Palermo.
13.09.2006. Revoca della parità
scolastica per 24 istituti privati della Sicilia che potevano svolgere esami di
Stato. Gli ex presidi arruolati dalla Regione e dall´Ufficio scolastico
regionale hanno trovato irregolarità di ogni genere: istituti agrari senza
terreni agricoli a disposizione degli allievi, scuole per odontotecnici con
docenti privi di abilitazione, istituti con i registri sotto sequestro
giudiziario che potevano ancora svolgere attività didattica. I controlli hanno
fruttato la revoca anche per sei scuole materne, quattro scuole dell´infanzia e
un´elementare. Complessivamente, la Regione ha chiuso i battenti a 48 scuole,
non autorizzando quelle prive dei requisiti di legge. È l´effetto delle
ispezioni dalla task force che ha avuto il compito di passare al microscopio i
917 istituti paritari della Sicilia. Troppi per i 14 ispettori ministeriali in
servizio nell´Isola.
C´è l´istituto agrario senza terreni agricoli a
disposizione degli allievi. La scuola per odontotecnici che manda in classe
docenti privi dell´abilitazione. L´istituto aeronautico con un contratto di
locazione che scade prima della fine dell´anno scolastico. C´è anche l´istituto
con i registri sotto sequestro giudiziario, che ciò nonostante poteva ancora
svolgere attività didattica. E quello con il gestore arrestato, che per gli
iscritti non costituisce proprio un brillante modello di formazione personale.
Sono solo alcuni casi limite del mondo dell´istruzione paritaria siciliana,
quella che per la maggior parte si regge in piedi grazie al ricco affare degli
esami di maturità. Proprio sui potenziali diplomifici la Regione ha assestato
una stangata, revocando o non concedendo a 24 istituti medi e superiori (poco
meno del dieci per cento di quelli che operano in Sicilia), la parità
scolastica. Cioè lo status che permette alle scuole di svolgere in sede gli
esami di Stato. E non solo: dai controlli spediti dal dipartimento regionale
Pubblica istruzione e dall´Ufficio scolastico regionale, la revoca è arrivata
anche per sei scuole materne, quattro scuole dell´infanzia e un´elementare.
Complessivamente, la Regione ha chiuso i battenti a 48 scuole, negando alle
altre il riconoscimento richiesto senza possedere i requisiti di legge.
È l´effetto delle ispezioni condotte a tappeto
dalla task force di 90 ex presidi che la Regione e l´Ufficio scolastico
regionale hanno arruolato lo scorso anno, con il compito di passare al
microscopio i 917 istituti paritari della Sicilia: 537 scuole materne e
dell´infanzia, 132 primarie, 248 superiori. Troppe per i 14 ispettori statali in
organico all´Ufficio della Sicilia. E il risultato era scontato: nelle scuole
superiori, dove c´è il core business delle scuole private, agli ex presidi non
sono sfuggiti trucchi e irregolarità. Come quello, di uso comune, di trasferire
gli allievi da un istituto all´altro in caso di contestazioni da parte della
Regione. Un trucco facile, quando i gestori operano su più scuole disseminate
nel territorio che vengono controllate con il contagocce.
E del resto, è difficile che gli operatori più
radicati si limitino alla gestione di una sola scuola. Per esempio, nell´elenco
delle revoche emesse dalla Regione figurano l´istituto agrario «Dante», di
Bagheria (privo dei laboratori e di un´azienda agricola di riferimento), e
l´informatico «Trinacria» di Palermo, che aveva un suo omologo a Trapani,
specializzato nella preparazione di odontotecnici. Tutti facenti capo allo
stesso gestore. Nella scuola di Trapani, gli ispettori hanno trovato in cattedra
docenti non abilitati, e non hanno invece trovato i programmi didattici, i piani
di esercizio dell´istituto e i certificati di abitabilità e di prevenzione
incendi prescritti dalla legge.
Allo stesso gestore appartengono anche
l´aeronautico «Gagarin» e il tecnico «Pitagora», di Palermo, entrambi non
autorizzati perché il contratto di locazione dei locali - attigui per i due
istituti - sarebbe scaduto prima della fine dell´anno scolastico. Salvi gli
allievi ma non la parità dell´istituto «Beccaria», travolto nel marzo scorso da
uno scandalo per diplomi falsi: impossibile non revocare la parità quando il
gestore, Antonina Fragale, era finita in manette. In quattro istituti
distribuiti tra Gela e Licata - il Majorana, il Vittorino da Feltre, il
Michelangelo Buonarroti e il professionale per odontotecnici - prima degli
ispettori era passata la Guardia di finanza, spedita dalla Procura di Gela. Ma i
baschi verdi avevano sequestrato la documentazione didattica necessaria per
l´ispezione, in assenza della quale è arrivato il provvedimento di revoca.
«I controlli a tappeto erano l´unica maniera di
affrontare la questione - spiega Patrizia Monterosso, dirigente generale del
dipartimento Pubblica istruzione, che ha firmato dinieghi e revoche - perché con
le ispezioni sporadiche i truffatori escogitano mille modi di aggirare la legge.
In questo modo abbiamo arginato il sistema dei trasferimenti da sede a sede,
invalso in tutta Italia. E abbiamo difeso l´attività delle tante scuole che
operano bene. Che, ci tengo a sottolinearlo, sono la gran parte». Ma a volte non
basta neppure scoprire le truffe. Un esempio? Nel decreto di revoca di due
istituti, l´Europa di Modica e il Marconi di Vittoria, emesso il 28 agosto, si
legge che secondo gli ispettori ministeriali mandati a visitare le scuole in
giugno, «il modus operandi del gestore ripresenta una logica già contestata» nel
corso di ispezioni effettuate l´anno prima. E se a non volere imparare la
lezione è il gestore di una scuola, non restano che le vie di fatto.
Esterni, promozioni record
I DATI
Tutto facile per il "salto"
Nelle scuole private siciliane è più facile essere
promossi da esterni che da interni. Stando ai dati relativi all´anno scolastico
2004-2005 le scuole superiori private dell´Isola potrebbero non esistere.
Infatti, nell´anno in questione, su circa mille candidati esterni - che fra
giugno e settembre si cimentano nel «salto» di uno o più anni - il numero degli
studenti bocciati è stato irrisorio: appena il 3,5 per cento. Un numero
paradossalmente inferiore a quello dei bocciati interni - coloro che frequentano
regolarmente le lezioni tutto l´anno - che raggiunge quasi il 9 per cento.
Insomma, nelle private è più facile essere promossi con una preparazione fai da
te che ascoltando le lezioni dei professori. Nelle scuole superiori statali
siciliane le cose vanno in maniera esattamente opposta. Il numero degli interni
«non promossi», pari al 19 per cento, è inferiore al tasso di bocciatura degli
esterni. È probabile che sia anche questo uno dei motivi che ha indotto il
ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, a stringere
sulle paritarie.
s. i (da La Repubblica)