Sul web il popolo della scuola si interroga sull'esperienza delle RSU nella scuola: quali vantaggi, quale utilità per i dipendenti?
Data: Giovedì, 02 novembre 2006 ore 15:11:44 CET
Argomento: Recensioni


dal sito di Retescuole

Soliera (MO) , 29/10/2006
Caccia all’RSU
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di Miha


Si sta completando con una certa difficoltà l’adescamento dei candidati per le elezioni alle RSU scolastiche. Personalmente ho risposto “abbiamo già dato” alla mia ricandidatura.
Sgombero subito il campo da ogni possibile fraintendimento: sono assolutamente convinto sulla fondamentale importanza della presenza sindacale nella scuola e della partecipazione dei lavoratori.
Il punto è che il ruolo delle RSU è troppo debole e limitato e rischia di diventare solo oggetto di propaganda per le varie sigle. L’impressione è che le stesse organizzazioni sindacali non credano assolutamente nella funzione della contrattazione integrativa anche perché già il CCNL è considerato un documento accessorio e resta spesso una sola elencazione di possibilità spesso inapplicate e difficilmente esigibili. Le lungaggini legate al suo rinnovo sono esemplificative.
Se questo accade alle normative nazionali figuriamoci cosa succede in un mondo di pressioni, mobbing e inciuci come quello delle singole scuole. Le OO.SS. al momento dell’elezione promettono alla propria RSU: ti saremo vicino, avrai la formazione necessaria…in verità i 2-3 incontri di presentazione servono appena a delineare i contorni delle tante questioni da risolvere. I tanto decantati permessi sono una chimera visto che non esiste alcun piano di sostituzioni e se la RSU si assenta, soprattutto se insegnante, lo fa a scapito del proprio lavoro sulla classe, fatto scorretto sia riguardo ai propri colleghi che degli alunni.
Che senso e quale efficacia può avere poi un incontro di contrattazione fatto tra RSU, DS, DSGA e delegazioni sindacati ufficiali? Alla RSU risulta subito chiara la propria subalternità agli altri attori che sono dei professionisti del settore, pagati e preparati mentre la collaboratrice scolastica delle materne o il prof. delle medie sono lontani anni luce dalle tante problematiche sulle quali dovrebbero trattare. Tabelle di divisione del FIS? Note dell’ARAN ? Organici di fatto e diritto degli URP? E chi diventa RLS che aggiunge al carico anche la pletora di disposizioni della 626 con relative emanazioni? Scusate, non avrebbe molto più senso che di queste faccende si occupassero direttamente le OO.SS.? Perché così si corre il rischio di lasciare ancora di più il campo libero allo strapotere della dirigenza scolastica. Altro che contrattazione integrativa.
Un'altra presa in giro è la definizione di Unitarietà del Rappresentante Sindacale. Basta osservare la capillare propaganda di questo periodo pre-elettorale per capire come il numero di RSU vinte dalla propria organizzazione rappresenti SOLO un dato di visibilità politica tanto che molti per convincere i recalcitranti dicono: ma sì, fatti eleggere tanto poi ti dimetti. Oppure offrono soldi sottobanco alla RSU perché accetti di candidarsi. Altro che unitarietà: ognuno corre e lavora per i suoi cavalli. Infatti ci sono le schermaglie incrociate: in contrattazione i delegati difendono i propri dirigenti e attaccano gli altri. Questo è uno dei problemi cruciali: come può un sindacato difendere i diritti dei lavoratori e del datore di lavoro se entrambi sono iscritti alla medesima sigla? La mia esperienza insegna che in verità il sindacato difende il padrone anche se pubblicamente si straccia le vesti a favore del lavoratore.
Qui sorge un altro problema: cosa succede se l’organizzazione di appartenenza della RSU non appoggia le sue recriminazioni? Quale potere autonomo ha in pratica la RSU? Certo può convocare l’assemblea dei lavoratori ma anche qui è solo, o quasi, contro lo strapotere del sindacato che può muovere o meno i propri iscritti contro la RSU anche se consapevole della mancata applicazione del contratto integrativo. Può rivolgersi ad un giudice del lavoro che poco o nulla conosce della scuola e che con tempi biblici, un anno o due dopo il fatto e dopo la conciliazione col provveditore dirà che sì, il tale collaboratore non doveva svolgere quella mansione prevista nella contrattazione integrativa. Nel frattempo il lavoratore o la RSU magari ha già cambiato posto di lavoro anche perché, in caso di problemi con i dirigenti, ci sono mille modi per rendere la vita impossibile ai propri dipendenti. Chi lavora nella scuola sa bene di cosa parlo: pressioni varie, richiami, orari scomodi, isolamento, battute nei corridoi, ecc. Tutta questa complessa situazione di rispetto dei diritti sindacali associata alla delicatezza del rapporto con gli alunni e le famiglie causa l’altissima percentuale di burn-out che affligge i lavoratori nella scuola.
Che anche questo sia sintomatico del fallimento della funzione della RSU ??


Dal sito dell'associazione professionale  DIESSE http://www.diesse.org/ 

 

RSU: UN BILANCIO REALISTICO

Il 4 novembre scade nelle scuole il termine per la presentazione delle liste in vista delle elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) d’istituto, che si svolgeranno il 4, 5, 6 dicembre prossimi. Ricordiamo che la prima volta si votò nel dicembre 2000 e che allora, pur perdendo molti consensi, vinse la Cgil Scuola con il 26,59% dei suffragi, al secondo posto la Cisl (22,91%), poi Snals (19,21) Uil, Gilda e Cobas. Nel 2003 in nome della demorattizzazione della scuola la Cgil avanzò fino al 32,48%, al secondo posto sempre la Cisl con il 22,89%, poi ancora Snals, Uil, Gilda, Cobas e infine Anp-Anquap, il sindacato dei dirigenti e delle alte professionalità delle scuola, che con il 2% dei consensi non riuscì a sbarcare al tavolo della contrattazione nazionale (occorre superare il 5%), ma pur con difficoltà riuscì a far conoscere il suo programma di professionalizzazione della funzione docente.

Le Rsu sono state introdotte nel comparto scuola con l’Accordo Collettivo Quadro del 7 agosto 1998, recepito nel CCNL 25.5.1999, in conseguenza dell’estensione al settore scolastico della contrattualizzazione dei rapporti di lavoro tipici del pubblico impiego. Chi opera nella scuola (personale dirigente, docenti e personale Ata) ha un contratto di lavoro nazionale che nel caso dei dirigenti si attua mediante la contrattazione autonoma; nel caso di docenti e personale Ata è invece appaltato ai sindacati e inglobato in un’unica area contrattuale. In conseguenza dell’introduzione dell’autonomia scolastica, il CCNL 1998-2001 ha esteso la contrattazione integrativa a livello di singola istituzione scolastica, prevedendo interventi su materie quali l’utilizzazione del personale in rapporto al POF; le modalità di applicazione dei diritti sindacali e la determinazione dei contingenti di personale per la salvaguardia dei servizi minimi essenziali; l’attuazione della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro; i criteri generali per la ripartizione del fondo d’istituto per l’attribuzione dei compensi accessori al personale; i criteri e le modalità relativi all’organizzazione del lavoro, all’articolazione dell’orario di lavoro e all’individuazione del personale da utilizzare nelle attività retribuite con il fondo d’istituto.

Il costituirsi delle Rsu ha corrisposto, almeno nelle intenzioni, alla formazione di una sorta di contropotere che si rapporta al dirigente scolastico in modo paritario. È stato inevitabile che la presenza delle RSU nella scuola abbia creato molte volte dei conflitti di competenze con la figura dirigenziale e con i vari organi collegiali: consiglio di circolo o di istituto e collegio docenti. In questo modo, le funzioni che dovrebbero essere distinte spesso si sovrappongono per cui è difficile dire chi oggi nella scuola “comandi” veramente. Per esempio, l’utilizzo del personale in rapporto al Pof dovrebbe essere prerogativa del collegio docenti e non delle Rsu, e così pure la ripartizione del fondo d’istituto, che incrementato dal 1° gennaio 2006 viene tra l’altro versato direttamente alle scuole senza passaggi intermedi.

La questione di fondo è: chi rappresentano veramente le Rsu? Per la Cgil che ha vinto finora e si appresta probabilmente a vincere anche la prossima volta, la risposta è: i lavoratori della scuola. E con questo termine si comprendono insegnanti e personale Ata. In effetti i nuclei sindacali della scuola hanno una composizione mista costituita da docenti e personale Ata, con quest’ultimo spesso prevalente numericamente sui docenti e molto impegnato in questi anni nella battaglia per la riduzione del proprio orario di lavoro, che si arroga il diritto di decidere anche su quanto compete direttamente all’altra componente. E i docenti? Come al solito appiattiti tra Stato e potere sindacal-corporativo.

I risultati delle elezioni RSU 2003
Dati ufficiali dell’Aran

Aventi diritto al voto

1.100.133

 %

Votanti

886.561

80,59 %

Schede valide

864.961

 

Schede bianche

9.399

Schede nulle

12.201

Voti non assegnabili

978

Liste

voti

seggi

%

CGIL SCUOLA

280.906

10.705

32,48

CISL SCUOLA

197.980

7.553

22,89

SNALS CONFSAL

147.257

5.683

17,02

UIL SCUOLA

110.696

4.049

12,80

FED NAZ GILDA / UNAMS

53.485

1.971

6,18

COBAS

34.561

1.251

4,00

ANP-ANQUAP/CIDA

16.978

555

1,96

FSU

8.188

270

0,95

UNICOBAS

5.111

196

0,59

CUB SCUOLA - RDB CUB

3.762

135

0,43

SRS

2.045

79

0,24

LISA

591

16

0,07

SNAIPO

451

11

0,05

SINDACATO SCUOLA SLOVENA

419

31

0,05

FLS

416

13

0,05

SNA

256

8

0,03

FIS

237

6

0,03

SINCOBAS

147

4

0,02

SLAI COBAS

90

4

0,01

UGL SCUOLA

80

2

0,01

CSS SCUOLA

73

3

0,01

FAS

58

2

0,01

SDB SINCOBAS

58

2

0,01

CISES

38

1

0,00

USI AIT SCUOLA

31

2

0,00

CISAS SCUOLA

24

1

0,00

SINPA

20

1

0,00

CIS SCUOLA

13

1

0,00

CISIL SCUOLA

12

1

0,00

I risultati delle elezioni RSU 2000
Dati ufficiali dell’Aran

Votanti 813.167 - voti validi 778.312

Cgil Scuola:     205.288 voti pari al 26,38% dei consensi

Cisl Scuola:     176.569 voti pari al 22,69% dei consensi

Uil Scuola  :       93.515 voti pari al 12,02% dei consensi

Snals         :     148.896 voti pari al 19,13% dei consensi

Gilda          :       88.272 voti pari al  11,34% dei consensi

Cobas        :       44.401 voti pari al    5,70% dei consensi

Altre liste    :       21.371 voti pari al    2,75% dei consensi







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