FINANZIARIA SULLA SCUOLA: BASTA NON BOCCIARE NESSUNO
Data: Giovedì, 05 ottobre 2006 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


Finanziaria, salvi 18.500 alunni bocciati. Così si risparmia sulle classi

Asini promossi per legge.

  Franco Bechis, Italia Oggi del 3/10/2006
 
Come si fa a risparmiare sulla scuola con un ministro come Giuseppe Fioroni che minacciava le dimissioni di fronte ai tagli previsti in Finanziaria? Semplice: salvando qualche asino da sicura bocciatura. Sembra una follia, invece è la soluzione trovata da quei geniacci della Ragioneria generale dello stato che hanno scritto la relazione tecnica della legge finanziaria 2007. Stabilendo, appunto, che salvando un asino ogni dieci da sicura bocciatura nei primi due anni della scuola superiore si verrebbero a risparmiare 18,6 milioni di euro già nel 2007 e ben 56 milioni di euro a decorrere dall'anno successivo. Dov'è il risparmio? Eccolo: meno ripetenti significa meno classi, meno professori, meno bidelli (...) La trovata è stampata alla pagina 353 del disegno di legge finanziaria depositato alla camera dei deputati.
´È stata considerata', sostengono i tecnici, ´una riduzione del 10% del numero dei ripetenti dei primi due anni di corso della scuola secondaria di secondo grado'. I bocciati normalmente sono 185.002, quelli da salvare il prossimo anno dovrebbero essere 18.500. Significherebbe un taglio netto di 805 classi, ma i prudentissimi tecnici per calcolare i risparmi ne contano solo 644 in meno (l'80%). Così si potranno risparmiare ´1.455 docenti e 425 Ata, per una minore spesa di euro 56 milioni a decorrere dall'anno 2008 ed euro 18,6 milioni per l'anno 2007'. Gli asini brindano, ma la norma inserita in Finanziaria è una vera sciocchezza: quale professore è disposto a salvare da meritata bocciatura un suo alunno per il bene superiore dei conti pubblici, se questa promozione oltretutto è destinata a fargli perdere il posto di lavoro? Sotto questo meccanismo così strampalato però c'è qualcosa di ben più serio: ed è l'idea stessa di educazione che porta a mischiare così numeri e carte, meriti e conti pubblici, studenti e professori.
Il ministro dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, che probabilmente è vittima di questo grottesco modo di procedere, avrebbe più di una ragione per alzare la voce e mandare gamba all'aria le norme inserite nella legge più importante del governo. Della qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, della formazione degli insegnanti e della crescita degli studenti, del rischio educativo in gioco su quei banchi di scuola importa assai poco a chi legifera in questo modo. Quella che appare come una scivolata dei tecnici è invece il cuore stesso di una politica che arranca, giochicchia con slogan e testi sacri (come ha pontificato ieri alla camera Tps), ma non ha nulla da dire. Solo numeri da sistemare...







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