Una
schiarita per il liceo scientifico Principe Umberto, ancora un nulla di fatto,
ma carico di speranze, per l'istituto d'arte. Sono questi i due casi «spinosi»
al centro dell'incontro che si è svolto ieri al centro direzionale Nuovaluce fra
l'assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Luigi Pappalardo e i dirigenti
scolastici dei due istituti superiori alla prese con problemi di spazi e di
sede.
Per quanto riguarda il primo, il preside Gioia ha chiarito all'assessore
Pappalardo di avere bisogno, per sopperire alla mancanza della vecchia sede
distaccata di via Valdisavoia ceduta all'università, di almeno dieci aule. Ecco
perchè l'offerta di otto aule alla Meucci sarà integrata da altri spazi che
permetteranno al Principe Umberto di avere tutta un'ala dell'istituto, di
allocarvi almeno due corsi interi e di potere fare una programmazione staccata
utile anche ad evitare il pendolarismo per i docenti. Altro problema quello
relativo alle condizioni dell'immobile che abbisogna di alcuni aggiustamenti. Ci
vorrà una tramezzatura che suddivida la scuola media dal liceo e ci vorrà la
tinteggiatura degli ambienti, la riparazione di porte e infissi e la
sostituzione di qualche sanitario. Ma sono tutti lavori - assicura l'assessore
Pappalardo - che potrebbero essere fatti in breve tempo senza compromettere
l'avvio delle lezioni.
Se il caso del Principe Umberto che cerca di fronteggiare quest'anno anche un
boom di iscrizioni sembra davvero avviarsi a soluzione, più complesso è il caso
dell'Istituto statale d'arte che dovrebbe lasciare la storica sede di via
Crociferi che la sovrintendenza vuole indietro. Se la preside Bianca Boemi
insiste nel ritenere non praticabile un trasferimento ad anno scolastico quasi
iniziato, alla Provincia si lavora ancora per una soluzione alternativa che
potrebbe essere presa anche nella giornata di oggi. «C'è uno sfratto esecutivo
in corso - dice l'assessore - e non possiamo non tenerne conto. Per questo
stiamo lavorando per una soluzione che possa soddisfare le esigenze di tutti».
Proprio sul caso dell'Istituto d'Arte e più in generale sui problemi
dell'edilizia scolastica il consigliere provinciale Giovanni Caruso ha rivolto
una interrogazione al presidente della Provincia.
«Premesso che l'imminente riapertura delle scuole ripropone i consueti problemi
connessi alla ripresa delle lezioni (adeguatezza delle strutture, carenza di
aule, doppi turni, attrezzature, laboratori, ecc.).e particolarmente l'Istituto
d'Arte di Catania rischia di non poter iniziare l'anno scolastico perché privo
dei locali. Considerato che l'ordinanza di sgombero risale alla fine di giugno
ma già da molto tempo si era a conoscenza del problema.
Ritenuto che la soluzione (peraltro ancora incerta e gravida di difficoltà) di
spostare gli studenti nel vecchio carcere borbonico di piazza Pietro Lupo non è
senz'altro ottimale, sarebbe stato opportuno effettuare una ricognizione, per
verificare le condizioni di idoneità di tutte le strutture scolastiche di
competenza della Provincia, al fine di individuare eventuali danni o carenze
alle strutture o nelle attrezzature ed intervenire tempestivamente per
assicurare alla popolazione scolastica le migliori condizioni possibili di
lavoro o studio. Come mai, malgrado le diverse sollecitazioni che ripetutamente,
ogni anno, vengono reiterate non si è mai proceduto ad una sistematica
ricognizione delle strutture scolastiche? Perché, malgrado si conoscessero da
tempo i problemi dell'Istituto d'Arte, non sono stati adottati per tempo i
provvedimenti del caso?».
Rossella Jannello (da La Sicilia)