SONO UNA PROFESSORESSA PRECARIA, CON UN MUTUO E DUE FIGLI...
Data: Marted́, 12 settembre 2006 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Opinioni


Inizia l´attesa per Cecilia la precaria

 I giorni più lunghi per la professoressa che ha due figli e un mutuo da pagare
 "Insegno spagnolo, guadagno 1050 euro al mese: non sostituisco nessuno ma occupo un posto vuoto da anni"
 "Mi hanno fatto seguire un corso di abilitazione: ho un buon punteggio ma niente cattedra fissa"

 di ZITA DAZZI
 «La scuola per me inizierà fra dieci, quindici, forse venti giorni. Aspetto che mi chiamino, come ogni anno, da cinque anni».
 Cecilia Turon, 39 anni, insegnante di conversazione in spagnolo, è una precaria con la P maiuscola. Italiana di origine argentina, ogni settembre resta appesa al filo delle convocazioni dei presidi, pur avendo l´abilitazione per entrare nelle graduatorie di ruolo. Una situazione che condivide con altre migliaia di insegnanti precari.
 Il suo lavoro dei prossimi mesi da chi dipende?
 «Dalle graduatorie. Non ci sono raccomandazioni che tengano nel nostro settore. Negli ultimi cinque anni sono stata convocata al liceo magistrale a indirizzo linguistico Agnesi, di via Tabacchi. Sono ai primissimi posti della graduatoria di quell´istituto. Quindi teoricamente anche quest´anno il preside potrebbe richiamarmi».
 Ma se l´insegnante che sostituisce torna, lei perde il lavoro.
 «No. Perché la cattedra alla quale sono stata nominata negli ultimi anni, è vacante. Non ho sostituito un docente malato o in aspettativa. Ho coperto un posto vuoto da anni. Un posto per il quale lo Stato, il Ministero, non ha ancora fatto la nomina di ruolo».
 E lei quando diventerà di ruolo?
 «Bella domanda. Avrei le carte in regola per "entrare in ruolo", come si dice in gergo. L´anno scorso noi precari siamo stati invitati a iscriverci a un corso di abilitazione - 1500 ore di lezione in 9 mesi, a Bergamo, al prezzo di 1800 euro - con la promessa che nel 2007 sarebbero state fatte le immissioni in ruolo».
 E le hanno fatte?
 «No, naturalmente. Ho solo acquisito un buon punteggio, ma non sono diventata di ruolo. Quindi nessuna sicurezza. Si dice che forse nel 2008.. Ma io a questo punto non mi fido più».
 Nel frattempo?
 «Mi faccio il segno della croce e aspetto. In linea di massima sarò chiamata anche quest´anno. E lavorerò da ottobre a metà giugno».
 Il primo stipendio?
 «A novembre. Anche se un anno, per problemi burocratici, l´ho avuto a gennaio».
 Quanto guadagna?
 «Circa 1050 euro al mese. Poi d´estate l´Inps mi versa un´indennità di disoccupazione pari al 30 per cento della retribuzione».
 Come si sente?
 «Più precaria di così si muore. Si vive con programmi di corto respiro. Perché non sai mai se la prossima stagione ci sarà lavoro. I soldi che entrano sono pochi. Di certo non si possono fare grandi progetti. Ci sono molte scelte anche personali che devono essere sacrificate».
 A che cosa rinuncia?
 «Per fortuna ho un marito che fa l´elettricista e quindi uno stipendio entra in casa comunque. Ma abbiamo da pagare il mutuo e due ragazzini che vanno a scuola. Le spese sono molte. E si fa economia come si riesce. Grandi spese alla Metro e occhio ai consumi superflui».


Nota: Repubblica/Milano 11 settembre 2006







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