Nuove regole nella scuola, anche per i «più bravi». Il ministro Fioroni: «Un po' di ordine, la scuola italiana non è un'azienda»
Data: Domenica, 17 settembre 2006 ore 12:59:47 CEST
Argomento: Rassegna stampa


14.09.2006. «Primina» addio. La classe che i «più bravi» potevano frequentare nell'ultimo anno dell'asilo, per poi poter accedere con un esame, direttamente a sei anni alla seconda elementare - e così di fatto anticipare di un anno l'iscrizione rispetto all'età stabilita - esaurirà la sua lunga storia.
La decisione del ministero della Pubblica Istruzione è stata chiara e vale a partire dall'anno scolastico 2007/2008: rimarranno le attuali regole per l'iscrizione alla prima elementare, che prevedono la possibilità di accesso anche a chi non abbia compiuto ancora sei anni, e che tuttavia faccia il suo sesto compleanno entro il 30 aprile dell'anno successivo. Ma, ribadiscono da viale Trastevere, l'iscrizione si potrà fare alla prima e non alla seconda classe del primo ciclo di istruzione. La decisione è stata presa anche in ossequio alla nota ministeriale del 31 agosto, con la quale il ministro Giuseppe Fioroni ha voluto «mettere ordine» nella scuola italiana, dopo la «piccola rivoluzione» che ha visto accantonate molte delle novità della cosiddetta «Riforma Moratti».
Per quanto riguarda la primina, l'unica «eccezione» è prevista per il corrente anno scolastico: le bambine e i bambini che compiranno sei anni entro il 30 aprile 2007 potranno, per l'ultima volta nella storia della scuola italiana, sostenere gli esami di idoneità per l'accesso alla seconda classe della scuola primaria. Il provvedimento, spiega il ministero, intende salvaguardare le aspettative delle famiglie che usufruiscono della possibilità di anticipare la scolarità obbligatoria, possibilità che invece non sarà più consentita a partire dall'anno scolastico 2007/2008. In questo modo «viene tutelata limitatamente a quest'anno anche la programmazione dell'offerta formativa delle scuole private in grado di erogare questo servizio e che avevano accolto le iscrizioni tenendo conto di precedenti disposizioni che non saranno più applicate a partire dal prossimo anno scolastico».
E dalla formazione si passa alle risorse da spendere per quest'ultima: il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, a Trento per l'inaugurazione dell'anno scolastico, si è detto preoccupato se «nella prossima finanziaria non troveremo 167 milioni di euro tagliati lo scorso anno dal governo Berlusconi».
Il ministro ha precisato che tale taglio ha colpito soprattutto le scuole materne «garanzia per il 48% dei bambini dei centri disagiati d'Italia». Berlusconi - secondo Fioroni - avrebbe «messo a repentaglio il diritto costituzionale all'istruzione». Il ministro ha poi detto che «non deve esistere una scuola di stato per i poveri e gli sfigati». La famiglia italiana - ha precisato Fioroni - deve «poter scegliere la scuola che vuole e non la scuola che può permettersi». Il ministro ha stimato in 130mila miliardi di vecchie lire il mercato del privato generato dalla liberalizzazione della scuola. Ma - ha ammonito - «non si sostituisca la centralità dello studente con la centralità del business: la scuola italiana non è un'azienda, la scuola italiana dev'essere incentrata sulla sussidiarietà».

(da La Sicilia)







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