CANCELLAZIONE GRADUATORIE PERMANENTI, UN INCUBO PER I PRECARI
Data: Sabato, 21 ottobre 2006 ore 00:13:52 CEST
Argomento: Comunicati


Graduatorie, un incubo per i precari

  20 ottobre 2006 - Gazzetta di Modena
Assemblee e preoccupazione tra gli insegnanti per i riflessi della finanziaria sul loro futuro. ‘L’eventuale cancellazione metterebbe in crisi migliaia di famiglie’

C’è allarme tra i precari della scuola. Non bastavano le preoccupazioni indotte dai dati diffusi dalla rivista Tuttoscuola poi smentiti dal vicemistro Mariangela Bastico, secondo i quali la Fnanziaria prevederebbe pesanti tagli di organico che annullerebbero gli effetti delle annunciate 150mila immissioni in ruolo. «Non si possono sommare le pere con le mele», ha commentato Bastico contestando la rivista. Ma che la situazione dei precari sia alla frutta sono in tanti ormai a temerlo.


L’abolizione delle graduatorie, il destino incerto delle sezioni serali, l’aumento del rapporto alunni-classe, l’abbattimento del 10 per cento dell’orario settimanale delle lezioni nelle professionale, la programmazione (per legge) di una diminuzione delle bocciature sono solo alcuni elementi che recano il segno meno nel bilancio immaginato da chi attende di essere assunto. E ancora: la riconversione dei docenti di ruolo soprannumerari produrrà a sua volta la perdita di speranze per altri precari che stavano per essere assunti: ma riconvertire in Chimica un architetto, oppure in Inglese un prof di Francese ha molto a che fare con la qualità della scuola?

Bastico ricorda che l’estensione dell’obbligo scolastico a 16 anni farà aumentare le classi e dunque le cattedre. Batti e ribatti, non rimane dunque che attendere la resa dei conti a Finanziaria approvata. Nel frattempo però gli occhi sino puntati sulle decisioni ballerine della Commissione Istruzione della Camera, di cui fa parte la parlamentare modenese Manuela Ghizzoni, che sta per decidere le sorti delle graduatorie dei precari, che secondo la Finanziaria perderanno efficacia dal 2010. I precari si dicono memori del fatto che la Commissione abbia partorito e non sia riuscita più riuscita in 4 anni ad abolire il contestato punteggio della montagna. «Apprendiamo, in queste ore, con sgomento e incredulità - lamentano i precari sul sito scuolanostra.it appositamente creato - che in Commissione sono stati ritirati o bocciati tutti gli emendamenti che tendevano a stralciare l’abolizione della Graduatorie Permanenti dalla Finanziaria e a salvaguardare i diritti inalienabili di decine di migliaia di lavoratori della scuola. Questa scelta politica è incredibile, assurda, inconcepibile: semplicemente pazzesca. Ci chiediamo: che cosa pensa, questa maggioranza, di farsene delle decine di migliaia di docenti in servizio (molti con famiglia, figli e in età matura) che entro il 1 settembre 2010 non saranno stati immessi in ruolo? Qualunque addetto ai lavori sa che l’abolizione della graduatorie non è socialmente praticabile, se non al prezzo di buttare a mare una marea di famiglie».

E ancora «Che differenza c’è tra la demagogia berlusconiana e l’ipocrisia che finalmente si disvela in queste ore ai danni dei precari della scuola?». La Gilda sostiene di essersi «già espressa negativamente rispetto a tale disposizione durante l’audizione tenuta presso la Commissione Cultura della Camera». I Cip, Comitati Insegnanti Precari, «denunciano l’inganno perpetrato dal governo Prodi a danno della scuola». Saltando i sindacati, i docenti hanno usato il metodo Beppe Grillo e hanno inviato migliaia di email direttamente alla casella di posta elettronica dei parlamentari. Così il presidente della Commissione parlamentare ieri è stato costretto a dichiarare: «Il mondo della scuola è preoccupato dalla prospettiva che anni di insegnamento non valgano più a nulla. Occorre introdurre una clausola di salvaguardia che garantisca i diritti di questi lavoratori». E ancora: «Vanno salvaguardati i diritti finora acquisiti, altrimenti che fine faranno gli insegnanti precari non assorbiti dal piano triennale?» Ieri intanto lo Snals ha tenuto in città alcune assemblee con i precari, contestando la manovra del governo.

(vincenzo brancatisano)






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