LE VACANZE SCAGLIONATE? ESISTONO GIA'
Data: Mercoledì, 06 settembre 2006 ore 00:23:46 CEST
Argomento: Opinioni


da Corriere.it
Lunedì, 4 Settembre 2006

L’INTERVISTA / De Rita:
Vacanze scaglionate? Esistono già

 Giuseppe De Rita, presidente del Censis, commenta la proposta del vicepremier Rutelli di andare in ferie non solo d’estate. «E poi chi convince gli insegnanti?»

MILANO— Disturbiamo?
«Mi disturba il tema. Di solito è ad agosto che s’inseguono le dichiarazioni dei ministri sulle vacanze. Siamo a settembre, ci sono cose più urgenti...».
Che vacanze ha fatto?
«Quelle che sto facendo adesso, da 40 anni a questa parte. Quaranta giorni a Courmayeur. A contemplare il Bianco». L’uomo che fotografa l’Italia del Duemila, in realtà ci sta benissimo in quella cartolina agostana anni ’60 che Francesco Rutelli vorrebbe seppiare e archiviare. Riposare meno, riposare tutti? Giuseppe De Rita, presidente del Censis e studioso del costume italiano (e dell’Italia in costume), non vede tutta questa fretta d’abbreviare la pausa estiva: «Andiamo, il calendario non è così importante».
Professore, non sta col partito delle ferie scaglionate?
«Rutelli ha detto una cosa razionale, ma contraria ai processi spontanei. Io rappresento quella parte d’italiani che non è mai andata in albergo e s’è fatta la casa delle vacanze. Qui a Courmayeur ci sono 5mila posti letto in albergo e 15mila seconde case. L’Italia è un Paese di seconde case. E che stiano a Petrella o a Courmayeur, sono gestite con una cultura che non è da vacanzieri stagionali: ci si va il sabato, poi si torna al paesello, poi si va di nuovo su... Parlare di calendario vuol dire poco. E il punto non è la domanda: è l’offerta».
In che senso?
«L’offerta delle vacanze non è più alberghiera, è residenziale. A Courmayeur ci sono un grande istituto per preti, due vecchi alberghi: li stanno ristrutturando per farci, appartamenti. Una volta vincevano Rimini e Riccione, centinaia di migliaia di posti letto esauriti. Oggi vincono i borghi dell’Italia Centrale, dove chi può ha la seconda casa. L’idea proprietaria del luogo di vacanze è solida, diffusa. Ci sono località turistiche dove si compra e basta.E la politica delle amministrazioni locali, dei costruttori spinge nella stessa direzione. È la cultura che s’è trasformata: un milione d’italiani ha acquistato casa negli ultimi 4 anni, e questo "mal di mattone" ha invaso anche le ferie».
Rutelli non è un po’ elitario? C’è chi a Ostia va in agosto perché non può permettersi le Maldive a febbraio.
«La mia generazione s’è fatta anni di trenino per Ostia, bruciata dal sole. Ma oggi non vedo molte persone così. Queste categorie non sono più condizionanti. È tutto molto diverso. La villeggiatura d’una volta non è finita, ma è esploso un modo soggettivo di gestirla».
Dino Risi dice che alla fine è sempre stessa spiaggia, stesso mare...
«Se c’è qualcosa che è cambiato, è la struttura delle ferie. I vecchi andavano in villeggiatura, cioè in villa, due mesi di seguito. Poi sono arrivate le ferie di massa. Ora non c’è la differenza. Per questo si può magari spostare qualche data,macerti processi spontanei non sono facilmente governabili».
A destra vedono il vizio del dirigismo, in quest’idea di Rutelli: roba da Urss...
«Il dirigismo c’è già nell’idea di chiudere scuole e fabbriche nello stesso mese. Diciamo che, forse, è una torsione del dirigismo ».
Alle aziende non dispiace, la flessibilità delle vacanze.
«All’industria, è il mercato che la impone. E c’è già una spontanea trasformazione del sistema delle ferie. Fra tanti co.co.co. e co.co.pro. e consulenti, molti lavoratori si prendono la settimana di riposo quando vogliono. Penso ai 105mila abruzzesi che vivono a Roma: tutti proprietari di seconda casa che durante l’anno staccano e si prendono mini-vacanze in Abruzzo anche solo per fare la spesa».
Però i dipendenti pubblici...
«L’occupazione del tempo libero di molte famiglie è condizionata dalla scuola. Ma lo voglio vedere, il governo che prova a levare tre-quattro mesi di vacanza agl’insegnanti! O li voglio sentire i magistrati, gli impiegati costretti a rinunciare alle lunghe pause estive! Il ministro Fioroni non m’è parso entusiasta...».
Anche negli anni ’70, in crisi energetica, si proponevano le ferie scaglionate...
«E non si fecero. La spalmatura durante l’anno avviene già. Coi ponti, i certificati medici, le piccole furbizie... Non ho mai sentito una famiglia rinunciare a una settimana bianca perché la scuola non chiudeva. Sono spalmature non di massa, ma indicative».
C’è un modello straniero adattabile a noi?
«Andrei cauto: noi veniamo da una lunga lotta contro i ponti. Quelli del Corpus Domini, dell’Ascensione, delle feste nazionali: furono aboliti, perché si diceva che modificavano i ritmi di lavoro. Tornare alle ferie scaglionate, significa tornare anche alla furbizia dei "ponticiani": l’andazzo d’aggiungere giorni e farsi i ponti da sé. E non è più il momento».
Francesco Battistini







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