I BAMBINI NON SONO CATTIVI
Data: Mercoledì, 04 ottobre 2006 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Ce la ricordavamo indomita combattente a fianco del padre, vittima di un clamoroso errore  giudiziario; e adesso, non senza un moto di piacevole sorpresa, la riscopriamo  rivolta a indagare il mondo dei più innocenti essere umani che esistano: i bambini.
Giunge così nelle librerie il libro di Silvia Tortora (Bambini cattivi, Marsilio, pp.89 € 10), una raccolta di racconti i cui protagonisti si chiamano Luca, Valerio, Caterina, Carlotta. Bambini davvero esistiti o immaginati? Poco importa.  Perché l’autrice vuole solo farne dei paradigmi di una modernità che ha poco, pochissimo tempo da dedicare loro e che li fagocita senza pietà. Grazie a una scrittura asciutta, lineare, che mima nei toni il pensiero semplice e a tratti agghiacciante dei piccoli narratori, ci sfilano davanti volti e pensieri malinconici, situazioni tristi ed un ritratto impietoso degli adulti. Che dovrebbero essere i punti di riferimento e, invece, sembra volerci dire la Tortora, mancano ripetutamente al loro dovere. Così scopriamo la mamma che abbandona i figli senza pensarci, la figlia di un padre maniaco, desideroso solo di approfittare di lei, la nipote di una nonna sanguisuga, avida e opportunista, la bimba stanca delle baby sitter filippine, il bimbo grasso vittima dei genitori oppressivi e il ragazzo insidiato da un prete troppo affettuoso.
Se la famiglia non funziona, nemmeno l’altra istituzione educativa preposta alla crescita dei giovani, la scuola, riesce a fare di meglio: ed ecco il ragazzo iperattivo, isolato da tutti i compagni, guardato con occhi di disprezzo e paura, mentre dentro di sé sente prepotente una gran voglia di vivere e muoversi, e giocare libero e felice.
A tratti poi lo sguardo si sposta sulla nuova realtà multietnica italiana e l’analisi si fa più acuta e coinvolgente: allora incontriamo bimbi che a scuola ci vanno a piedi, perché la loro mamma lavora come una schiava dalla mattina alla sera e vivono lontani dalla loro amata terra.
Alla fine, come con le tessere di un unico mosaico, il quadro si ricompone davanti agli occhi del lettore. La tesi conclusiva è che gli adulti non sanno ascoltare i bambini. Dunque li rimproverano, li zittiscono, li mettono drasticamente a tacere; li considerano ingiustamente cattivi, mentre i veri cattivi, conclude la scrittrice, sono loro, esseri imperfetti e deboli, incapaci di entrare nel mondo incantato dell’infanzia.
Tutto questo in un libro godibile con un'unica pecca: il suo strizzare troppo l’occhio, a volte un po’ vistosamente, al Piccolo principe di Antoine de Saint Exupery. Ma forse resta sempre quello il capolavoro assoluto, modello insuperato per chiunque voglia parlare del triste mondo degli adulti visto con gli occhi candidi di un bambino.

SILVANA LA PORTA






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-5445.html