Supplenze brevi, il trionfo della disperazione...
Data: Luned́, 04 settembre 2006 ore 00:14:04 CEST
Argomento: Opinioni


Gent.ma prof.ssa La Porta,
Ho avuto modo di leggere qualche giorno fa un suo articolo dal titolo "Hic
regnat tristitia", con evidente riferimento al dramma del precariato nella scuola.
Ebbene, anch'io faccio parte di questa vasta schiera di docenti e vorrei,
prendendo spunto dall' articolo in questione, spostare l' attenzione su una parte
del popolo precario: quello delle cosiddette supplenze brevi.
Nell' articolo si parla dell' ennesima delusione dei precari "storici" per
la mancata assunzione a tempo indeterminato e della loro frustrazione determinate dalla lunga e fin qui vana attesa, dei loro continui spostamenti e dell' incertezza del futuro. Vero. E, beninteso, hanno tutta la mia solidarietà. Ma che dire però di tanti altri che, magari dopo essere stati 3 o 4 anni nel  nord Italia, devono contendersi le briciole e sperare in una maternità (a voler bene ai colleghi.) ? Se certamente non è bello lasciare una classe o un bambino disabile alla fine dell' anno scolastico, che dire di chi si sveglia la mattina e deve aspettare una telefonata (che non sempre arriva) per poi essere
spesso ignorati (eufemismo) dai colleghi di ruolo che ci sprangano armadi e
ci negano registri e agende della progettazione come se fossimo corpi estranei, meteore (e tale io mi sento) di cui il domani fortunatamente cancellerà in fretta il ricordo. E intanto anche noi facciamo il nostro bravo servizio e il nostro punteggio: ieri a Vizzini,oggi a Zafferana, domani magari a Montargano (in quanti sanno dov'è?). Chissà, magari se nella scuola non dovesse esserci più posto, ci assumeranno all' ACI visto che di strade ne conosciamo ormai fin troppe.Altro che tristezza, gentile professoressa,hic regnat desperatio !
Carlo Priolo






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