno su un mezzo chiuso, dove non entra aria gelata e maligna, di quella che ti scompiglia capelli e pensieri. Tutto a posto. Tutto ok. Niente più da desiderare. Proprio come gli adulti. Sono quattro ruote. Quattro ruote precoci di comodità ed eleganza. Quattro ruote di precoce inattesa maturità.
E allora ti rivedi. Rivedi te, quindicenne di vent’anni fa, in una fredda sera di dicembre, a cavallo di un motorino scassato, di quelli che pedalavi per accenderlo, ma averlo era già simbolo di autonomia e indipendenza, felicità allo stato puro. La macchina? Un sogno da diciottenni, di quando si sarebbe stati grandi e diplomati, o forse laureati. Eppure, in sella a quella due ruote, ti sentivi padrone del mondo. E non eri bella, non potevi, imbacuccata come ti ritrovavi in quella grande sciarpona, con quegli scarponi superprotettivi, ma l’aria ti accarezzava il volto e respiravi a pieni polmoni la tua sera. Tutto ancora da desiderare, mille obiettivi da raggiungere. Non eri un adulto e non volevi mica esserlo. Erano due ruote. Due ruote di giovinezza e speranza. Due ruote di felicità.

Silvana La Porta






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