SCUOLA, STOP AI CELLULARI IN CLASSE?
Data: Venerd́, 08 settembre 2006 ore 00:45:31 CEST
Argomento: Comunicati


da Repubblica.it
Giovedì, 7 Settembre 2006

Il provvedimento proposto in Francia piace al ministro dell'Universitàche rilancia: "D'accordo anche se si vietassero sui treni"

Scuola, stop ai cellulari in classe?Mussi dice sì, ma i genitori frenano

Presidi cauti: "Il divieto forse non è lo strumento migliore"
E i genitori: "Tocca alle famiglie insegnare un uso corretto"


ROMA - Vietare l'uso dei cellulari in classe come ha proposto il ministro francese dell'educazione? "Sono d'accordo, meno mezzi di comunicazione si usano più si trova il tempo di comunicare". Fabio Mussi, ministro dell'Università, approva senza riserve la scelta d'Oltralpe. Una scelta che però è destinata a dividere il mondo della scuola là dove, per esempio, i dirigenti e persino il Moige (il Movimento italiano dei genitori) si mostrano meno propensi a utilizzare il vero e proprio divieto.

Il ministro Mussi, invece, non solo approva ma rilancia: "Per la scuola - spiega - è evidente che debba essere vietato. L'ideale sarebbe proibirlo anche nei treni, come già accade sugli aerei, se il governo varasse un provvedimento del genere sarei d'accordo".

Più cauti i dirigenti scolastici che, pur dando ragione al ministro francese, si chiedono se il divieto sia la strada più idonea per impedire quella che è soprattutto una forma di maleducazione. Spiega Giorgio Rembado, presidente dell'Anp-Associaziona nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola: "Se al cinema, e giustamente, come a teatro, il telefonino si tiene spento, va da sè che nel corso di un'attività che si vuole seria e produttiva sia necessaria, quantomeno, una regolamentazione". Ma precisa: "Il problema da porre, però è se il divieto sia lo strumento più idoneo".

E se gli insegnanti - per voce della propria Associazione, fanno capire che la materia riguarda l'autonomia scolastica quindi ogni istituto dovrebbe autoregolamentarla, i genitori frenano.

"L'esperienza insegna che il divieto non è l'arma migliore" spiega infatti la presidente Maria Rita Munizzi. Che aggiunge: "Certamente è necessario arrivare ad un corretto uso di questi strumenti: e questo tipo di educazione va sviluppata innanzitutto in famiglia". Nella scuola, conclude "dovrebbe vigere il buonsenso: come non si portano giocattoli o videogiochi, così deve valere per il cellulare".






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