L’Istituto d’Arte resta in via Crociferi
Data: Giovedì, 14 settembre 2006 ore 01:26:21 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Il «travaglio» dell'Istituto d'Arte, sotto sfratto esecutivo, sembra essersi stoppato (momentaneamente e solo per l'anno scolastico in corso). La decisione che sembra profilarsi - stando alle indiscrezioni sull'incontro di ieri in Prefettura, a cui hanno preso parte Provincia e rappresentanti dell'istituto - va in direzione del mantenimento dello stasus quo. I tempi stringono. Anzi, sono proprio finiti, visto che l'anno scolastico è già iniziato, e qualunque spostamento rappresenterebbe solo uno scompenso per gli studenti, sui banchi con precarietà. L'alternativa in ballo, il carcere borbonico di piazza Pietro Lupo, attualmente occupato dalla Polizia di Stato, avanzata dall'assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Luigi Pappalardo, non ha trovato il consenso in primis della preside dell'istituto Bianca Boemi, che ha insistito perché i ragazzi restassero al proprio posto. La carenza di aule è un problema cronico che a ruota finisce per coinvolgere quasi tutte le strutture adibite a uso scolastico. La Soprintendenza reclama il sito per i lavori di ripristino, d'altra parte non ci sono spazi adeguati a ospitare «gli attuali 1020 iscritti - ha detto nei giorni scorsi la Boemi - che tra l'altro dispongono, nell'attuale sede di via Crociferi, di laboratori ad hoc». Il trasloco in questi casi si presenta destabilizzante, problematico per studenti e genitori, che devono mettere nel conto spostamenti spesso divergenti con le proprie esigenze. La ricognizione dell'edilizia scolastica, è necessaria. Carenze, doppi turni, inadeguatezze strutturali che puntualmente a ogni inizio anno si ripropongono (se non «durante») meriterebbero un'analisi preventiva, con soluzioni coerenti che non interferiscano con il regolare svolgimento delle lezioni. Il caso Istituto d'Arte, se non ci saranno ulteriori sviluppi della vicenda, è posticipato quindi al giugno 2007. C'è tutto il tempo per «monitorare» e non lasciarsi cogliere impreparati dagli allarmismi dell'ultimora. V.S. (da La Sicilia)







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