14.09.2006.
«Primina» addio. La classe che i «più bravi» potevano frequentare nell'ultimo
anno dell'asilo, per poi poter accedere con un esame, direttamente a sei anni
alla seconda elementare - e così di fatto anticipare di un anno l'iscrizione
rispetto all'età stabilita - esaurirà la sua lunga storia.
La decisione del ministero della Pubblica Istruzione è stata chiara e vale a
partire dall'anno scolastico 2007/2008: rimarranno le attuali regole per
l'iscrizione alla prima elementare, che prevedono la possibilità di accesso
anche a chi non abbia compiuto ancora sei anni, e che tuttavia faccia il suo
sesto compleanno entro il 30 aprile dell'anno successivo. Ma, ribadiscono da
viale Trastevere, l'iscrizione si potrà fare alla prima e non alla seconda
classe del primo ciclo di istruzione. La decisione è stata presa anche in
ossequio alla nota ministeriale del 31 agosto, con la quale il ministro Giuseppe
Fioroni ha voluto «mettere ordine» nella scuola italiana, dopo la «piccola
rivoluzione» che ha visto accantonate molte delle novità della cosiddetta
«Riforma Moratti».
Per quanto riguarda la primina, l'unica «eccezione» è prevista per il corrente
anno scolastico: le bambine e i bambini che compiranno sei anni entro il 30
aprile 2007 potranno, per l'ultima volta nella storia della scuola italiana,
sostenere gli esami di idoneità per l'accesso alla seconda classe della scuola
primaria. Il provvedimento, spiega il ministero, intende salvaguardare le
aspettative delle famiglie che usufruiscono della possibilità di anticipare la
scolarità obbligatoria, possibilità che invece non sarà più consentita a partire
dall'anno scolastico 2007/2008. In questo modo «viene tutelata limitatamente a
quest'anno anche la programmazione dell'offerta formativa delle scuole private
in grado di erogare questo servizio e che avevano accolto le iscrizioni tenendo
conto di precedenti disposizioni che non saranno più applicate a partire dal
prossimo anno scolastico».
E dalla formazione si passa alle risorse da spendere per quest'ultima: il
ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, a Trento per l'inaugurazione
dell'anno scolastico, si è detto preoccupato se «nella prossima finanziaria non
troveremo 167 milioni di euro tagliati lo scorso anno dal governo Berlusconi».
Il ministro ha precisato che tale taglio ha colpito soprattutto le scuole
materne «garanzia per il 48% dei bambini dei centri disagiati d'Italia».
Berlusconi - secondo Fioroni - avrebbe «messo a repentaglio il diritto
costituzionale all'istruzione». Il ministro ha poi detto che «non deve esistere
una scuola di stato per i poveri e gli sfigati». La famiglia italiana - ha
precisato Fioroni - deve «poter scegliere la scuola che vuole e non la scuola
che può permettersi». Il ministro ha stimato in 130mila miliardi di vecchie lire
il mercato del privato generato dalla liberalizzazione della scuola. Ma - ha
ammonito - «non si sostituisca la centralità dello studente con la centralità
del business: la scuola italiana non è un'azienda, la scuola italiana dev'essere
incentrata sulla sussidiarietà».
(da La
Sicilia)