Levata di scudi e Prodi riapre la partita sui tagli alla scuola
Data: Giovedì, 28 settembre 2006 ore 00:49:25 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Roma. «Non vedo problemi insormontabili». Nel tardo pomeriggio, dopo una poderosa levata di scudi partita dai sindacati, confederali e non, e sostenuta da buona parte della stessa maggioranza, Romano Prodi riapre le trattative sui tagli alla scuola. Tagli che erano stati anticipati nella bozza della Finanziaria circolata in giornata e che hanno indotto il ministero del Tesoro alla smentita. Al fianco della fronda sindacale si pone anche il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, che prende le distanze dalle ipotesi filtrate da via XX settembre. «Le indiscrezioni che circolano - dice - non mi appartengono e sono certo che non appartengano a nessun componente di un governo di centrosinistra, tanto meno del nostro». L'imbarazzo è palpabile, come denuncia la stoccata indiretta lanciata al ministro dell'Economia. Prodi prende atto della situazione a rischio, con i sindacati pronti a manifestare e scioperare per respingere interventi da «macelleria sociale». «E' mio dovere - spiega il premier - di fronte ai problemi che fanno emergere diversità di posizioni, prendere il riesame il capitolo. Vediamo cosa si può fare per vedere di riarmonizzare questo capitolo». Fioroni, che aveva partecipato in mattinata ad un incontro con Prodi e i sindacati della scuola, ringrazia il premier per la «particolare sensibilità mostrata nei confronti della scuola pubblica». Rifondazione, Verdi e Pdci, anche loro sul piede di guerra, sfidano il governo a tornare sui suoi passi. Ma il tempo stringe e non sarà facile rivedere i piani entro venerdì, giorno in cui la Finanziaria verrà presentata in Consiglio dei ministri. Prima della scadenza, comunque, il premier ha annunciato un nuovo incontro con Fioroni e il ministro Tommaso Padoa-Schippa. Secondo la bozza incriminata, che contiene tre articoli sulla scuola, sarebbe previsto l'innalzamento del numero di alunni per classe e del rapporto alunni-docenti (dodici a uno entro l'anno scolastico 2012-13), la riduzione del personale Ata e l'aumento del numero di alunni disabili per ogni insegnante di sostegno. Tutti interventi che vanno nella direzione opposta a quella annunciata in campagna elettorale, protestano i sindacati e la sinistra dell'Unione (Ds inclusi), che si appellano al rispetto del programma. Altrimenti, sottolinea Umberto Ranieri (Ds), «la scuola sarebbe solamente più povera e più rigida». «Abbiamo confermato al premier la nostra ostitlità ai tagli in Finanziaria, soprattutto per quanto riguarda la scuola», informa il segretario del Prc, Franco Giordano al termine di un colloquio con Prodi. E ancora: «Sulla scuola non si può transigere, saremo sempre al fianco dei docenti e del mondo della scuola». Le sigle sindacali sono compatte nel condannare le scelte ipotizzate. Anche perché, dopo anni passati a contestare la riforma Moratti, sono altre le misure che si aspettano dal governo Prodi. Il segretario generale della Flc-Cigil, Enrico Panini, avverte: «O riceviamo risposte urgenti, nette e inequivocabili che disconoscano quel testo, o apriremo unitariamente una grande stagione di lotta». Serve una vera «discontiunità» con «investimenti sulla scuola e sul personale», incalza il responsabile Scuola della Cisl, Francesco Scrima, altro che tagli. L'Ugl non è meno agguerrita: «Se il governo non riesamina quanto previsto - dice il segretario nazionale Scuola, Giuseppe Mascolo - sarà inevitabile la proclamazione dello sciopero generale». Anche l'associazione degli Studenti di sinistra fa sentire la sua voce: «Siamo pronti alla mobilitazione nel caso il governo decida di tagliare sulla scuola, già bistrattata dal governo Berlusconi». Gabriella Bellucci (da La Sicilia)
 







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