DISABILE MALTRATTATO A SCUOLA
Data: Venerd́, 20 ottobre 2006 ore 00:15:48 CEST
Argomento: Comunicati


da il Quotidiano della Calabria
Giovedì, 19 Ottobre 2006

La storia di un diciassettenne che frequenta la terza media in un istituto della provincia di Vibo

Disabile maltrattato a scuola

La denuncia del padre: «Si rifiutano di accompagnarlo in bagno»

VIBO VALENTIA - Un 17enne della provincia di Vibo Valentia soffre di alcune gravi patologie sin dalla nascita. Ad avere preso a cuore le sorti di questo ragazzo è l'avvocato Domenico Vavalà, un giovane quanto affermato penalista che svolge la sua attività in Calabria (ha lo studio a Serra San Bruno) e in Sicilia con altro studio a Messina. Il professionista è stato sempre vicino ai genitori di A. G. (queste le iniziali del diciassettenne) che vive con i suoi genitori, gente modesta e semplice, in un paese delle Serre al confine tra province di Catanzaro e Vibo Valentia.
La primavera scorsa l'avvocato Vavalà denunciò alla procura di Catanzaro, competente per territorio, «condotte assolutamente aberranti» da parte dell'insegnante di sostegno che avrebbe dovuto occuparsi dell'alunno affidato alle sue cure, trattandosi di un soggetto particolarmente colpito dalla sorte perchè non vedente, muto e autistico.
Ed invece «spesso lo percuoteva e gli dava dei forti pizzichi su tutto il corpo», queste le ragioni della denuncia. Avvertito del comportamento del docente, il preside avrebbe risposto che «tutto poteva fare parte delle tecniche educative adoperate dall'insegnante e che, in ogni caso, lui nella propria scuola faceva il preside e non il detective». Su questa prima denuncia la magistratura catanzarese non si è ancora pronunciata. Nella giornata di ieri i genitori di A.G, sempre tramite i carabinieri del loro paese, hanno indirizzato una seconda denuncia alla procura catanzarese.
In essa si contesta al preside della scuola media (frequenta nuovamente la terza classe dopo che non è stato ammesso nelle superiori) «di aver disposto che il minore venisse rifiutato nei rientri pomeridiani di martedì e venerdì» e che sempre il preside «avrebbe fatto sottoscrivere, ai vari collaboratori scolastici, una dichiarazione attestante la loro indisponibilità ad accompagnare A. al bagno per fare i propri bisogni. Infatti, il ragazzino, da quando è iniziata la scuola, tutti i giorni - è scritto nella denuncia - ha fatto i propri bisogni addosso e, di conseguenza, è sempre stato chiamato il genitore che doveva provvedere a lavare e cambiare il proprio figlio». «In diverse occasioni, quando A. manifestava il bisogno di andare in bagno, l'insegnante di sostegno (diversa del suo collega che l'avrebbe picchiato ndr) chiamava i collaboratori scolastici i quali si rifiutavano di accompagnarlo dicendo che ciò non rientrava nei propri compiti».
Così scrive il padre che ha firmato la denuncia: «Mi sia consentito dire che, compiti e spettanze o meno, le regole che dovrebbero "muovere la mano dell'uomo", nella vicenda appena descritta, dovrebbero essere quelle morali, umane e della coscienza e non quelle prettamente giuridiche». Nella denuncia viene, tuttavia, evidenziato che «in seguito alla situazione "disumana" alla quale assistevano, parte dei collaboratori scolastici, hanno inoltrato una lettera, al preside ed al Csa di Catanzaro, manifestando la propria disponibilità ad accompagnare il ragazzino in bagno quando si presentava il bisogno».
Infine, dell'intera questione è stato informato il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, e tutta la documentazione, compresi gli articoli del "Quotidiano" sulla vicenda sono in possesso del capo di gabinetto e della segretaria particolare del ministro. Non resta che attendere.







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