FINANZIARIA: COME I PRECARI VERRANNO ''ELIMINATI'' DALLA SCUOLA
Data: Luned́, 09 ottobre 2006 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


LA FINANZIARIA CHE “ELIMINA” I PRECARI    La legge finanziaria che questo governo si appresta a varare introduce un’aberrante  norma: quella che prevede la decadenza, entro l’anno scolastico 2010/2011, della validità  delle graduatorie permanenti come canale di accesso al ruolo.  Un simile ingiustificabile provvedimento è accompagnato, come specchietto per le  allodole, dai soliti numeri sulle immissioni in ruolo: 150 mila promesse entro la stessa data.    Tre sono i presupposti aberranti sui quali si basa l’articolo in questione.   1.  Le 150 mila assunzioni come soluzione di tutti i mali  Indicare una cifra senza correlativamente garantire che coloro che entreranno di ruolo  saranno veramente i precari, come tutti sanno e colpevolmente tacciono, è ancora una  volta – siamo stanchi di ripeterlo – un’astratta cabala di numeri e una manovra  propagandistica.   Ricordiamo, infatti, che spesso le immissioni si utilizzano per la  mobilità di chi è già di ruolo e magari su quella classe di concorso non ha mai insegnato.    Ostinarsi a ritenere che la soluzione del precariato storico passa attraverso i numeri e,  contemporaneamente, ignorare le incongruità dell’attuale sistema è inaccettabile.    Individuare numeri, senza sapere se i posti sono destinati effettivamente a precari,  dimostra tutta l’inconsistenza e la demagogia di questa operazione.  2.  La cessazione della validità delle permanenti come canale di reclutamento per il 50%  dei ruoli  Pensare che chi fa da anni supplenze non debba essere destinatario di un posto a tempo  indeterminato, indipendentemente dal fatto che possa o non possa rientrare nel numero  cabalistico dei graziati, è un’aberrazione.   Chi oggi lavora, e presumibilmente lavorerà  fino al 2010, deve sapere che dopo quella data gli sarà tolto ogni diritto, compresa  qualsiasi legittima aspirazione alla stabilità lavorativa e al lavoro stesso.  3.  Il cambiamento del sistema di reclutamento senza prevedere alcuna fase transitoria  Il governo sbandiera le immissioni in ruolo pensando, forse, che i precari non esisteranno
più.   Abbiamo dimostrato che invece le immissioni in ruolo, astrattamente legate ai soli  numeri senza correlarle a chi concretamente sta lavorando come precario, non risolvono  affatto il problema.   Molti di quelli che oggi lavorano non entreranno infatti di ruolo.    Chi da dieci, quindici, venti anni è precario non fa certo fatica a pensare che questo sarà  molto probabile.   Che fine faranno costoro?   Il Governo pensa davvero che chi ha sulle  spalle Concorsi Ordinari o Riservati o altre abilitazioni conseguite con altri canali debba  sostenere un ulteriore concorso per esami e titoli, come dice la Finanziaria?   E pensa  davvero questo Governo che non debba minimamente impegnarsi a garantire la legittima  aspirazione di chi fino ad ora ha lavorato?     Il MIIP sostiene che sia inaccettabile questa manovra, basata su presupposti aberranti.    Il Governo con questo provvedimento agisce contravvenendo a tutti i principi dichiarati, in  campagna elettorale e nell’atto stesso di governare.   Manca la chiarezza, manca ogni seria  riflessione sul problema, manca una volontà effettiva di risolvere la questione.   Che il  Ministero avalli un’operazione che preveda in un breve futuro di privare dei diritti i lavoratori  di oggi provoca indignazione.    Ma ancora più inaccettabile è che anche i sindacati, in primis  la CGIL, accolgano con una troppo formale e nominalistica insoddisfazione il provvedimento,  quando invece dovrebbero indignarsi e per primi fornire soluzioni reali di fronte a una tale  privazione di prospettive per i precari.   Vorremmo che si impegnassero non solo sui numeri  astratti, ma anche sulle persone reali.   Perché non chiedono le immissioni in ruolo per i  precari che stanno lavorando, invece di garantire sempre esclusivamente chi è già di ruolo?    Perché non chiedono che invece vi siano per il 2010 garanzie certe sin da ora per chi lavora e  non entrerà di ruolo?   Perché non si impegnano a qualificare in modo organico e significativo  il diritto di chi lavora?  Per la prima volta, e da un governo di sinistra appoggiato da sindacati che tacciono,  viene esplicitamente detto ai precari che tra quattro anni non avranno più alcun diritto e che  sarà gettata su di loro una pietra tombale.   Si è deciso che chi è entrato e chi entrerà, di fatto  lo ha fatto e lo farà sulla pelle degli altri, ovvero di tutti quelli che saranno definitivamente  esclusi.  Dell’era Moratti-Aprea avevamo sottolineato le bugie, le manovre, le immoralità.  Dell’era attuale come non cogliere le contraddizioni, le ambiguità e, ancora una volta,  l’immoralità? Venerdì 6 Ottobre 2006  Movimento Interregionale Insegnanti Precari







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