Bidelli, in 900 riconquistano il posto
Data: Venerdì, 30 agosto 2002 ore 12:58:14 CEST
Argomento: Rassegna stampa



Bidelli, in 900 riconquistano il posto

30/08/02 Catania   Stop alla "guerra dei poveri". Con un provvedimento che mette in fondo alla graduatoria unica del 'personale Ata di II fascia' i 300 iscritti provenienti dalle liste degli enti locali (inseriti per decreto il 21 dicembre scorso a danno di quasi mille 'veterani') il Provveditorato agli studi restituisce ai bidelli iscritti nella graduatoria provinciale fin dagli anni '80 quel posto di lavoro da un milione e settecentomila lire al mese, per il quale in 243 a gennaio si erano pure rivolti al Tar. In via Coviello ieri erano almeno cinquecento a far ressa davanti ai cancelli, sperando di leggere il proprio nome nella lista dei convocati di questa mattina alla Pizzigoni, dove nel giro di una settimana in 887 avranno assegnato un posto di lavoro precario, valido al massimo fino al 30 agosto prossimo. Già alle 8 il clima è rovente e l'accesso alla strada vietato alle auto. C'è chi è venuto col figlio, chi col marito, chi pure coi sindacalisti. Solo alle dieci passate arriva un impiegato a tentare di affiggere in mezzo alla folla la lista dei convocati. Illeggibile: da mezzo metro sembra scritta in alfabeto morse, tanto che pure gli ispettori in borghese iniziano a fare la spola dal pianterreno al secondo piano, chiedendo ai funzionari qualche informazione essenziale per placare la folla. Dopo venti minuti la voce si sparge: "Hanno fatto fuori quegli degli enti locali", e non c'è modo più truce ma efficace per capire il senso di questa 'guerra' all'arma bianca, condotta a colpi di carte bollate e comunicati stampa, epperò muta di fronte alle centinaia di storie che ieri rimbalzavano da un vetro all'altro di una fredda bacheca. "Io ho lavorato per quindici anni fino al 21 dicembre scorso, lontano, nei paesi, ho conosciuto quella signora di Adrano morta in un incidente che faceva tutta quella strada per lavorare. Eppure nessuno di voi ha scritto queste storie, anzi ci avete messi uno contro l'altro", dice una delle 243 ricorrenti al Tar, "noi il ricorso abbiamo chiesto di farlo a tutti gli altri - circa 700, ndr -, mentre loro hanno pensato che l'avvocato stava lavorando solo per noi, in modo che potevamo scavalcarli. Invece quel ricorso è servito anche a loro". Sono più di 900 ad aver avuto la meglio sugli ultimi arrivati - per tempo e posizione - nella graduatoria provinciale. Ma i posti a disposizione sono solo 885, ai quali, forse, vanno aggiunti due contratti part-time. Verso le 11, mentre sotto impazza la ressa, il direttore del Csa Raffaele Zanoli ci spiega i motivi della "depurazione della lista dagli iscritti provenienti dagli enti locali", come recita il distillato di burocratese: "E' l'Avvocatura di Stato che col suo parere ci ha chiarito come applicare la sospensiva del Cga che riteneva illegittima l'apertura della graduatoria voluta dal decreto del 2001. Non mi esprimo nel merito della sospensiva del Cga, dico solo che noi avevamo l'obbligo di applicarla". Cosa importante, l'Avvocatura nega quel che in 700 temevano fino a ieri, e cioè che i 243 ricorrenti al Tar fossero, per così dire, 'più uguali' dei non ricorrenti e dunque avanti in graduatoria nonostante l'uguale punteggio. "Assolutamente no - ribadisce Zanoli -, l'Avvocatura lo ha detto chiaramente, non sarebbe affatto giusto", spiega col parere in mano che ha appena consegnato in copia a due sindacalisti. "Certo, la situazione è provvisoria. Gli esclusi faranno certamente ricorso, ma intanto possiamo iniziare l'anno scolastico". Già, a stravolgere tutto per l'ennesima volta potrebbe essere il Tar Lazio, presso il quale pendono centinaia di ricorsi contro quel decreto 75 che a Natale sconvolse la vita di migliaia di bidelli. Se l'unico Tar legittimato a pronunciarsi sulla volontà del ministero deciderà che quel decreto è cosa buona e giusta, si dovrà partire daccapo. Ma a questo, ovviamente, nessuno al Csa vuol pensarci. Almeno per ora. Paolo Casicci
 







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