TUTTI I RAGAZZI POSSONO IMPARARE
Data: Sabato, 07 ottobre 2006 ore 12:28:51 CEST
Argomento: Redazione


La scommessa di promuovere tutti non è stata ancora assunta dalla maggioranza degli insegnanti come sfida professionale che può e deve essere vinta.Come fare  acquisire a tutti gli allievi gli strumenti necessari per il successo? quali sono le procedure impiegate dai colleghi che ci riescono? come fare affinché ai propri allievi  non venga mai detto " cosa ti hanno insegnato i miei colleghi "  e nel futuro  " non ti faccio lavorare per la tua scarsa preparazione " ? ...

 

  

 

In rete Internet esistono infiniti dibattiti sulla tematica proposta .

Si indicano alcune delle procedure che maggiormente si ripetono, quindi ad alta probabilità di funzionamento. La matematica è assunta come esempio. Le indicazioni valgono per qualsiasi insegnamento .

 

La prima indicazioni è quella di insegnare i concetti .

La capacità di ragionamento vale per un apprendimento efficace a tutti i livelli di età .

Per esempio non si può apprendere la matematica memorizzando le formule ma si deve insegnare le procedure per ricavarle attraverso l'analisi del problema .

 

La seconda indicazione è che il successo formativo degli allievi dipende in grande misura dalla fiducia  che gli insegnanti hanno nella dignità, nel valore e nelle potenzialità che ci sono in ogni ragazzo, dal rispetto delle diversità, dalla consapevolezza dell'influenza che queste esercitano sull'apprendimento, dall'amore che hanno verso i giovani, nella passione di insegnare  .

 

La terza indicazione è quella di saper osservare gli allievi in contesti diversi .

Alcuni allievi, che non sono capaci di ripetere le tabelline senza errori, sono bravissimi a fare moltiplicazioni in altri contesti (ad es. quando devono calcolare se hanno denaro sufficiente per acquistare cose che a loro interessano) .

 

La quarta indicazione è la conoscenza dei dati iniziali riguardanti i propri alunni .

Occorre conoscere l'ambiente da cui provengono, perché questo forgia le loro idee, i loro valori e il loro atteggiamento verso la scuola. Per dare risposte efficaci alle differenze individuali, gli insegnanti devono sapere molte cose sui loro allievi : perché Giuseppe si ammala quando c'è il compito di matematica ?.

 

La quinta indicazione è saper gratificare non solo i successi ma anche gli insuccessi.

Occorre sapere  incoraggiare gli allievi anche davanti a insuccessi temporanei e alle difficoltà in cui inevitabilmente si imbattono quando si spingono verso nuove mete, che coinvolgono sempre non solo la sfera intellettuale, ma anche quella emotiva e fisica.

Ricordare che la gestione dell'insegnamento riguarda un intero gruppo classe, mentre l'apprendimento riguarda i singoli studenti.

I singoli non apprendono tutti le stesse cose e non seguono tutti lo stesso ritmo.

Come guida per la valutazione del successo o del fallimento  di una strategia didattica,  i docenti devono utilizzare il rendimento medio delle loro classi ma devono sempre avere presente che la "media" è il risultato di un'operazione che mette assieme situazioni anche molto diverse fra loro: alunni di gran lunga superiori a quella media e alunni di gran lunga al di sotto.

Gli strumenti di valutazione per agli alunni  devono servire all'insegnate per decidere se rifare completamente un argomento, ripeterlo velocemente o andare avanti.

 

La sesta indicazione, la più impegnativa da attuare perché occorrerebbe grande umiltà, è di perfezionarsi utilizzando il confronto con i colleghi.

L'aggiornamento è il processo più importante per la professionalità docente ma da risultati minimi se avviene privatamente.

Occorre chiedere ai colleghi di osservare e analizzare criticamente il proprio operato, sollecitare le opinioni dei genitori e dei studenti, anche attivando specifiche modalità di ascolto e di raccolta.

Una  procedura estremamente efficace è quella di strutturare l'orario scolastico per fa si che i docenti a disposizione, non impegnati in supplenze, stiano in classe per migliorarsi apprendendo attraverso l'operato di colleghi della medesima disciplina .

 

fonte principale ADI

Salvatore Ravidà

 

 

 

 

 







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